Money.it ha intervistato il professor Salvo Amato, amministratore del gruppo Facebook ProfessioneInsegnante.it, e fautore della cancellazione della Buona Scuola.
La campagna elettorale per le elezioni politiche di domenica 4 marzo si chiude oggi; con l’occasione noi di Money.it abbiamo intervistato il professor Salvo Amato, amministratore del gruppo Facebook ProfessioneInsegnante.it che vanta più di 100mila iscritti.
Un gruppo dove gli insegnanti esprimono il loro parere su passato, presente e futuro della scuola italiana, dando anche delle importanti indicazioni in merito al voto del 4 marzo 2018.
Pur non sapendo per chi voterà ogni singolo insegnante crediamo che la maggior parte di questi voterà in favore di una nuova riforma della scuola; la conferma arriva direttamente da Salvo Amato.
1) Salve professor Amato e grazie per la disponibilità dimostrata. Siamo arrivati alla fine di questa campagna elettorale dove inevitabilmente anche i Social Network hanno avuto un ruolo fondamentale. Ad esempio il suo gruppo Facebook - ProfessioneInsegnante.it - con più di 100mila iscritti è stato un bacino importante per il rilevamento del sentimento degli insegnanti. Se dovesse riassumerlo in poche parole, qual è la richiesta che gli insegnanti - e tutti gli addetti ai lavori - fanno al prossimo Governo (qualunque esso sia)?
Buongiorno grazie a voi per l’opportunità; gli insegnanti chiedono di abolire buona parte della Legge 107 che ha precarizzato e umiliato il ruolo dell’insegnante.
Mi riferisco alla chiamata diretta, alle varie mancette, al potenziamento che sarebbe da rivedere con una valorizzazione della funzione docente. Gli insegnanti chiedono di abolire l’alternanza scuola lavoro che evidentemente non funziona, chiedono un percorso di reclutamento sicuramente diverso da quello proposto. Gli insegnanti precari da anni chiedono sicuramente stabilizzazione. Ci sono tanti punti della 107 ancora risparmiati nel rinnovo del contratto come la formazione obbligatoria in orario non di servizio o la perdita di tanti diritti acquisiti.
2) Lei come amministratore è sempre stato un punto di riferimento per gli iscritti. Tant’è che in molti hanno deciso di seguirla quando lei stesso ha dichiarato che - dopo un’attenta valutazione - avrebbe votato il Movimento 5 Stelle. Eppure dopo la designazione di Salvatore Giuliano come eventuale Ministro dell’Istruzione per un Governo a 5 Stelle lei stesso sembra aver cambiato idea. Lo conferma? Perché secondo lei Giuliano non è il candidato ideale per guidare il comparto Istruzione e Ricerca verso una nuova fase di riforme?
L’essere ritenuto un punto di riferimento mi responsabilizza e mi preoccupa. Io non ho mai scritto che avrei votato M5S pur vedendo con interesse il Movimento e collaborando con alcuni del M5S attivamente durante tutto il percorso che ha portato la riforma ad essere varata e messa in atto con tutto quel che ne consegue.
Ho attentamente evitato di esprimere le mie intenzioni di voto per non personalizzare il gruppo in una decisione che comunque resta personale. Le uniche azioni incisive condivise sul gruppo hanno riguardato la critica e il non voto a chi ha messo in atto 107 e la riforma Gelmini…
La designazione di Giuliano mi ha lasciato perplesso. Ciò non tanto per un fatto di fiducia - so per certo che il Movimento non tollererà che esca dalle direttive - quando per un fatto di comunicazione. La mia ipotesi ha trovato ampio riscontro quando molti oltre me hanno potuto dimostrare che il DS Giuliano, che sarà sicuramente un eccellente Preside, ha portato avanti in passato azioni in favore della Legge 107, finendo per collaborare attivamente per ben 2 anni con l’ex Ministra Giannini.
La collaborazione non poteva che riguardare l’attuazione della stessa riforma. Va da sé che io ricordi anche di una petizione on line #iononsciopero che fu portata avanti da lui come primo firmatario in contrapposizione al nostro grande sciopero del 5 maggio.
Pur volendo ascoltare e credere nelle buone intenzioni dell’interessato, queste cose hanno finito per essere anche strumentalizzate dalle altre forze politiche come era prevedibile. Credo che il Movimento 5 Stelle avrebbe potuto evitare di fornire una simile occasione.
La mia critica sulla scelta è più sul piano della comunicazione che sul resto. Poi ognuno si presenta col proprio passato, il futuro è solo fatto di promesse e sappiamo quante ne abbiamo lette non mantenute.
Resta, tuttavia, la necessità di un cambiamento e agli elettori del Movimento non resta che accettare, anche malvolentieri, la scelta e votare. Lo farò anche io? Probabilmente ma non potevo non dire quel che pensavo.
3) Ci pare di capire che obiettivo prioritario del nuovo Governo dovrà essere quello di cancellare la Buona Scuola. Eppure secondo Matteo Renzi il problema della Legge 107/2015 è stato solo “comunicativo”, dal momento che gli insegnanti non hanno capito la bontà di questa riforma. Lei che nella scuola ci lavora tutti i giorni, può dirci cosa è cambiato veramente in questi ultimi quattro anni e - soprattutto - se in meglio o in peggio?
