Inflazione euro, l’ultimo messaggio alla BCE di Lagarde. “Stangata di Pasqua” per l’Italia

Laura Naka Antonelli

16/04/2025

L’Eurostat ha reso noto il trend dell’inflazione nell’area euro, mentre l’ISTAT ha fatto il punto della dinamica dei prezzi in Italia.

Inflazione euro, l’ultimo messaggio alla BCE di Lagarde. “Stangata di Pasqua” per l’Italia

Il processo disinflazionistico, nell’area euro, continua: lo hanno confermato gli ultimi numeri relativi all’inflazione dell’Eurozona, pubblicati oggi, alla vigilia del BCE Day.

Detto questo, sebbene l’ISTAT abbia limato lievemente le stime precedentemente comunicate, in Italia alcune componenti hanno indicato un’accelerazione delle pressioni inflazionistiche, tanto da portare il Codacons a lanciare un alert sulla dinamica dei prezzi.

Tutto, mentre monta l’attesa per il BCE Day di domani, giovedì 17 aprile 2025, quando arriverà il grande verdetto della Banca centrale europea, guidata da Christine Lagarde, sui tassi di interesse del blocco. Verdetto, a quanto pare, già scritto.

Focus sul trend dell’indice dei prezzi al consumo dell’area euro, annunciato dall’Eurostat.

Tra i principali parametri utilizzati per misurare e monitorare il trend dei prezzi, l’indice dei prezzi al consumo dell’Eurozona ha segnato nel mese di marzo un rialzo del 2,2% su base annua, rallentando rispetto al +2,3% di febbraio, e indebolendosi anche rispetto al +2,4% del marzo del 2024.

Prendendo in considerazione l’intera Unione europea, il tasso di inflazione è stato pari al 2,5%, in ritirata rispetto al 2,7% di febbraio, e in calo anche rispetto al marzo del 2024, quando si era attestato al 2,6%.

All’interno del blocco UE, l’inflazione più bassa è stata registrata in Francia (0,9%), Danimarca (1,4%) e in Lussemburgo (1,5%).

L’inflazione più alta si è presentata invece in Romania (5,1%), Ungheria (4,8%) e Polonia (4,4%).

Rispetto al mese di febbraio, l’inflazione su base annua è scesa in 16 stati membri UE, rimanendo stabile in un Paese e salendo in 10.

A sostenere il trend dei prezzi, nello specifico nell’area euro, è stata soprattutto l’inflazione dei servizi (con un contributo di +1,56 punti percentuali), seguita dall’inflazione misurata dai prezzi dei beni alimentari, tabacco e alcol (+0,57 pp) e dai prezzi dei beni industriali non energetici (+0,16 pp).

Negativo invece il contributo dei prezzi energetici (-0,10 pp).

L’ISTAT annuncia ultimi numeri su inflazione Italia

Prima del dato relativo all’inflazione dell’Eurozona, è stato reso noto quello relativo all’inflazione dell’Italia sempre del mese di marzo, che è stata rivista al ribasso dall’ISTAT.

Il rialzo è stato pari a +0,3% su base mensile e pari a +1,9% su base annua, rispetto al +2% precedentemente reso noto. La revisione del dato preliminare relativo all’inflazione dell’Italia è stata dunque al ribasso.

Va messo in evidenza tuttavia che, nel mese di febbraio, il trend annuo dell’inflazione in Italia era stato più debole, pari a +1,6%, il che significa che il downgrade non smentisce il dato di fatto: in Italia, a marzo, l’inflazione è tornata ad accelerare il passo.

Detto questo, l’ISTAT ha calcolato per l’intero 2025 una inflazione acquisita pari a +1,3% per l’indice generale e a +1% per la componente di fondo: ritmi di crescita, entrambi, decisamente più bassi rispetto al target del 2% dell’inflazione stabilito dalla BCE.

Per quanto riguarda l’inflazione core, ovvero l’inflazione headline al netto degli energetici e degli alimentari freschi, in Italia il trend è rimasto stabile (+1,7%).

L’inflazione al netto dei soli beni energetici ha segnato tuttavia una lieve accelerazione (da +1,7% a +1,8%).

L’alert del Codacons: “Stangata di Pasqua”

Un attenti sull’inflazione dell’Italia è stato lanciato dall’associazione dei consumatori Codacons, che ha commentato il trend dei prezzi parlando di “una accelerazione che, in termini di spesa e considerala la totalità dei consumi di una famiglia, equivale ad un aggravio pari in media a +624 euro annui per la famiglia tipo, +851 euro per un nucleo con due figli ”.

Il Codacons ha definito il trend alla stregua di una “stangata di Pasqua per gli italiani.

Così l’associazione:

L’andamento dei listini al dettaglio di prodotti alimentari e bevande analcoliche risulta in forte crescita, con un aumento medio del +2,5% su base annua, con punte del +3,3% per i beni non lavorati. Rincari che stanno proseguendo nelle ultime settimane, e che incideranno sulle spese di Pasqua degli italiani. Tra i prodotti più colpiti dagli aumenti dei prezzi vi sono proprio uova di cioccolato e colombe – immancabili sulle tavole delle famiglie – che risentono della crisi delle materie prime, con le quotazioni del cacao e del burro salite alle stelle”.

Per le uova di Pasqua, in particolare, il Codacons ha registrato nei negozi rincari fino al +30% rispetto allo scorso anno per alcune note marche industriali, con i prezzi che nei supermercati hanno raggiunto gli 80 euro al kg, mentre la colomba classica aumenta del +9% sul 2024 ”, ha avvertito ancora l’associazione.

Il presidente del Codacons Carlo Rienzi ha così commentato:

“Il rialzo dell’inflazione peserà inevitabilmente sulla Pasqua degli italiani, con le famiglie che dovranno spendere di più per portare cibi e bevande in tavola, e soprattutto per acquistare i dolci simbolo della festività come uova di cioccolato e colombe, i cui listini risentono della grave crisi globale delle materie prime”.

Conto alla rovescia per annuncio tassi BCE, cosa farà Lagarde?

Sale intanto l’attesa per il verdetto sui tassi di interesse dell’area euro che sarà annunciato domani dalla BCE di Christine Lagarde, nel bel mezzo della grande confusione in cui navigano i mercati, indecisi sul da farsi a causa delle continue notizie, seguite da smentite e varie giravolte, che riguardano i dazi di Trump.

Stando alle previsioni dei mercati e degli economisti, la Banca centrale europea taglierà di nuovo il costo del denaro del blocco, per la settima volta dal giugno del 2024, dopo l’ultima riduzione annunciata lo scorso 6 marzo.

Con quell’ultimo taglio, va ricordato, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale sono scesi rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%.

In attesa del grande annuncio, qualcuno sforna previsioni non solo sul trend dei tassi di interesse dell’area euro del 2025, ma anche su quello degli anni successivi.

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