Trump detta le regole: Arabia Saudita, Giappone e UE costrette a finanziare la reindustrializzazione americana. L’Europa cede capitali e influenza per evitare una crisi valutaria globale.
Fa già ridere solo a leggerlo: gli 800 miliardi di euro per investimenti aggiuntivi che Mario Draghi aveva chiesto all’Unione europea di effettuare per recuperare il divario competitivo rispetto agli Usa ed alla Cina si sono trasformati nell’impegno assunto da Ursula von der Leyen nei confronti di Donald Trump ad investire 600 miliardi di dollari per reindustrializzare gli Usa.
Mentre tutto il mondo guarda esclusivamente ai dazi sulle importazioni che vengono imposti da Donald Trump a tutti i Paesi che commerciano con gli Stati Uniti, si presta ben poca attenzione alle misure volte a sostenere artificiosamente l’export americano, prevedendo acquisti obbligatori di prodotti, dal GNL agli armamenti fino ai Boeing, e soprattutto all’obbligo di investire negli Usa risorse enormi.
La domanda internazionale di merci americane, e soprattutto quella di investimenti esteri negli Usa, deve essere imposta ad ogni costo, approfittando delle trattative commerciali: c’è in ballo l’insostenibile privilegio del dollaro.
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