Fatico a pensare che una persona intelligente ritenga di non essere stata capita da un milione di insegnanti. Semplicemente non ammette l’arroganza con cui ha portato avanti l’operazione. Ci ha comunicato benissimo le sue intenzioni ovvero quelle di precarizzare i docenti.
Ciò che veramente ci è dispiaciuto è la perseveranza nel fare errori, tipica delle persone arroganti. In 3 anni gli insegnanti sono TUTTI precarizzati, anche quelli con decenni di servizio.
Tutti alla mercè di un Preside assoluto che decide per l’insegnante e lo condiziona con le buone o con le cattive. Il gruppo è un ottimo termometro in questo ed è possibile come siano all’ordine del giorno episodi di vessazioni o di scelte unilaterali da parte di dirigenti dispotici, pieni di sé e convinti di poter condizionare l’operato dell’insegnante, che è e resta libero come sancisce l’articolo 34 della Costituzione.
Inutile ripetere, poi, che hanno indetto un concorso prima di un grande piano di mobilità, lasciando decine di migliaia di vincitori senza posti nel frattempo dati a mobilità per riparare ai danni di un precedente piano assunzioni fallimentare.
Inutile ripetere, anche, che migliaia di docenti sono rimasti precari nelle GAE e se prima avevano incarico annuale adesso non hanno neanche quello sempre per via delle pezze ritenute necessarie per riparare i danni attribuiti ad un algoritmo “sbagliato” che invece ha bene interpretato norme che proponevano assunzioni in 100 province.
Non si può riparare un danno facendone altri!
4) Certo è che la Buona Scuola, una volta eliminata, andrà pur sostituita. Secondo lei quali dovrebbero essere i provvedimenti che non possono mancare nella nuova riforma della scuola? Ad esempio, qual è realisticamente la miglior soluzione per risolvere il problema del precariato?
Guardi, io ho sempre pensato che le ultime riforme, tranne qualche eccezione, abbiano solo danneggiato, si potevano benissimo evitare e la scuola ne avrebbe paradossalmente giovato.
Eliminare chiamata diretta, ambiti territoriali, alternanza scuola lavoro e innumerevoli altre norme che hanno il solo obiettivo di aumentare il potere dei presidi e precarizzare il docente di certo non richiede sostituzione alcuna.
Proposte? Io umilmente non saprei ma mi permetto di dirne un paio. Nella legge di bilancio pare siano previste trasformazioni per 10mila cattedre sul sostegno da organico di fatto a organico di diritto finalizzandole al ruolo. Non ci sono altrettanti docenti specializzati, sarebbe opportuno avviare dei percorsi di specializzazione.
La riforma Gelmini fu dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato per via del taglio del 10% delle ore nei tecnici e professionali. Solo questa operazione ha prodotto almeno 30.000 esuberi. Non sarebbe il caso di ripristinare quelle ore come richiedeva la sentenza del Consiglio di Stato?
I percorsi sul reclutamento sono nel caos tra abilitazioni a numero chiuso, FIT, concorsi strani e tirocini da 400 euro al mese. Forse un po’ di ordine non guasterebbe ma da dove deriva questo disordine se non nella stratificazione di riforme? C’è anche da considerare il grande problema dei diplomati magistrali, insomma roba non facile che non può rientrare in un programma elettorale con qualche frase a effetto.
5) Non trova anche lei che in questa campagna elettorale il tema della scuola sia stato poco affrontato da tutte le forze politiche in campo? Eppure la il comparto Istruzione e Ricerca vanta un numero elevato di elettori, tant’è che molti di questi votando per il No hanno contribuito alla sconfitta di Matteo Renzi al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016.
La campagna che portò al voto il 4 dicembre 2016 fu l’inizio della rivolta degli insegnanti contro la 107 usando lo strumento delle urne. Al momento non c’è una forza politica che non parli di abolizione o aggiustamento. Anche il PD parla di “miglioramento”.
Quando si entra nel vivo delle proposte, poi, si scopre che esse vengono da chi la scuola non la conosce affatto. Non è sufficiente aumentare risorse e neanche abolire riforme. La Centemero, ad esempio, insiste ancora sul potere ai DS pur criticando la Legge 107 che di fatto ha aumentato a dismisura tale potere.
Continuano le uscite di chi di scuola praticamente non sa nulla. Singolari sono gli slogan di Salvini e le indicazioni a Ministro della Carfagna, forse loro la scuola la conoscono bene? Insomma, se il buon giorno si vede dal mattino, io non vedo nulla di buono, solo programmi.
Faccio notare che nessuna delle riforme a cui abbiamo assistito è mai stata scritta in programmi elettorali. Tutto pensato dopo, quando un governo si è insediato forte del consenso in parlamento, fregandosene del mandato dei cittadini.
Il corpo docente, di fatto, è spaccato. Tempo fa sul gruppo facemmo un sondaggio, per quanto attendibile possa ritenersi, e ne uscì una frammentazione che di fatto escludeva le due grosse forze politiche centrodestra e centrosinistra. Gli insegnanti erano notoriamente elettori di sinistra per la maggior parte, adesso sono letteralmente confusi tra M5S e piccole formazioni di sinistra. Non resta che auspicare il fatto che esca un risultato chiaro alle urne.
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