Guerra Iran-Israele, tutte le bugie che ci stanno raccontando

Alessandro Cipolla

19 Giugno 2025 - 09:22

Le bombe atomiche dell’Iran come le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein: come una bugia ripetuta più volte dall’Occidente sta giustificando la guerra di Israele.

Guerra Iran-Israele, tutte le bugie che ci stanno raccontando

La guerra tra Israele e Iran - o meglio l’attacco lanciato dallo Stato ebraico e la conseguente risposta di Teheran - può essere tranquillamente descritta facendo un salto nel secolo scorso e rileggendo quello che ha scritto George Orwell nel suo capolavoro 1984.

Spacciare deliberate menzogne e credervi con purità di cuore - si legge nel libro -, dimenticare ogni avvenimento che è divenuto sconveniente, e quindi, allorché ridiventa necessario, trarlo dall’oblio per tutto quel tempo che abbisogna, negare l’esistenza della realtà obiettiva e nello stesso tempo trar vantaggio dalla realtà che viene negata... tutto ciò è indispensabile, in modo assoluto”.

Oppure si può benissimo riprendere un altro concetto introdotto da Orwell, quello del bispensiero implica la capacità di accogliere simultaneamente nella propria mente due opinioni tra loro contrastanti, accettandole entrambe”.

Ecco, tutto questo sembrerebbe descrivere perfettamente la guerra lanciata da Israele contro l’Iran, ma in parte anche quello che sta succedendo da oltre un anno e mezzo a Gaza o alcuni aspetti del conflitto in Ucraina.

Alla base di questa guerra - che a breve potrebbe vedere l’ingresso degli Usa rischiando di diventare mondiale - c’è infatti una menzogna che ripetuta mille volte l’Occidente spera di poter far passare come verità: l’Iran sarebbe vicina a realizzare bombe atomiche e, nel caso, non avrebbe scrupoli a usarle contro Israele.

Prima di vedere come anche il nostro governo ci sta prendendo in giro occorre però fare una premessa dovuta: chi vi scrive non ha alcuna simpatia per il regime iraniano, ma i recenti avvenimenti impongono che si provi a ristabilire la realtà dei fatti.

La grande bugia dietro la guerra Israele-Iran

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sono trentatré anni (!) che va spiegando che l’Iran è sul punto di sviluppare bombe atomiche, sorvolando invece su quelle che Israele avrebbe nei propri arsenali senza averle mai dichiarate.

Israele infatti sono anni che si rifiuta di firmare il trattato di non proliferazione nucleare e di sottoporsi alle ispezioni dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), ma si stima che abbia a disposizione circa 90 testate.

Tornando a Netanyahu nel 1992 disse in Parlamento che “entro tre o cinque anni, possiamo presumere che l’Iran diventerà autonomo nella sua capacità di sviluppare e produrre una bomba nucleare”.

Ora dopo oltre trent’anni per giustificare l’attacco della scorsa settimana ha spiegato che “se non viene fermato, l’Iran potrebbe produrre un’arma nucleare in brevissimo tempo”, suggerendo che i tempi potrebbero essere di mesi, persino settimane.

Un concetto questo che è stato ribadito da Donald Trump nelle scorse ore: “Non vorrei essere coinvolto nella guerra ma da 20 anni, e forse più, dico che l’Iran non può avere armi nucleari. Ed erano a poche settimane dall’obiettivo. È molto semplice, l’Iran non può avere un’arma nucleare. Credo che la userebbe. Altri non lo farebbero, ma l’Iran sì”.

Per quanto riguarda il programma nucleare dell’Iran, noi abbiamo il rapporto dell’Agenzia delle Nazioni Unite secondo il quale l’Iran ha violato le regole ed è andato al di là della linea rossa per quanto riguarda la costruzione dell’arma atomica - ha dichiarato invece Antonio Tajani, nostro ministro degli Esteri -. Quindi le osservazioni israeliane sono assolutamente fondate sulla base di una relazione indipendente che arriva dall’agenzia dell’Onu”.

Per il cancelliere tedesco Friedrich Merz invece “dobbiamo ringraziare Israele, attualmente sta facendo il lavoro sporco per conto dell’intero Occidente”, una gratitudine che potrebbe spingere la Germania a un soccorso militare se la guerra dovesse mettersi male per Tel Aviv.

Noi sappiamo che oggi c’è una minaccia e che bisogna lavorare per disinnescarla - ha dichiarato infine Giorgia Meloni -. Siamo tutti convinti che vada disinnescata con delle negoziazioni, ma un tentativo è stato fatto e purtroppo non si è arrivati al risultato”.

Peccato che non ci sia una sola prova che l’Iran sia vicina ad avere una bomba atomica, anzi tutti i dossier affermano l’esatto contrario.

Una realtà ben diversa

Come si legge sul sito del nostro Senato, l’accordo sul nucleare sottoscritto dall’Iran lo impegna a “sottoporsi al regime di verifiche dell’Aiea, che consiste di ispezioni in loco, accesso a documenti, possibilità di interrogare personale attinente al programma nucleare. L’accordo obbliga inoltre il paese firmatario a dichiarare all’Aiea tutte le attività nucleari in corso”.

A differenza di Israele, l’Iran così da anni è sotto l’attenta osservazione dell’Aiea che ha avuto anche di recente la possibilità di accedere ai vari siti iraniani e constatare lo stato del programma nucleare di Teheran.

Nelle scorse ore il direttore dell’Aiea, Rafael Grossi, ha dichiarato a Sky News che “siamo giunti alla conclusione che non possiamo affermare che al momento in Iran ci sia uno sforzo sistematico per produrre un’arma nucleare, c’erano elementi di preoccupazione ma dire che stanno costruendo e fabbricando un’arma nucleare, no, non l’abbiamo detto”.

Per l’Aiea l’Iran sta arricchendo il 60% di uranio, ma occorre arrivare al 90% per poter avere una bomba atomica e questo processo richiede molti anni. Lo scoppio della guerra inoltre ha interrotto ogni trattativa per un nuovo accordo sul nucleare.

La direttrice dell’intelligence nazionale americana nominata dal presidente Donald Trump, Tulsi Gabbard, a marzo ha testimoniato davanti al Congresso come, secondo gli 007 d’Oltreoceano, l’Iran non stesse costruendo un’arma nucleare.

Gabbard inoltre ha sottolineato che, sempre secondo le informazioni raccolte dagli 007 americani, la “Guida Suprema Khamenei non ha autorizzato la ripresa di un programma di armi nucleari, sospeso nel 2003”.

In tutto questo torna in mente cosa accadde nel 2003, quando l’allora segretario di Stato americano Colin Powell aveva sventolato al Consiglio di sicurezza dell’Onu una provetta contenente a suo dire antrace, il tutto per avallare la guerra in Iraq contro Saddam Hussein.

Ora sappiamo tutti che quelle prove erano false e che Saddam Hussein non stava sviluppando armi di distruzione di massa: dal 2003 a oggi quella guerra ha portato alla morte di 1 milione di civili in Iraq, la storia ora si ripeterà anche in Iran?

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