Il dollaro può crollare del 15%: la previsione

Violetta Silvestri

5 Aprile 2023 - 15:36

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Il dollaro perde forza rispetto alle altre valute e secondo alcune stime potrebbe anche crollare del 15% nell’arco di un anno. Perché il biglietto verde si sta così indebolendo?

Il dollaro può crollare del 15%: la previsione

Il dollaro Usa perde ancora slancio, con una previsione shock che stima un crollo fino al 15% in un anno.

Il biglietto verde è vulnerabile e può scivolare pesantemente nel prossimo anno e mezzo, poiché il raffreddamento dell’inflazione consentirà alla Federal Reserve di tagliare i tassi di interesse: questa la previsione di Stephen Jen di Eurizon Capital.

Intanto, l’importante valuta rifugio si è avvicinata ai minimi di due mesi il 5 aprile, dopo che i dati deboli hanno supportato l’opinione che la Fed potrebbe non aver bisogno di aumentare ulteriormente il costo del denaro. Nello specifico, l’indice del dollaro, che misura la performance della valuta statunitense rispetto ad altre sei, ha toccato 101,43, livello minimo da febbraio.

Cosa succede al dollaro e quali previsioni per il futuro: perché potrebbe esserci il tonfo del biglietto verde.

Perché il dollaro è in calo: ci sarà un crollo del 15%?

Ci sono alcune indicazioni sul mondo del lavoro Usa che stanno affossando il potente biglietto verde.

I dati di martedì hanno mostrato che le aperture di lavoro negli Stati Uniti sono scese al livello più basso in quasi due anni a febbraio, suggerendo che tassi più alti stavano iniziando a comprimere il mercato. Inoltre, mercoledì 5 aprile l’occupazione nel settore privato degli Stati Uniti è aumentata di 145.000 a marzo, al di sotto della stima degli analisti di 200.000, secondo il rapporto mensile di ADP.

I segnali sono tutti sulla banca centrale: la politica di inasprimento inizia a fare effetto con conseguente pausa degli aumenti dei tassi? La domanda si sta diffondendo tra gli investitori e il dollaro ne sta risentendo.

Il biglietto verde è in costante calo da settembre, ma nell’ultima settimana il ritmo di indebolimento aumentato. La valuta statunitense è scivolata in basso in 16 delle ultime 25 sessioni di trading.

Gli analisti di Eurizon hanno quindi messo in evidenza che a questo punto, la banca centrale degli Stati Uniti è molto vicina, se non ha già superato, al suo picco di aggressività e la sua prossima mossa sarà quella di abbassare i costi di indebitamento.

“Con così tanto inasprimento della Fed già in atto, i rischi per l’inflazione negli Stati Uniti e nel mondo sono fortemente sbilanciati verso il basso. Il livello già contenuto dell’attività economica nelle principali parti del mondo, ironia della sorte, probabilmente impedirà il collasso della domanda globale”, e questo scenario indica un dollaro significativamente più debole, hanno affermato.

Lo stratega Jen sta basando le sue previsioni di un possibile crollo del dollaro anche del 15% in un anno sulle aspettative che l’inflazione negli Stati Uniti rallenterà all’incirca allo stesso ritmo con cui è aumentata nel 2021 e nella prima metà del 2022, un periodo caratterizzato dal più forte aumento dei prezzi al consumo dagli anni ’80.

Sulle previsioni a medio-lungo termine riguardanti il tonfo del dollaro potrebbero pesare anche altri fattori, oltre a quelli strettamente legati alla politica Fed. Bloomberg ha riferito, per esempio, che lo yuan cinese ha superato il dollaro Usa come valuta più scambiata a febbraio, in volume di scambi mensili, per la prima volta in Russia.

Inoltre, la scorsa settimana, il Brasile e la Cina hanno raggiunto un accordo per smettere di utilizzare il biglietto verde come intermediario nelle transazioni commerciali.

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