JPMorgan: conti sopra le stime ma azioni in rosso. Vediamo perché

Luca Fiore

16 Luglio 2019 - 15:53

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Nonostante risultati trimestrali sopra le stime, le azioni della prima banca americana per asset fanno segnare un calo a Wall Street.

JPMorgan: conti sopra le stime ma azioni in rosso. Vediamo perché

Segno meno a Wall Street per le azioni JPMorgan dopo la pubblicazione dei numeri del secondo trimestre.

Poco dopo l’opening bell newyorkese, il titolo dell’istituto guidato da Jamie Dimon segna un calo di circa mezzo punto percentuale.

Grazie ad un rialzo trimestrale del 3,6%, il saldo delle azioni JPM da inizio anno è positivo per 16,7 punti percentuali.

JPMorgan: cosa spinge al ribasso il titolo?

Presto detto, l’andamento dei prestiti. Nello specifico il rallentamento del tasso di crescita dei prestiti concessi e il calo dei margini. Non a caso, l’istituto di Manhattan ha annunciato di aver ridotto la view sul margine di interesse 2019 da 58 a 57,5 miliardi di dollari.

“Grazie a livelli elevati di fiducia dei consumatori, a una solida creazione di posti di lavoro e alla crescita dei salari, continuiamo a valutare positivamente l’attuale fase dei consumi”, ha detto il Chief executive.

Ma, in quei comparti guidati da logiche di mercato, la banca ha registrato “volumi, in termini di clientela, leggermente inferiori, probabilmente a causa di incertezze macroeconomiche e geopolitiche a livello globale”.

JPMorgan: i risultati del secondo trimestre

Nel complesso, il secondo trimestre si è chiuso con un risultato netto di 9,65 miliardi di dollari, dagli 8,32 di un anno prima. Il risultato per azione si è attestato a 2,82 dollari, contro i 2,5 stimati dagli analisti.

A spingere l’utile netto sono stati i benefici di carattere fiscale per 768 milioni di dollari (0,23 dollari per azione). Nel Q2, la banca ha distribuito agli azionisti 7,5 miliardi di dollari tra riacquisti netti per 5 miliardi e la distribuzione di dividendi per 0,80 dollari per azione.

JPMorgan: calo a due cifre per l’azionario

Sopra le stime del previsto anche il fatturato, passato da 28,39 a 29,57 miliardi di dollari. In questo caso gli analisti avevano stimato 28,9 miliardi.

Il margine di interesse è cresciuto del 7% a 14,5 miliardi mentre i proventi non derivanti da interessi hanno segnato un +2% a 15 miliardi di dollari.

Segni meno invece per gli accantonamenti per perdite su crediti (-5%), per i ricavi dall’azionario (-12%) e a quelli derivanti dal reddito fisso (-3%).

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