Israele, perché l’attacco in Libano è una mossa azzardata?

Redazione

27 Settembre 2024 - 09:48

Gianandrea Gaiani (Analisi Difesa), intervistato da Money.it, analizza le prospettive della guerra in Medio Oriente e dello scontro tra Libano e Israele.

 Israele, perché l’attacco in Libano è una mossa azzardata?

Il conflitto tra Israele, Hamas e Hezbollah, in particolare negli ultimi tempi, ha visto un aumento significativo delle tensioni e dei combattimenti. Con Gianandrea Gaiani di Analisi Difesa abbiamo fatto il punto sulla guerra in Medio Oriente e i suoi sviluppi recenti.

Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre dello scorso anno, Israele ha concentrato le sue operazioni principalmente sul fronte di Gaza, senza tuttavia riuscire a distruggere completamente la capacità militare di Hamas, nonostante le dichiarazioni del governo israeliano che affermano il contrario.

Ora, l’attenzione sembra spostarsi verso un potenziale secondo fronte al confine nord con il Libano, dove Hezbollah, una forza militare molto più potente e organizzata rispetto a Hamas, rappresenta una minaccia considerevole. I recenti attacchi da parte di Hezbollah verso il territorio israeliano, seguiti da bombardamenti israeliani mirati a colpire le infrastrutture militari del gruppo, suggeriscono una strategia preventiva da parte di Israele per indebolire la capacità difensiva del movimento libanese. La superiorità dell’intelligence israeliana è stata recentemente dimostrata con azioni che hanno colpito i sistemi di comunicazione di Hezbollah, facendo esplodere dispositivi elettronici come walkie-talkie e cercapersone, con un forte impatto propagandistico.

Hezbollah, con una struttura militare radicata nel sud del Libano, rappresenta una sfida formidabile per Israele, come già dimostrato nel conflitto del 2006. Israele si trova dunque di fronte a una scelta difficile: proseguire con bombardamenti aerei mirati, evitando un’invasione terrestre che potrebbe causare ingenti perdite, oppure aprire un vero e proprio secondo fronte in Libano, rischiando di trovarsi impantanato in un conflitto prolungato e costoso.

Inoltre, il dibattito sui crimini di guerra si intensifica, con numerose voci che accusano Israele di colpire indiscriminatamente i civili, una pratica che, se confermata, violerebbe il diritto internazionale. Tuttavia, la complessità della guerra moderna, dove i gruppi insurrezionali spesso si nascondono tra i civili, rende difficile distinguere nettamente tra azioni legittime di autodifesa e crimini di guerra. La comunità internazionale appare divisa, e mentre la solidarietà verso la causa palestinese rimane forte, il sostegno a Hezbollah è molto più limitato.

Gianandrea Gaiani

Gianandrea Gaiani, nato nel 1963 a Bologna, si è affermato come figura di spicco nel panorama giornalistico e accademico grazie alla sua dedizione e competenza nel campo delle analisi strategiche e dello studio dei conflitti. Dopo essersi laureato in Storia contemporanea, ha iniziato la sua carriera nel mondo del giornalismo nel 1988, collaborando con prestigiose testate. La sua attività si è concentrata principalmente sull’approfondimento e la documentazione delle dinamiche dei teatri di guerra.
Oltre a una solida carriera giornalistica, Gaiani ha condiviso il suo bagaglio di conoscenze attraverso conferenze, partecipando a oltre un centinaio di eventi in contesti accademici, istituzionali e militari.
Autore di numerose pubblicazioni di successo, Gaiani ha contribuito significativamente al dibattito pubblico sulle questioni di sicurezza internazionale. La sua firma compare regolarmente su importanti quotidiani come Il Sole 24 Ore, Il Foglio, Libero e Il Corriere del Ticino, oltre che sul settimanale Panorama. Dal 2000, ricopre il ruolo di direttore responsabile di Analisi Difesa, una pubblicazione edita da Intermedia, consolidando ulteriormente la sua posizione di esperto nel settore.

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