Cos’è la greedflation? Una guida per capire come funziona il fenomeno, come riconoscerlo, in cosa si distingue dalla shrinkflation e quali strategie possono aiutare a contrastarla.
Negli ultimi anni è entrato nel dibattito pubblico il termine “greedflation”. Questa parola nasce dall’unione dei termini inglesi “greed” (avidità) e “inflation” (inflazione) e indica un fenomeno economico diffuso ma controverso, che sta cambiando il modo in cui interpretiamo l’aumento dei prezzi.
La greedflation si è intensificata durante il post-pandemia. A partire dal 2021, infatti, la ripresa economica ha generato uno squilibrio tra domanda e offerta: i consumatori avevano voglia di tornare a spendere, mentre le catene produttive erano ancora sotto stress.
In questo scenario gli aumenti dei prezzi dell’energia, i problemi logistici e la crisi scaturita dal conflitto tra Russia e Ucraina hanno fornito una cornice perfetta per legittimare ulteriori rincari. Molte aziende hanno così aumentato i listini ben oltre quanto richiesto dai maggiori costi.
I settori più coinvolti sono quelli con grande concentrazione di mercato - energia, grande distribuzione, alimentare e trasporto aereo - dove pochi attori controllano quote elevate del mercato, la concorrenza è debole e il potere di fissazione dei prezzi più forte.
Che cos’è la greedflation?
La greedflation descrive una forma particolare di inflazione in cui le aziende aumentano i prezzi non per compensare reali incrementi dei costi, ma per espandere i propri margini di profitto. In pratica, sfruttano periodi di rincari generalizzati per ritoccare i listini più del necessario, contando sul fatto che i consumatori - già abituati agli aumenti - non notino la differenza.
Il meccanismo è particolarmente efficace quando il contesto economico giustifica già un certo livello di inflazione, come nel caso di crisi energetiche, problemi di approvvigionamento e tensioni geopolitiche. In situazioni simili i consumatori faticano a distinguere gli aumenti inevitabili da quelli opportunistici.
Il Collins Dictionary definisce la greedflation come l’utilizzo dell’inflazione come pretesto per gonfiare artificialmente i prezzi al solo scopo di aumentare i profitti. Non è quindi una dinamica “naturale” di mercato, ma una distorsione consapevole del sistema dei prezzi.
Come riconoscere la greedflation
Per il consumatore non è sempre facile identificare la greedflation, ma alcuni segnali possono aiutare:
- aumenti sproporzionati rispetto ai costi: quando i listini crescono più dei costi effettivi (materie prime, energia), come accade talvolta con i carburanti;
- profitti record durante la crisi: se un’azienda giustifica gli aumenti con “costi troppo alti” ma registra utili elevati, il sospetto è fondato;
- pochi concorrenti sul mercato: nei settori dominati da grandi operatori è più facile osservare aumenti simultanei dei prezzi;
- prezzi asimmetrici: salgono velocemente quando aumentano i costi, ma scendono lentamente quando i costi si riducono;
- scarsa trasparenza: aziende che non spiegano nel dettaglio le ragioni degli aumenti possono celare strategie speculative.
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Differenza tra greedflation e shrinkflation
Accanto alla greedflation troviamo la shrinkflation, quel fenomeno dove, invece di aumentare i prezzi, le aziende riducono quantità o qualità del prodotto lasciando invariato il prezzo di vendita. Il risultato economico, però, è identico: il consumatore paga di più per ogni unità reale di prodotto.
Gli esempi sono ormai familiari: pacchi di pasta che passano da 500 a 400 grammi, barattoli di caffè più piccoli, ricette modificate con ingredienti meno costosi. In questo caso, la forza della shrinkflation si concentra nella minore visibilità del cambiamento.
Greedflation e shrinkflation sono quindi strategie diverse che, tuttavia, sfruttano entrambe l’asimmetria informativa tra imprese e consumatori per incrementare i ricavi.
Queste strategie non erodono solo il potere d’acquisto, ma amplificano le disuguaglianze. Le famiglie a reddito più basso, che spendono gran parte del loro budget in beni essenziali come cibo ed energia, sono le più penalizzate.
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Cosa si può fare per contrastare la greedflation?
Per contrastare in modo efficace la greedflation, servirebbero interventi coordinati tra autorità, cittadini e imprese. Ecco alcune strategie corrette per combattere l’inflazione da avidità:
- tassazione degli extraprofitti: già adottata da diversi Paesi nel settore energetico e bancario, questa misura serve a disincentivare comportamenti opportunistici e redistribuire parte dei guadagni straordinari;
- rafforzare la vigilanza antitrust: le autorità devono monitorare le pratiche dei grandi operatori e intervenire contro abusi di posizione dominante;
- maggiore trasparenza nella formazione dei prezzi: rendere pubblici i dati sui costi reali aiuterebbe consumatori e istituzioni a distinguere tra rincari giustificati e speculativi;
- aumentare la concorrenza: favorire l’ingresso di nuovi operatori nei mercati concentrati aiuta a contenere i prezzi;
- informare i consumatori: una maggiore consapevolezza crea pressione reputazionale sulle aziende, costringendole ad adottare comportamenti più corretti.
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