Il patrimonio di Antonio Angelucci, il politico più ricco d’Italia

Emanuele Di Baldo

14 Novembre 2025 - 16:11

Imprenditore, editore e anche politico (il più assenteista secondo le statistiche): ecco chi è e quanto guadagna Antonio Angelucci, deputato della Lega.

Il patrimonio di Antonio Angelucci, il politico più ricco d’Italia

All’interno della politica italiana, ci sono figure che sembrano muoversi su più livelli contemporaneamente, attraversando mondi diversi e rimanendo saldamente con le “mani in pasta” un po’ ovunque. Antonio Angelucci è una di queste. 81 anni compiuti lo scorso 16 settembre - nato a Sante Marie in Abruzzo - rappresenta un caso particolare nella scena pubblica: da un lato imprenditore della sanità privata e editore di alcune delle principali testate nazionali, dall’altro parlamentare di lunghissimo corso, ma quasi mai presente in Aula. Gli elementi che compongono il suo profilo sono tanti e spesso distanti tra loro, e questo rende la sua storia una delle più discusse.

Il suo nome circola da anni nelle classifiche dei redditi dei parlamentari; dopo la morte di Berlusconi, è lui ad occupare stabilmente il primo posto. Parallelamente, il suo gruppo imprenditoriale cresce, investe, acquisisce, sposta asset e consolida posizioni sia in Italia che all’estero. L’editoria, poi, è diventata uno dei terreni su cui la famiglia Angelucci ha spinto più intensamente negli ultimi anni, acquistando giornali storici e ampliando la propria capacità di influenza nel dibattito pubblico.

Sullo sfondo rimane l’attività politica, iniziata nel 2008 e proseguita attraverso quattro legislature. Un excursus particolare, perché accompagnato da numeri di partecipazione he non passano inosservati e che alimentano un dibattito che ritorna ciclicamente.

Comprendere la figura di Angelucci significa, quindi, osservare un intreccio di ruoli, capitali e scelte che, negli anni, ha lasciato poco spazio all’interpretazione e molto ai dati. Ed è proprio dai dati che occorre partire per scoprirne il patrimonio complessivo.

Chi è Antonio Angelucci? L’imprenditore di destra che ha costruito un impero

La sua storia non nasce negli uffici di una holding, ma in corsia: prima portantino, poi sindacalista, quindi lentamente inserito nell’ambiente della sanità romana. Da lì, nel corso degli anni, prende forma quello che diventerà il Gruppo San Raffaele, una realtà oggi composta da decine di strutture distribuite principalmente nel Lazio. La sua è una vera e propria scalata partita dal basso.

Con il tempo, la dimensione imprenditoriale cresce e si struttura attraverso una rete societaria estesa: in Italia con Tosinvest S.p.A., all’estero con la holding lussemburghese Three S.A., che diventerà uno snodo fondamentale nella gestione degli asset. La presenza in Lussemburgo è legata soprattutto agli investimenti finanziari e alla gestione di partecipazioni che, negli anni, si sono accumulate fino a raggiungere valutazioni molto elevate.

Parallelamente Angelucci entra nel settore dell’editoria. La famiglia è formalmente proprietaria di Libero, Il Tempo e Il Giornale, segnando, di fatto, la presenza mediatica maggiore tra le testate della destra politica italiana.

Dal 2008, mentre le aziende crescono, Angelucci avvia anche la sua carriera politica: prima nel Popolo della Libertà, poi in Forza Italia e infine nella Lega, con l’attuale Governo Meloni. Una traiettoria che attraversa cambi di leadership, coalizioni e stagioni politiche diverse, pur senza un ruolo particolarmente visibile nei lavori parlamentari, come dimostrano i suoi dati sull’assenteismo.

È in questa sovrapposizione di imprenditoria, editoria e politica che si delinea la figura completa e complessa di Angelucci, di fatto il politico ad oggi più ricco in Italia.

Quanto guadagna Antonio Angelucci? Il patrimonio del politico più ricco di tutti

Quando si parla di ricchezza legata alla politica, il nome di Antonio Angelucci ricorre con una costanza quasi matematica.

Le dichiarazioni fiscali presentate nel 2024, relative all’anno d’imposta precedente, contano un reddito di 4.773.000 euro. Un incremento importante rispetto al 2023, quando il dato dichiarato era intorno ai 3,3 milioni.

Le dichiarazioni degli ultimi dieci anni confermano la tendenza: dal 2013 al 2022 Angelucci ha dichiarato oltre 45 milioni di redditi complessivi, con imposte nette pari a 19 milioni e un reddito medio superiore ai 4 milioni all’anno. La sua posizione nelle classifiche dei parlamentari più ricchi è stabile da tempo, al punto da risultare il più “ricco” dell’intero Parlamento anche secondo le stime 2025 (davanti a Giulia Bongiorno).

Ma il patrimonio non si esaurisce nelle dichiarazioni fiscali. Il gruppo San Raffaele, nel solo 2022, ha registrato ricavi per 157 milioni e un utile di 9 milioni, gestendo 22 strutture e circa 3.000 posti letto. La holding lussemburghese Three S.A. presenta immobilizzazioni finanziarie per 245,9 milioni e 345 milioni di dividendi non distribuiti, una cifra che rappresenta uno dei dati più rilevanti dell’intero sistema societario.

A tutto ciò si aggiungono ulteriori dettagli forniti da diverse ricostruzioni, come quella di Calcio e Finanza, che parla di un valore totale di 343 milioni per gli asset detenuti all’estero, inclusi 41 milioni in opere d’arte.

Un elemento spesso sottolineato è però la sua condizione ufficiale di “nullatenente”: nelle dichiarazioni patrimoniali depositate alla Camera non risultano immobili, veicoli o partecipazioni intestate direttamente a lui.

Angelucci, tra assenteismo e controversie

Il nome di Angelucci, però, non compare solo nelle classifiche dei redditi. Uno dei temi che più ricorrono è il tasso di presenza in Parlamento. O, meglio, di assenza. I dati pubblici raccontano una partecipazione quasi simbolica.

Secondo le statistiche riportate da OpenParlamento, da quando è in carica Angelucci avrebbe preso parte soltanto a 16 votazioni su 14.570 (dati novembre 2025). Una cifra che gli è valsa la definizione di “recordman dell’assenteismo”, con appena lo 0,1% di presenze sul totale.

Alcune ricostruzioni giornalistiche sottolineano come le sue assenze siano sempre state coperte da giustificazioni legittime fornite dai gruppi parlamentari, e come questo lo abbia messo al riparo da decurtazioni dello stipendio.

A ciò si aggiungono vicende societarie e controversie di vario tipo - anche legale. Una delle più discusse è quella emersa in un’inchiesta di Piazzapulita del 2025, dedicata alla vendita di crediti sanitari per oltre 45 milioni di euro, tra cui 11 milioni considerati “non esigibili” a causa di presunte irregolarità attribuite a una clinica del gruppo. Una vicenda complessa che ha aggiunto un ulteriore livello di attenzione sulle attività della famiglia Angelucci.

Anche la stampa estera, quest’anno, ha puntato i fari su Angelucci: il quotidiano francese Le Monde si è occupato del gruppo, con un’analisi sulla sua espansione nell’editoria e sul tentativo - mai concretizzato - di acquisire l’agenzia AGI, episodio che ha alimentato un dibattito sui rapporti tra economia, informazione e politica, che spesso decide le sorti non solo delle legislature ma del consenso pubblico.

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