Il timore di una correzione massiccia dei flussi esteri verso gli Stati Uniti agita i mercati, ma i dati mostrano che l’esposizione globale potrebbe essere molto meno squilibrata del previsto
È opinione diffusa che gli investitori internazionali abbiano una esposizione eccessiva verso gli asset statunitensi, in particolare nel mercato azionario. Secondo molti analisti, questa concentrazione di investimenti potrebbe mettere a rischio la stabilità dei mercati finanziari degli Stati Uniti in caso di inversione dei flussi. Ma i timori potrebbero essere sovrastimati.
Alcuni dati sono senza dubbio impressionanti: alla fine del 2024, la posizione netta internazionale degli Stati Uniti (NIIP) — cioè la differenza tra gli investimenti stranieri in asset USA e gli investimenti americani all’estero — ha raggiunto i 26 trilioni di dollari. Questo valore rappresenta quasi il 24% del PIL globale, in crescita rispetto al 16% di soli due anni prima, trainato dalla domanda mondiale per le azioni USA, in particolare del settore Big Tech.
Alla fine del 2024, le azioni quotate negli Stati Uniti rappresentavano il 74% della capitalizzazione di mercato globale, in aumento dal 60% del 2018 e ben oltre il 50% del 2011. Numeri che alimentano il dibattito su un possibile e pericoloso eccesso. [...]
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