Imprese in crisi di liquidità: i prestiti diretti alternativi alle banche

Giulia Adonopoulos

22/04/2020

12/11/2020 - 16:37

condividi

Aziende in crisi di liquidità per emergenza COVID-19? Avere prestiti veloci e diretti, bypassando la banca, si può: ecco le soluzioni del lending crowdfunding che vengono in soccorso delle PMI italiane.

Imprese in crisi di liquidità: i prestiti diretti alternativi alle banche

L’emergenza COVID-19 in Italia ha messo in ginocchio le piccole e medie imprese, che costituiscono il tessuto socio-economico del Paese e che stanno soffrendo per la crisi di liquidità.

Con l’attività bloccata per quasi due mesi, c’è stata una pioggia di segnalazioni di piccoli e medi imprenditori con dipendenti licenziati o in cassa integrazione ma che non hanno ancora visto un euro. Gli aiuti economici sono previsti, sulla carta, ma molti temono che per l’erogazione del prestito si arrivi alle calende greche.

Quello che però forse non tutti sanno è che oggi le aziende che hanno bisogno di finanziamenti non devono per forza rivolgersi alle banche. Il Fintech, nelle vesti del lending crowdfunding, viene infatti incontro alle piccole e medie imprese che hanno bisogno di prestiti con due caratteristiche chiave: flessibilità e innovazione.

Prestiti diretti imprese: la soluzione alternativa alle banche

Eliminando l’intermediario - la banca - le imprese che richiedono il prestito possono ottenere un vantaggio in termini di tempi rapidi e procedura snella, e i prestatori, in genere, ottengono un rendimento più alto rispetto ad altri tipi di investimento.

Le piattaforme di lending crowdfunding, a cui spetta il compito di far incontrare la domanda e l’offerta, lavorano affinché tutte le parti coinvolte siano tutelate: aiutando le imprese a preservare e proteggere la loro liquidità, difendono anche gli interessi dei prestatori.

Coronavirus: il lending crowdfunding aiuta le imprese

Il primo marketplace italiano di P2P lending BorsadelCredito.it ha lanciato Cash Anti Covid-19. Si tratta di un finanziamento per sostenere le PMI in crisi di liquidità a causa dell’emergenza coronavirus. La piattaforma erogherà un prestito della durata di 6 mesi per coprire le spese dell’azienda (salari e stipendi, affitti, utenze ecc...) e che potrà essere restituito in 12 o più rate mensili a partire dalla fine del 6° mese. Alle imprese con un fatturato annuo maggiore di 10 milioni il portale anticipa fino a 500mila euro, a tutte le altre fino a 300mila euro.

La piattaforma di finanziamenti alle imprese paneuropea October, invece, aveva già annunciato a metà marzo il congelamento di 3 mesi dei rimborsi di capitale e lo stop degli addebiti delle commissioni mensili alle imprese clienti. A queste si è ora aggiunta un’altra possibilità. Le imprese italiane idonee (in base a fatturato e settore in cui operano) a una garanzia pubblica o privata possono rimborsare il prestito October in corso e ottenerne uno nuovo di importo superiore al capitale residuo attuale e per una durata maggiore. Per le imprese questa operazione di rifinanziamento significa incremento della liquidità e finanziamento di durata maggiore. Il beneficio per i prestatori privati è il rimborso immediato del capitale residuo, mentre per quelli istituzionali si tratta di un modo efficace per garantire parte del capitale durante la crisi.

Anche Re-Lender è intervenuta a supporto delle imprese in difficoltà, lanciando la linea di finanziamenti agevolati RE-Start Italia. La vera novità è che con questa iniziativa il portale, che finora ha finanziato solo progetti di riconversione in ambito industriale, immobiliare e ecologico, apre le porte ad altre tipologie di aziende. Potranno quindi richiedere finanziamenti le aziende operanti in qualsiasi settore. “Non ci baseremo sul progetto di per sé ma sulla capacità dell’azienda di rimborsare il prestito”, ci spiegano. “Potremo finanziare anche importi più ridotti, il nostro taglio medio ad oggi è di 300.000€”.

La piattaforma ha inoltre deciso di ridurre le commissioni di raccolta che vengono pagate dalle società richiedenti. Se finora le fee pagate erano in media pari al 7-8%, ora passa al 5% circa della raccolta.

Iscriviti a Money.it