Nel mondo dei semiconduttori c’è un gigante silenzioso che opera tra i chip che minaccia la produzione automobilistica dell’Unione europea.
Nel mondo dei semiconduttori, sempre più indispensabili nella crescita inarrestabile nel settore tecnologico, ci sono aziende colossali come Samsung e Intel ad attirare le luci dei riflettori. Nel frattempo, un gigante silenzioso opera dietro le quinte, rischiando di compromettere l’intero settore automobilistico europeo per le tensioni geopolitiche. Nexperia ha oggi un ruolo di assoluto rilievo nella produzione di componenti essenziali per l’industria tecnologica e automobilistica, soprattutto chip, ma appartiene al gruppo cinese Wingtech Technology.
Essere dipendenti dalla fornitura di Nexperia significa quindi essere in balia delle agitazioni che vedono coinvolta la Cina. Non è certo un caso se dopo gli Stati Uniti e il Regno Unito anche i Paesi comunitari hanno cominciato a prender atto del problema, cercando di limitare la dipendenza da Pechino per i semiconduttori e di rafforzare la produzione nazionale. Di recente anche l’Olanda ha deciso infatti di nazionalizzare lo stabilimento di Nexperia presente sul proprio territorio. Una decisione dovuta a dinamiche economiche, ma soprattutto di sicurezza.
In un settore strategico come questo bisogna evitare che l’Europa resti improvvisamente sprovvista dei chip necessari (e non sostituibili). Evenienza che invece sarebbe restata possibile con la Nexperia cinese in sede olandese, ma che l’Aia ha deciso di provare a evitare con tutti i mezzi. Naturalmente, l’azienda si sta opponendo per conservare il controllo dello stabilimento, ma qualcosa sta cambiando.
Chi è Nexperia e cosa fa nel mondo dei chip
L’impianto di produzione di Nexperia nei Paesi Bassi non è affatto casuale come si potrebbe pensare, perché proprio qui ci sono le radici di quest’azienda di successo. Bisogna infatti tornare indietro ai laboratori di Philips, tra i primi a portare nel mercato semiconduttori europei, che nel 2006 hanno scorporato le proprie attività.
La produzione di chip è così finita interamente nella NXP Semiconductors, da cui nel 2017 è nata Nexperia, concentrata nella produzione di semiconduttori essenziali, poco famosi ma immancabili nella catena tecnologica e automobilistica. Così Nexperia è passata tra le mani degli investitori cinesi e nel 2019 è stata acquisita dal gruppo Wingtech Technology, tanto famoso in Cina quanto controverso in Occidente.
Un gigante silenzioso ma temibile
La rapida crescita di Wingtech ha allarmato da subito gli Stati Uniti, quasi quanto le dubbie pratiche del gruppo nella gestione degli import/export. Dal 2023, infatti, Wingtech e le sue aziende sono incluse nella Entity list statunitense, accusate di avere un ruolo controverso nella difesa cinese e di poter contribuire a eludere i controlli sulle esportazioni. Di fatto, nel 2022 il Regno Unito ha imposto la vendita dello stabilimento di Newport per motivi di sicurezza nazionale, che è stato poi acquistato l’anno successivo dall’americana Vishay Intertechnology.
Prima di arrivare alla presa di posizione olandese, tuttavia, c’è ancora un altro importante passaggio che aiuta a capire le difficoltà riguardanti Nexperia. A tal proposito, va detto che nel 2024 milioni di componenti dell’azienda prodotti in Olanda sono stati rinvenuti nei sistemi militari russi (compresi i missili da crociera), violando le sanzioni occidentali. Un’accusa che Nexperia ha rigettato fin da subito, senza però riuscire a convincere in tempo l’Olanda, che ha agito senza tentennare. Di fatto, l’Europa è fin troppo vulnerabile e ancora dipendente in maniera eccessiva dalle forniture di Paesi con posizioni ambigue come la Cina.
Una debolezza che i Paesi comunitari non possono più permettersi per non rallentare irreparabilmente l’industria automobilistica. In quest’ultima, infatti, sono richiesti migliaia di chip per ogni veicolo, motivo per cui eventuali interruzioni di produzione possono creare un enorme disagio. Il controllo cinese del marchio, di pari passo, non offre alcun genere di sicurezza in merito. Nel frattempo, comunque, Pechino ha deciso di ribattere alla decisione olandese impedendo l’importazione di chip in Cina.
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