L’Italia deve sborsare altri 10 miliardi di euro (almeno) per le spese militari

Violetta Silvestri

16/02/2023

16/02/2023 - 15:35

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Alzare la spesa militare in rapporto al Pil e al più presto: questo il monito Nato all’Italia. Per le casse del Paese si tratterebbe di un investimento di almeno altri 10 miliardi di euro.

L’Italia deve sborsare altri 10 miliardi di euro (almeno) per le spese militari

La Nato vuole che l’Italia raggiunga l’obiettivo di spendere il 2% del Pil per la difesa già dal prossimo anno: questo l’ultimo avvertimento che giunge dall’Alleanza atlantica, pressata più che mai adesso nel pieno della guerra in Ucraina.

La questione non è nuova, ma ora che è passato un anno dal conflitto esploso in Ucraina con l’aggressione russa il tema si è fatto urgente e assai delicato. I Paesi dell’Alleanza atlantica si sono impegnati a spendere di più per la difesa a partire dallo scorso anno, ma molte nazioni – tra cui Lussemburgo, Canada e Italia – stanno ancora lottando per conformarsi alla vecchia linea guida.

Ciò rende difficile per la Nato rafforzare in modo significativo l’obiettivo, il che potrebbe indurre gli alleati ad accettare invece una soglia minima del 2%. E anche quella potrebbe essere una lotta in salita, soprattutto perché le economie soffrono degli alti prezzi del cibo e dell’energia. Proprio come in Italia, che al momento partecipa alle spese militari con una percentuale del Pil più bassa.

Nato pressa l’Italia: cosa significa il 2% del Pil per la difesa

Italia alle strette sulla spesa militare? All’indomani del vertice dei ministri della Difesa dei Paesi Nato che si è tenuto a Bruxelles, la nostra nazione si è vista pressata per un impegno finanziario maggiore di quello attuale.

Da evidenziare, infatti, che in un vertice nel 2014, i leader Nato hanno concordato una spesa di almeno il 2% del Pil da destinare alla difesa nell’arco temporale di 10 anni (al 2024), ma l’anno scorso il governo Draghi ha rinviato il piano al 2028.

Cosa farà, adesso, il Paese? Il ministro della Difesa Crosetto ha commentato: “C’è un precedente impegno per il 2028 ma la Nato ci chiede di anticiparlo al 2024. Ne discuterò con il premier e il governo”. Ha aggiunto che la promessa di adeguarsi al 2% è stata fatta, quindi occorrerà agire.

Diversi alleati stanno spingendo per una maggiore spesa militare data l’invasione russa dell’Ucraina, con Gran Bretagna e Polonia che già spendono oltre il 2% del Pil, secondo i dati Nato.

Le stime pubblicate lo scorso giugno ritenevano che l’Italia avrebbe dovuto spendere per la difesa l’1,54% del Pil nel 2022, per investire poi ulteriori 10 miliardi di euro in totale in un biennio e raggiungere così l’obiettivo più alto del 2%.

Secondo il Kiel Institute for the World Economy, il nostro Paese si colloca al 12° posto nella lista dei donatori militari, restando quindi molto indietro rispetto, per esempio, alla Germania.

Inoltre, secondo i calcoli, più del 62% del budget finora speso nell’ambito difesa è stato indirizzato al personale. Il rapporto è il secondo più alto all’interno dell’alleanza e questo significa che proporzionalmente viene iniettati molto meno denaro per l’approvvigionamento militare, la manutenzione e le infrastrutture.

Il nodo principale da sciogliere è di tipo finanziario: ci sono risorse aggiuntive per coprire le spese militari? Il ministro Crosetto ha detto che il Governo Meloni potrebbe intervenire nel prossimo bilancio, ma qualsiasi decisione dovrebbe rispettare vincoli finanziari. In un momento molto difficile e sfidante, tra debito sotto controllo, inflazione elevata, economia oscillante.

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