Il mercato festeggia nuovi record, ma sotto la superficie si muovono forze opposte: debito, dollaro e oro raccontano una storia che non torna.
Cosa sta succedendo di così grave? In superficie, niente di catastrofico. L’economia americana non è in recessione, le trimestrali delle big tech sorprendono ancora, e Wall Street tocca nuovi massimi storici. Ma sotto la superficie, lo scenario è ben diverso.
Il quadro è semplice e al tempo stesso preoccupante: gli Stati Uniti devono rollare tra i 9–11 trilioni di dollari di debito nei prossimi mesi, a cui si sommano oltre 2 trilioni di deficit annuale. In altre parole, non stiamo parlando di “nuovo debito” in senso stretto, ma di rifinanziamento di titoli esistenti che vanno a scadenza, più l’aggiunta di nuove emissioni necessarie a coprire la voragine fiscale.
Non è una variabile secondaria. È il cuore del sistema finanziario globale, perché ogni asta di Treasury non riguarda solo il Tesoro americano, ma la stabilità dei mercati mondiali. Se la domanda resta robusta, tutto procede con relativa calma. Ma se la domanda scricchiola, i rendimenti devono salire per attrarre acquirenti. E rendimenti più alti significano due cose: costo del capitale più elevato e valutazioni azionarie sotto pressione. [...]
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