Intesa Sanpaolo, trimestrale record ma titolo giù. Ecco perché la Borsa non ha festeggiato

Claudia Cervi

31 Ottobre 2025 - 12:56

A Milano la banca più solida d’Italia perde oltre il 3% e non convince gli investitori e cosa cambia ora per chi punta sui titoli bancari.

Intesa Sanpaolo, trimestrale record ma titolo giù. Ecco perché la Borsa non ha festeggiato

Certe volte i numeri non bastano. Intesa Sanpaolo ha pubblicato una delle trimestrali più solide dell’anno: utile netto a 7,6 miliardi in nove mesi, CET1 ratio al 13,9%, dividendo anticipato da 3,2 miliardi. Eppure il titolo sta perdendo oltre il 3%, in controtendenza rispetto al clima di fiducia che aveva accompagnato l’attesa.

Un paradosso solo apparente, che rivela come il mercato, dopo aver premiato per mesi la forza delle banche italiane, stia iniziando a chiedere qualcosa di più: non solo conti solidi, ma nuove prospettive di crescita in un mondo che cambia.

Analizziamo nel dettaglio tutti i numeri della banca, per capire cosa non ha convinto davvero Piazza Affari e perché un risultato in linea con le attese, forse anche leggermente sopra, si è tradotto in prese di beneficio così marcate.

Trimestrale solida, ma il mercato guarda già oltre i tassi

Intesa Sanpaolo ha centrato in pieno le aspettative: utile netto trimestrale a 2,37 miliardi, commissioni in crescita del 5,1%, attività assicurativa +4,7%, costi operativi in calo. I numeri confermano un modello di business diversificato e una gestione impeccabile. Ma evidentemente non basta.

Il nodo è il reddito netto da interessi, sceso del 6,8% nei primi nove mesi e del 3,2% sul trimestre. Un calo fisiologico, visto il ciclo di tagli dei tassi BCE, ma che segna la fine della “stagione d’oro” per gli istituti europei. Finché i tassi salivano, i margini di interesse volavano. Ora che l’Europa ha avviato una fase di normalizzazione, i profitti facili da liquidità e prestiti si assottigliano.

Gli analisti, infatti, hanno letto la trimestrale come l’ultimo picco di un ciclo. La banca resta fortissima, ma la curva dei ricavi si appiattisce. È lo stesso motivo per cui anche i titoli bancari europei hanno frenato, mentre gli investitori spostano l’attenzione su settori più “growth” in vista di un 2026 con tassi ai minimi.

In altre parole, i conti sono ottimi ma già scontati, e in Borsa, quando non ci sono sorprese positive, la delusione si traduce in realizzi.

Dividendi generosi, ma poca spinta per chi cerca crescita

C’è poi un secondo elemento che spiega la reazione del mercato. Il titolo Intesa Sanpaolo non è più a sconto. Dopo mesi di rally, il titolo era arrivato ai conti in area 5,76 euro, sui massimi pluriennali. Con un rendimento da dividendo vicino al 9% annuo, molti investitori avevano già incassato la scommessa.
La banca continuerà a essere un colosso del reddito (3,2 miliardi di acconto dividendo, 2 miliardi di buyback) ma chi cerca capital gain vede oggi un margine di crescita limitato. Il consensus, pur confermando una guidance da oltre 9 miliardi di utile per l’anno intero, segnala che il fair value è ormai pieno.

Il risultato è che i fondi e gli istituzionali, dopo mesi di accumulo, hanno preferito alleggerire le posizioni approfittando dei massimi, innescando un fisiologico “sell on news”. Una dinamica classica nei cicli maturi. Dunque la banca continua a macinare utili, ma il mercato vuole vedere dove arriverà la nuova crescita e quanto potrà compensare il calo strutturale dei margini da interesse.

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