L’adesione alla rottamazione quinquies blocca il pignoramento dei soldi che si devono ricevere

Patrizia Del Pidio

27 Novembre 2025 - 10:21

Per chi ha debiti con il Fisco aderire alla rottamazione quinquies non serve soltanto a sanare la propria posizione, ma anche a evitare che sia pignorato lo stipendio.

 L’adesione alla rottamazione quinquies blocca il pignoramento dei soldi che si devono ricevere

Aderire alla rottamazione quinquies ha degli indubbi vantaggi tra i quali ricordiamo il blocco del pignoramento degli stipendi e del congelamento dei rimborsi. Solo la presentazione della domanda di adesione alla rottamazione quinquies ha degli effetti immediati, anche senza pagamento. Gli effetti, quindi, si producono dal momento in cui si presenta domanda (che verosimilmente potrà essere trasmessa dal 21 gennaio al 30 aprile 2026).

Oltre ai vantaggi di un pagamento dei debiti in modo flessibile, in 54 rate bimestrali spalmate su nove anni, chi presenta istanza di adesione alla definizione agevolata del 2026 vedrà bloccarsi le attività di riscossione coattiva. La sola presentazione della volontà di aderire alla rottamazione, infatti, sospende gli obblighi di pagare le rateizzazioni già in corso, sospende fermi amministrativi e ipoteche, non potrà essere oggetto di nuovi pignoramenti e potrà richiedere un DURC regolare.

Stop ai pignoramenti dello stipendio e dei rimborsi

Quando si presenta la domanda per aderire alla rottamazione l’Agenzia delle Entrate non sarà più tenuta a pignorare gli eventuali pagamenti da parte della pubblica amministrazione. L’articolo 23 del disegno di Legge di Bilancio 2026, infatti, prevede che anche in presenza di debiti, con l’istanza di adesione alla rottamazione quinquies non è più considerato inadempiente per i carichi per i quali ha richiesto la definizione agevolata.

Cosa comporta, nel concreto, questo per il contribuente? Le amministrazioni pubbliche sono obbligate a controllare se il beneficiario è inadempiente e se ha cartelle esattoriali intestate a suo nome prima di procedere a effettuare pagamenti a qualsiasi titolo che siano superiori a 500 euro. Se il beneficiario del pagamento è inadempiente l’amministrazione deve bloccare il pagamento, segnalare la circostanza all’agente di riscossione e procedere a pagare prima il debito.

Lo stesso accade a chi deve ricevere un rimborso di imposta di importo superiore a 500 euro: se ha debiti con il Fisco può utilizzare il credito vantato per saldare il dovuto. Se sceglie di non farlo, però, l’importo del rimborso è congelato fino al 31 dicembre dell’anno successivo per permettere all’Agenzia delle Entrate Riscossone di recuperare il dovuto.
L’amministrazione, quindi, funge da filtro nel caso dei contribuenti con debiti.

Cosa succede a chi aderisce alla rottamazione quinquies?

Con la presentazione della domanda di adesione alla rottamazione quinquies, anche senza che sia stato effettuato ancora alcun pagamento, il contribuente non risulta più inadempiente, il che significa che l’amministrazione deve procedere al pagamento del dovuto senza avvisare l’agente di riscossione. Questo avviene anche se la verifica per riscontrare l’inadempienza è stata effettuata in precedenza: l’amministrazione non dovrà procedere al pignoramento previsto.

Anche se non è espresso esplicitamente nel dossier, è desumibile che lo stesso meccanismo operi anche nel caso in cui il monitoraggio dei debiti sia avvenuto nei confronti di un cittadino che attende un rimborso di importo superiore a 500 euro: anche in questo caso, quindi, il rimborso non può essere congelato e deve essere liquidato al contribuente. La funzione di «filtro» della pubblica amministrazione, viene meno nel momento che si presenta istanza per aderire alla rottamazione quinquies.

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