Gas russo, con stop forniture rischio lockdown energetico: “Chiuderanno scuole, uffici e fabbriche come in pandemia”

Stefano Rizzuti

02/08/2022

02/08/2022 - 10:52

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Ue e Italia si preparano ad affrontare l’ipotesi di un taglio completo delle forniture di gas russo. Ma cosa succederebbe in quel caso e perché si parla di riduzione forzata dei consumi e lockdown?

Gas russo, con stop forniture rischio lockdown energetico: “Chiuderanno scuole, uffici e fabbriche come in pandemia”

La riduzione delle forniture di gas russo preoccupa l’Italia e l’Ue. La Commissione europea ha predisposto il piano d’emergenza per l’inverno, preparandosi a una riduzione dei consumi del 15%, ma che per alcuni Paesi - Italia in testa - verrà più che dimezzata al 7%.

In Italia il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, si dice ottimista, sostenendo che se il prossimo non dovesse essere un inverno particolarmente rigido non ci dovrebbero essere problemi. La prima strategia, già adottata, è quella di ridurre a 19 gradi la temperatura negli uffici pubblici (invece di 20).

Verrà inoltre raccomandato ai cittadini di seguire le stesse indicazioni nelle abitazioni private. Ma non è detto che basti, tanto che alcuni esperti parlano di rischio di lockdown energetico, con addirittura la chiusura forzata di scuole, uffici e fabbriche proprio come avvenuto durante la pandemia. Ma questo rischio è davvero così concreto?

Le forniture di gas russo

La principale incognita per l’Ue e per l’Italia riguarda le forniture di gas russo. Il timore è che il presidente Vladimir Putin possa decidere di tagliare ulteriormente le forniture, forse addirittura azzerandole. Proprio in questo scenario limite scatterebbe la riduzione forzata dei consumi in Ue.

Ora la Russia ha già ridotto le forniture attraverso il gasdotto Nord Stream 1, che lavora al 20% della capacità. Ma il rischio di un taglio totale è concreto. Tanto che Moody’s spiega, nelle sue analisi, che è stato necessario rivedere al ribasso le previsioni economiche, considerando la possibilità di un’ulteriore riduzione di forniture di gas russo. E l’Italia sarebbe tra i Paesi più esposti a questo rischio.

La situazione del gas in Italia

È la Repubblica a riportare un’analisi svolta dalla società di consulenza strategica EY, nella quale si sottolinea che l’Italia si è mossa bene “sia per reattività che per qualità delle azioni” nel contesto europeo, riuscendo a diversificare le fonti di gas ed energia. Per esempio lo ha fatto con il potenziamento dei gasdotti da Algeria e Libia, con l’aumento della produzione nazionale e con l’ottimizzazione degli stoccaggi. Ma anche con l’acquisto di due nuove navi rigassificatrici.

Per quanto riguarda le forniture di gas, l’anno scorso l’Italia ha importato 29 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia su un totale di 76 miliardi di consumi. Ora si ha già la possibilità di dimezzare a 14 miliardi le importazioni dalla Russia, ma il rischio è che si passi da una dipendenza all’altra, in questo caso nei confronti dell’Algeria: per questo si suggerisce di diversificare il più possibile le fonti.

Lockdown energetico? Il rischio di chiusure per scuole e uffici

Secondo Cingolani l’Italia dovrebbe raggiungere l’indipendenza totale dalla Russia entro il 2024. Ma secondo gli esperti di EY invece ci vorranno tra i 3 e i 5 anni. Intanto il problema si presenterà già da questo inverno: i termosifoni a massimo 19 gradi potrebbero non bastare. Tanto che la società di consulenza sottolinea come sarebbe probabilmente servito un ulteriore grado in meno.

Secondo Davide Tobarelli, presidente di Nomisma energia, il rischio è di andare incontro a un lockdown energetico il prossimo inverno. Tanto che lo stesso Tobarelli parla del rischio di dover ridurre i consumi chiudendo per qualche giorno le scuole, gli uffici pubblici e anche le fabbriche. Di fatto sarebbe un ritorno ai tempi dei lockdown della pandemia.

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