Kim ora vuole la pace ma gli Usa preparano nuove sanzioni contro la Corea del Nord

Alessandro Cipolla

7 Marzo 2018 - 10:45

Kim Jong-un pronto a dire addio al suo arsenale nucleare in cambio di un riconoscimento, la risposta di Trump però sono nuove sanzioni in arrivo.

Kim ora vuole la pace ma gli Usa preparano nuove sanzioni contro la Corea del Nord

Kim Jong-un getta la maschera e fa intendere quale sia il suo piano: in cambio della sopravvivenza del suo regime, è pronto a dire addio all’arsenale nucleare e a normalizzare le relazioni con i cugini di Seul.

Gli Stati Uniti dal canto loro, dove nel fronte interno Donald Trump è ora impegnato a fronteggiare le critiche per i dazi su acciaio e alluminio, non sembrerebbero però credere a Kim tanto che, in merito all’uccisione del fratellastro del leader nordcoreano che sarebbe avvenuto usando gas nervino, sono pronti a chiedere nuove sanzioni per Pyongyang.

La svolta di Kim Jong-un

Quando nei mesi scorsi la Corea del Nord spaventava il mondo intero con i suoi test missilistici e nucleari, era più che lecito chiedersi quale fosse il fine di queste azioni intraprese dal regime di Pyongyang.

La risposta a questa sciarada sembrerebbe essere arrivata adesso, con Kim Jong-un che si è detto pronto, oltre che a incontrare una delegazione della Corea del Sud, anche a dire addio al proprio arsenale nucleare in cambio di una sopravvivenza politica.

La strategia degli ultimi tempi da parte della Corea del Nord con ogni probabilità è stata quella di investire ingenti risorse per diventare una potenza nucleare, spaventare gli Stati Uniti dimostrando loro di poterli colpire per poi sedersi al tavolo delle trattative e negoziare in una posizione di maggiore forza.

Ecco dunque che Kim è pronto a fare un passo indietro nel suo progetto nucleare, a patto però che venga pienamente legittimato il suo regime e magari anche che l’Onu decida per un alleggerimento delle sanzioni imposte verso il paese.

Difficile pensare che Pyongyang abbia mai voluto intraprendere una guerra, anche nucleare, contro Stati Uniti o Giappone, visto l’esito scontato e catastrofico che questa avrebbe potuto avere. Lo scopo delle continue provocazioni militari potrebbe essere stato soltanto l’avere maggior peso nelle trattative diplomatiche.

Gli Stati Uniti pensano a nuove sanzioni

Questo cambiamento di rotta da parte della Corea del Nord non sembrerebbe convincere a pieno Washington. Gli Stati Uniti infatti avrebbero raccolto prove certe sul coinvolgimento di Pyongyang nell’uccisione del fratellastro di Kim, che sarebbe avvenuta usando agenti chimici.

La pubblica esibizione di disprezzo per le norme mondiali contro l’utilizzo di armi chimiche, dimostra ulteriormente la natura irresponsabile della Corea del Nord e sottolinea che noi non possiamo tollerare alcun tipo di programma Wmd (armi di distruzioni di massa) da parte della Corea del Nord.

Queste sono state le dure parole della portavoce del dipartimento di Stato Heather Nauert, che sembrerebbero fare da apripista dalla richiesta di nuove sanzioni degli Stati Uniti verso la Corea del Nord.

Una sorta di schiaffo questo al regime di Pyongyang che arriverebbe proprio mentre questo si è detto pronto a trattare e a fare un passo indietro sul proprio progetto nucleare. Chi invece è disposto a tendere una mano a Kim è il Presidente sudcoreano Moon Jae-in.

Non è un dettaglio da poco il fatto che il democratico Moon Jae-in è riuscito a vincere le recenti elezioni in Corea del Sud puntando tutto proprio sul dialogo con i cugini. Non più muro contro muro quindi ma spazio alle trattative.

Una linea che è stata premiata dai sudcoreani che vogliono soltanto che il clima di tensione si stemperi e che lo spauracchio di una guerra si allontani sempre di più. Donald Trump invece sembrerebbe voler tirare dritto per la sua strada.

L’apertura di Kim Jong-un può essere una chance per stemperare il clima nella penisola coreana e intraprendere un percorso di dialogo. Per stringersi la mano attorno a un tavolo però occorre sempre essere in due e, al momento, l’appello di Pyongyang non sembrerebbe essere stato raccolto dalla Casa Bianca.

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