I 4 problemi economici che minacciano l’Europa

Violetta Silvestri

17/11/2023

17/11/2023 - 13:55

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L’economia europea è in bilico più che mai in questo contesto globale così critico. Perché il vecchio continente deve vincere 4 sfide, prima che diventino problemi per la sua crescita.

I 4 problemi economici che minacciano l’Europa

L’economia europea alle prese con 4 sfide urgenti che possono trasformarsi in problemi profondi e prolungati per la sua crescita.

Dalla lotta all’inflazione da parte della Bce alla necessità di velocizzare la transizione energetica, fino al calo demografico che può sconvolgere il mondo del lavoro e i bilanci degli Stati e alla deglobalizzazione, i rischi di shock sono reali per l’Europa.

Il momento è critico e richiede risposte politiche lungimiranti, efficaci, comunitarie. Lagarde, in un discorso del 17 novembre, ha esortato il vecchio continente a uno compiere uno “sforzo generazionale” che può salvare il suo incerto destino. Sullo sfondo, ci sono 4 sfide da non perdere se l’Europa vuole puntare su crescita, innovazione, sostenibilità.

1. Inflazione e crescita: la battaglia Bce sui tassi sarà vincente?

Il primo punto di riflessione per l’economia europea è senza dubbio rivolto alla politica monetaria della Bce: sta funzionando nella lotta all’inflazione? Riuscirà a evitare una recessione?

Le risposte non sono ancora chiare. Gli ultimi dati sui prezzi al consumo dell’Eurozona aiutano a capire perché il quadro è complesso. Il rincaro dei servizi e dei prodotti alimentari è stato il principale motore della crescita dell’inflazione nel mese di ottobre, secondo i dati pubblicati venerdì, mentre l’ufficio statistico dell’Ue ha confermato che l’inflazione su base annua ha subito un forte rallentamento.

Eurostat ha affermato che l’inflazione al consumo nei 20 Paesi che utilizzano l’euro è scesa al 2,9% su base annua in ottobre dal 4,3% di settembre, dopo che i prezzi sono aumentati dello 0,1% su base mensile.

Gli aumenti dei prezzi nel settore dei servizi, la parte più importante dell’economia della zona euro, hanno aggiunto 1,97 punti percentuali al dato finale su base annua e i prodotti alimentari, alcolici e tabacco più costosi hanno portato a registrare 1,48 punti percentuali in più.

Il calo dei costi energetici ha continuato a spingere in basso l’inflazione. La scommessa della Bce adesso è centrare il target del 2% senza trascinare il blocco in recessione. Non sarà così facile e non a caso i mercati cominciano a puntare su tagli dei tassi nel 2024 di un intero punto percentuale.

2. Transizione energetica

Al Congresso bancario europeo, venerdì 17 novembre, Lagarde ha espresso preoccupazione per l’economia globale, sempre più frammentata in blocchi contrapposti.

In questo scenario così precario, una delle maggiori sfide per l’Europa è cavalcare la transizione energetica senza che questo cambiamento produttivo e industriale travolga le sue finanze. Con la Cina che ormai domina i settori delle energie rinnovabili e dei veicoli elettrici, minacciando addirittura di far esplodere una bolla verde per un eccesso di offerta a prezzi bassi, il vecchio continente non può attendere ancora. Ma quale prezzo può pagare per sostenere l’industria green?

La risposta svela un campanello di allarme. Secondo Lagarde, infatti, le stime mostrano che la transizione verde pianificata in Europa richiederà un investimento aggiuntivo di 620 miliardi di euro ogni anno fino alla fine del decennio, con altri 125 miliardi di euro all’anno per una transizione digitale.

“I governi hanno i livelli di debito più alti dalla Seconda Guerra Mondiale, e i finanziamenti europei per la ripresa termineranno nel 2026. Le banche avranno un ruolo centrale da svolgere, ma non possiamo aspettarci che si assumano così tanti rischi nei loro bilanci”, ha aggiunto e ha quindi richiamato l’attenzione sulla proposta di Unione dei mercati dei capitali (UMC).

In sintesi, la sfida è duplice per l’Europa: la transizione energetica e la solidità degli investimenti, senza appesantire i livelli di debito già preoccupanti.

3. Calo demografico

La demografia è diventata una questione cruciale per l’Europa: il blocco invecchia.

“Con l’invecchiamento delle nostre società, dovremo implementare nuove tecnologie in modo da poter produrre maggiori risultati con meno lavoratori. La digitalizzazione aiuterà”, ha esortato Lagarde.

Si tratta di una rivoluzione strategica, per la quale gli Stati devono iniziare ad attrezzarsi. La lungimiranza in questo ambito è fondamentale. Per affrontare il gap demografico, l’Europa dovrebbe anche ripensare in modo più saggio le politiche migratorie.

Più popolazione anziana, infatti, non significa soltanto meno forza lavoro. Anche le casse pubbliche verranno rivoluzionate: serviranno più soldi per le pensioni, per l’assistenza sanitaria, a fronte di minori contributi da lavoro versati.

4. Deglobalizzazione

La guerra in Ucraina scoppiata con l’invasione della Russia ha cambiato per sempre l’approvvigionamento energetico e la tensione Cina-Usa sta rivoluzionando il commercio globale. L’Europa stessa è chiamata a ripensare la sua rete di partner, mentre il mondo si divide in blocchi e la geopolitica diventa un rischio da calcolare.

Secondo Lagarde, “con la comparsa di nuove barriere commerciali, dovremo rivalutare le catene di approvvigionamento e investire in nuove che siano più sicure, più efficienti e più vicine a casa”.

L’esclusione della Russia come fornitore di gas è stato il primo passo verso un cambiamento epocale nel settore energetico europeo. Ora nel mirino ci sono materie prime cruciali come litio, terre rare, rame, fondamentali per la transizione energetica. L’imperativo è coniugare interessi industriali e di sviluppo con buone pratiche democratiche e politiche.

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