Gas, perché all’Italia fa comodo riceverlo ancora dalla Russia: possiamo davvero fare a meno di Mosca?

Stefano Rizzuti

12/05/2023

12/05/2023 - 11:34

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L’Italia continua a ricevere gas dalla Russia, anche se i flussi si sono nettamente ridotti: perché le forniture da Mosca fanno comodo e quando potremmo davvero farne a meno.

Gas, perché all’Italia fa comodo riceverlo ancora dalla Russia: possiamo davvero fare a meno di Mosca?

La dipendenza dell’Italia dal gas russo è certamente diminuita. I flussi provenienti da Mosca si sono ridotti, ma ancora oggi non facciamo del tutto a meno dell’import proveniente dal Cremlino. E, probabilmente, le forniture non verranno azzerate, almeno per il momento.

In un intervento sul Sole 24 Ore, il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, sottolinea come l’11 maggio siano arrivati in Italia 10 milioni di metri cubi di gas russo. Certo, sono molti meno dei 100 milioni raggiunti, negli scorsi anni, quando è stato toccato il picco. Ma il dato di fatto è che i flussi di gas dalla Russia non si sono mai fermati del tutto.

Si sono ridotti, certamente, ma non sono stati interrotti. Eppure è bastato paventare il rischio che le forniture si interrompessero per far lievitare i prezzi del gas, fino a raggiungere i livelli record di agosto del 2022. Ma cosa succederà nei prossimi mesi sul fronte dei rapporti con la Russia?

I prezzi del gas

Dopo il picco dei prezzi, raggiunto la scorsa estate, il costo del gas è tornato a scendere. Il picco è stato raggiunto per il timore che arrivasse una sospensione delle forniture russe all’Ue. Allo stesso modo, spiega Tabarelli, il ribasso dipende anche, tra i tanti fattori come la riduzione dei consumi, dal fatto che i flussi russi non si sono mai interrotti. E la discesa continua perché a questo punto non sono attese interruzioni nei prossimi mesi.

Gas, le forniture dalla Russia

Nel 2021 l’Italia ha ricevuto dalla Russia 29 miliardi di metri cubi di gas, pari al 38% della domanda totale. Nel 2022 i flussi sono scesi a 14 miliardi, circa il 20%. La Russia non è più il primo fornitore, superata dall’Algeria. Nel 2023, nel primo trimestre, il gas ricevuto dalla Russia è stato pari a 1,5 miliardi. A questo ritmo arriveremmo a 6 miliardi in tutto l’anno.

In Ue le importazioni dalla Russia sono crollate del 50%, passando da 158 a 78 miliardi di metri cubi. Allo stesso tempo, però, sono aumentate le importazioni di Gnl russo, passando da 12 a 22 miliardi. Per un totale di 100 miliardi di metri cubi di gas ricevuti da Gazprom. La Russia è ancora tra i primi fornitori dell’Ue, mentre per Mosca l’Europa è la prima acquirente.

Perché all’Italia fa comodo il gas russo

La Russia sta tentando di diversificare i suoi compratori, puntando soprattutto alla Cina: l’export verso Pechino è raddoppiato a 16 miliardi nell’ultimo anno. A cui aggiungerne altri 4 di Gnl. Ma siamo ancora a livelli ben lontani rispetto ai flussi inviati in Ue, soprattutto se pensiamo che la Cina consuma 400 miliardi di metri cubi di gas l’anno.

Cosa farà invece l’Italia? Secondo Tabarelli quei 6 miliardi di metri cubi provenienti da Mosca fanno ancora comodo. È vero che oggi gli stoccaggi sono pienipiù che mai in questo periodo e c’è una minore necessità di rincorrere il gas russo. Ma è altrettanto vero che le cose cambieranno radicalmente in Italia solamente nel 2024, quando il rigassificatore di Piombino riceverà 5 miliardi di metri cubi di Gnl e poi sarà attivo anche quello di Ravenna.

Per ora, però, il gas russo fa comodo. Almeno in vista del prossimo inverno.

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