Enel, la richiesta del Sudafrica: ci aiuti a risolvere crisi energetica

Marco Ciotola

12/02/2019

13/02/2019 - 09:59

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Il governo sudafricano chiede aiuto all’azienda italiana per far fronte alla crisi energetica, che sta lasciando il Paese in balia dei blackout. I dettagli

Enel, la richiesta del Sudafrica: ci aiuti a risolvere crisi energetica

Il Sudafrica chiama in soccorso Enel.
È quanto annunciato da Pravin Gordhan, ministro delle partecipazioni statali, che durante un discorso in parlamento ha dato già per certo l’intervento della società italiana per fronteggiare la crisi energetica in cui versa il Paese.

Parlando dell’invio di “due o tre ingegneri specializzati nelle centrali a carbone”, Gordhan ha subito lasciato pensare a una rapida entrata in scena di Green Power, controllata Enel presente sul territorio con numerosi impianti.

Al momento tuttavia da nessuna delle due parti - quella del governo sudafricano e quella dell’azienda guidata da Francesco Starace - sono arrivate conferme o smentite a riguardo.

Enel, la richiesta del Sudafrica: ci aiuti nella crisi energetica

L’annuncio di un intervento di Enel sul territorio sudafricano segue solo di poche ore la notizia della nascita di un parco eolico a Nxuba.

L’impianto - da 140 Mw per un operazione dal costo complessivo di 200 milioni di euro - sarà il terzo della società italiana nell’area e dovrebbe terminare entro la fine del 2020.

Secondo Antonio Cammisecra, responsabile Enel Green Power, si tratta di un’ulteriore conferma dell’impegno da parte della società nel “rafforzare la propria presenza nel paese”".

Una circostanza che può di certo rappresentare un forte indizio circa l’interessamento di Enel verso le più attuali circostanze del Sudafrica, alle prese con una crisi energetica figlia di una combinazione di scarsa produzione e domanda che continua a crescere.

Perché la crisi energetica in Sudafrica?

Al momento il Paese affronta una serie infinita di blackout e disagi, solo le conseguenze più visibili di una gravissima crisi energetica.

A originarla il collasso di Eskom, la società pubblica che rappresenta il principale fornitore di energia elettrica del Paese, distribuendo più del 90% dell’elettricità sudafricana e più del 40% dell’elettricità di tutto il continente.

Nel pieno di una riorganizzazione aziendale e gravata da un notevole debito, Eskom non riesce da tempo a far fronte alla domanda del Paese, che secondo diverse testimonianze interne al settore si troverebbe al momento con circa 18 gigaWatt di capacità fuori uso.

Questo fa sì che i blackout siano ricorrenti e l’emergenza si estenda sul fronte idrico e non solo.

Poche settimane fa un blackout in una miniera sudafricana - l’impianto minerario di Beatrix, vicino alla città di Welkom - ha visto quasi 1.000 persone restare intrappolate nel sottosuolo e dato vita a un’emergenza che ha coinvolto l’intero Paese.

Prima del salvataggio, i lavoratori sono rimasti per più di una giornata a circa un chilometro di profondità, vista l’impossibilità di utilizzare gli ascensori.

Seppure spiegato ufficialmente con cause distanti dall’attuale emergenza, il fatto ha dipinto in maniera sempre più grave la situazione attuale.

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