Banche Usa, alert su trimestrali JPMorgan, Goldman Sachs, Citigroup, Wells Fargo, BofA, Morgan Stanley

Claudia Cervi

15 Ottobre 2025 - 07:10

In arrivo le trimestrali più attese dell’autunno. Wall Street trattiene il fiato: i conti di JPMorgan, Goldman, Citigroup e BofA diranno dove va la finanza globale.

Banche Usa, alert su trimestrali JPMorgan, Goldman Sachs, Citigroup, Wells Fargo, BofA, Morgan Stanley

Luci puntate sulle banche Usa, che hanno inaugurato la settimana più calda dell’autunno finanziario. Ieri (14 ottobre) è toccato a JPMorgan, Goldman Sachs, Citigroup e Wells Fargo. Oggi sarà la volta di Bank of America e Morgan Stanley. Una maratona di conti e guidance che non riguarda solo gli azionisti, ma chiunque voglia capire dove sta andando l’economia globale.

Perché le trimestrali del Q3 2025 arrivano in un momento particolare, con i mercati sui massimi storici, dollaro in altalena, tassi in discesa e continui colpi di scena nella geopolitica mondiale. Gli analisti si aspettano una crescita diffusa per quasi tutte le big (tranne Wells Fargo). Il che significa un settimo trimestre consecutivo di ricavi in aumento.

Tuttavia, le valutazioni di Borsa sono tirate e molti top banker, da Jamie Dimon a David Solomon, iniziano a parlare apertamente del rischio di una correzione dei mercati nei prossimi 12-24 mesi. Sarà allora questo il trimestre che segna il picco del ciclo? O la conferma che la macchina bancaria americana può correre ancora?

1) JPMorgan, consolidamento dopo il picco del Q2

JPMorgan Chase arriva alla scadenza del Q3 con l’ombra del trimestre precedente alle spalle. Dopo un Q2 da record, con ricavi per 45,68 miliardi di dollari e un EPS di 4,96, nel Q3 i ricavi sono cresciuti del 9% a 47,1 miliardi e l’EPS a 5,07. Ben oltre le attese fissate su ricavi in lieve calo a 45,48 miliardi ed EPS a 4,83.
Inoltre, la banca ha rivisto le previsioni sul reddito da interessi per l’anno in corso, indicando un NII di circa 95,8 miliardi di dollari per il 2025, in crescita rispetto alla stima precedente di 95,5 miliardi.

Utili trimestrali JPMorgan Utili trimestrali JPMorgan Fonte JPMorgan

Il trading e l’investment banking restano i motori della casa di Dimon, che però negli ultimi interventi pubblici si è mostrato sorprendentemente cauto.
“Sono più preoccupato di altri per una possibile correzione dei mercati azionari”, ha detto alla BBC.
Un messaggio che molti investitori hanno letto come un invito a prepararsi a un 2026 più volatile, in cui la leadership di JPMorgan potrebbe essere chiamata a fare da scudo più che da locomotiva.

2) Goldman Sachs, altro boom nel Q3

Per Goldman Sachs, il terzo trimestre 2025 è un banco di prova di maturità. Con ricavi a 15,18 miliardi di dollari e EPS a 12,25 dollari, al di sopra delle stime pari a 14 miliardi con EPS di 11 dollari.

L’aumento delle spese, soprattutto per compensi e bonus legati alle attività di trading, non è necessariamente un segnale negativo.
Significa piuttosto che il mercato delle operazioni finanziarie è vivo. E le banche stanno investendo per cavalcarlo.

Il titolo Goldman è in rialzo del +35% da inizio anno, una corsa che rende difficile sorprendere ancora il mercato. Il rischio è una presa di profitto immediata anche davanti a numeri solidi.

3) Citigroup, utili +16%

Citigroup è la banca da tenere d’occhio per chi investe sul medio periodo.
La Ceo Jane Fraser sta ridisegnando il colosso newyorchese in una struttura più snella ed efficiente, puntando su wealth management e servizi globali.

Nel Q3 i ricavi sono saliti a 22,09 miliardi, a fronte di stime per 21,08 miliardi ed EPS 1,86, in netto miglioramento rispetto al 2024.

A trainare, ancora una volta, le divisioni Wealth, Banking e Services, tutte in crescita a doppia cifra. I ricavi del settore bancario sono saliti del 34%, mentre il segmento trading ha registrato il suo miglior terzo trimestre, con un aumento dei ricavi del 15%.

Il titolo Citi ha corso molto e vale attualmente 96 dollari circa, con un progresso del +35% da gennaio.
Un rally sostenuto anche da una ripresa dei prestiti corporate, rimasti congelati durante i mesi di dazi e incertezza.
Il CFO Mark Mason, intervenuto a settembre, ha parlato di “dialoghi molto ricchi con i clienti globali su come affrontare i nuovi equilibri tariffari”. In altre parole, il business è tornato a muoversi.

4) Wells Fargo, la più tradizionale del gruppo

Anche per Wells Fargo il terzo trimestre ha superato le stime, con ricavi pari a 21,43 miliardi e EPS a 1,66 (oltre le stime di 21,15 miliardi e EPS 1,55 dollari).

La forza del colosso californiano resta nel retail banking, grazie a carte di credito, mutui, prestiti.
Ma la vera sfida è nei margini. La banca sta ancora smaltendo i costi di ristrutturazione e l’outlook sul Net Interest Income (NII) per il 2026 preoccupa alcuni analisti.

Per tale motivo gli investitori guardano con cautela al titolo in Borsa. L’azione è salita meno delle rivali, +12%, in linea con l’S&P 500.
Eppure Wells può giocare una carta interessante per chi cerca stabilità e dividendi elevati, con un payout ratio tra i più alti del settore.

5) Bank of America, attenzione al net interest income

Bank of America è osservata con interesse da parte degli analisti, che attendono EPS in aumento del 17% anno su anno e ricavi sostenuti da una crescita delle commissioni (+10-15%) e dal miglioramento del margine di interesse.
Ma il nodo cruciale sarà la guidance sul Q4: gli operatori temono che la banca possa scivolare verso la parte bassa del range NII (15,5-15,7 mld di dollari), il che potrebbe pesare sulle quotazioni.

Eppure, sul fronte investimenti, BofA rimane una delle preferite tra le banche “value” per via di un CET1 ratio sopra il 14% e buyback stabili.
Nel lungo periodo, il titolo resta un “colosso tranquillo”, da accumulare nei momenti di debolezza.

6) Morgan Stanley punta sul wealth management

Chiude il cerchio Morgan Stanley, dove la strategia di puntare tutto sul wealth management continua a pagare.
Le stime vedono un EPS in crescita del 10% su base annua, a 2,07, grazie ai segmenti trading, advisory e private banking.

La diversificazione delle attività è la strategia vincente da anni: mentre i competitor dipendono ancora dai volumi del mercato, Morgan Stanley ha costruito un modello ibrido più resistente ai cicli.
Non a caso, il titolo è in rialzo del +22% da inizio anno.

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