Mercati in attesa dell’evento del fine settimana riguardante Cina e USA: disgelo sui dazi? Cosa aspettarsi e quali altri dati e vicende politiche osservare da vicino.
Riflettori puntati su Cina e USA: i funzionari statunitensi e cinesi si stanno preparando per i colloqui commerciali che potrebbero calmare il clima di altissima tensione tra le due potenze e nel mondo.
Il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent e il capo negoziatore commerciale Jamieson Greer incontreranno lo “zar” economico cinese He Lifeng in Svizzera per discutere come contenere la dannosa guerra commerciale tra le due maggiori economie mondiali, che ha già impattato le catene di approvvigionamento globali.
La posta in gioco è alta, poiché l’esito potrebbe ridefinire il futuro delle relazioni economiche tra le più potenti economie globali, oltre a riportare fiducia sulle piazze finanziarie.
Sebbene gli analisti affermino che è improbabile che un accordo completo possa emergere da un singolo incontro, sperano che venga presa in considerazione una parziale riduzione delle tariffe elevatissime.
Entrambe le parti hanno cercato una via per la de-escalation, poiché il peso economico dei dazi doganali è diventato sempre più difficile da ignorare.
L’incontro Cina-USA non è il solo evento da osservare. Dati economici in arrivo e altre missioni diplomatiche di Trump sono nel mirino degli investitori. Cosa aspettarsi?
USA-Cina verso il disgelo dei dazi?
Venerdì il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che un dazio dell’80% sui prodotti cinesi “sembra giusto”, suggerendo per la prima volta un’alternativa specifica alle tariffe del 145% che ha imposto sulle importazioni cinesi in vista dei seguitissimi colloqui di fine settimana tra i due Paesi.
Alla domanda su come Trump sia arrivato alla cifra dell’80%, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha risposto: “È un numero che il presidente ha lanciato, vedremo cosa succederà questo fine settimana”.
L’esito di questo primo incontro resta tanto incerto quanto strategico. Secondo gli analisti che restano divisi sulla portata degli aggiustamenti e sul ritmo della de-escalation, uno degli esiti più probabili dell’incontro è l’inversione parziale dei dazi.
Robin Xing, capo economista cinese di Morgan Stanley, prevede che le aliquote tariffarie effettive degli Stati Uniti sui prodotti cinesi potrebbero essere ridotte dall’attuale 107% a un’aliquota finale del 45% entro la fine dell’anno.
Analogamente, Tianchen Xu, economista senior dell’Economist Intelligence Unit, prevede che gli Stati Uniti e la Cina ridurranno le loro reciproche aliquote tariffarie medie ponderate di circa il 50% nel breve termine.
Secondo le stime di Xu, si tratta di una cifra comunque elevata rispetto alle aliquote tariffarie del 10,9% sui prodotti cinesi e del 16% che la Cina aveva imposto sui prodotti americani prima del ritorno di Trump al potere.
Ryan Majerus, socio dello studio legale King & Spalding ed ex alto funzionario del Dipartimento del Commercio, ha affermato che il previsto calo del traffico portuale e commerciale potrebbe aver creato una certa pressione per iniziare ad affrontare la situazione di stallo commerciale tra Stati Uniti e Cina a Ginevra.
I colloqui del fine settimana seguono il primo accordo di Trump con un importante partner commerciale: l’annuncio di giovedì di un patto con la Gran Bretagna. Sebbene ciò abbia alimentato un certo ottimismo sui mercati, la portata era piuttosto limitata e una serie di dettagli devono ancora essere definiti.
Non solo Cina-USA: ecco cosa sta per accadere di importante
La prima grande visita diplomatica di Trump inizierà la prossima settimana con un tour in tre Paesi del Medio Oriente, partendo dall’Arabia Saudita.
La visita sarà accompagnata da conferenze sugli investimenti, con una serie di questioni commerciali e di sicurezza all’ordine del giorno. Trump ha dichiarato che presto annuncerà se gli Stati Uniti allenteranno le restrizioni all’esportazione di microchip verso alcuni paesi del Golfo.
L’Arabia Saudita ha affermato che verranno discussi accordi minerari e minerari. Anche l’energia avrà un ruolo di primo piano. Washington, secondo alcune fonti, non chiederà più all’Arabia Saudita di normalizzare i rapporti con Israele come condizione per il progresso nei colloqui di cooperazione sul nucleare civile.
Inoltre, attenzione a inflazione e spesa dei consumatori USA che verranno aggiornati in settimana.
Lo sguardo dei mercati sull’Europa (e sulla Germania)
Infine, un occhio di riguardo per le vicende politiche europee. E tedesche, soprattutto.
Il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz ha avuto un inizio difficile dopo non essere riuscito a ottenere il sostegno parlamentare per il ruolo in una prima votazione, uno scivolone senza precedenti nella Germania del dopoguerra.
L’attenzione si concentra sulle sfide che Merz deve affrontare per realizzare i suoi piani per risollevare la più grande economia europea dal suo malessere. L’economia tedesca è in contrazione da tre anni consecutivi.
Merz ha acceso i riflettori sui mercati europei dopo le elezioni di febbraio, spingendo per un aumento della spesa in difesa e infrastrutture per contribuire a stimolare la crescita a lungo termine. L’euro e le azioni tedesche hanno registrato un rialzo.
La temporanea battuta d’arresto di martedì in parlamento è un monito della fragilità della coalizione di governo e rende ancora più improbabile, secondo alcuni, che Merz appoggi un finanziamento permanente della spesa europea attraverso obbligazioni congiunte, profondamente impopolare presso il suo partito di centro-destra.
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