Fisco, al via i controlli per 340 mila lavoratori autonomi e Partite IVA: chi rischia di più

Antonio Cosenza

24/02/2021

22/06/2021 - 09:58

condividi

L’Agenzia delle Entrate ha annunciato il piano di potenziamento dei controlli fiscali: 340 mila accertamenti entro il 2023, tremano lavoratori autonomi e Partite IVA.

Fisco, al via i controlli per 340 mila lavoratori autonomi e Partite IVA: chi rischia di più

Nonostante le difficoltà vissute nel periodo del Covid, per Partite IVA e lavoratori autonomi non si placa la stretta del Fisco. Tra il 2021 e il 2023, infatti, l’Agenzia delle Entrate ha in programma di incrementare i controlli nei confronti dei contribuenti (specialmente quelli che otterranno un punteggio più basso agli ISA), per un totale di 340 mila controlli fiscali.

Un obiettivo ambizioso in un periodo in cui i lavoratori autonomi sono stati già messi a dura prova dalla crisi economica. La lotta all’evasione fiscale, però, non si ferma davanti al Covid; anzi, è proprio adesso che l’Agenzia delle Entrate ha scelto di potenziare i controlli in materia tributaria con l’obiettivo di recuperare circa 45 miliardi di euro grazie alle attività per la lotta all’evasione fiscale.

Un piano d’azione che spaventa lavoratori autonomi e piccole imprese; vediamo perché.

Agenzia delle Entrate: in programma 340 mila controlli fiscali

Lavoratori autonomi e Partite IVA saranno oggetto di molteplici controlli nei prossimi anni. L’Agenzia delle Entrate, infatti, ha approvato il “Piano della performance 2021-2023”, nel quale si leggono gli obiettivi che questa intende raggiungere entro il triennio in corso. Una delle mission è appunto l’azione di contrasto all’evasione e tra i più controllati ci saranno le suddette categorie di contribuenti.

I numeri sono paurosi: solo nei confronti di lavoratori autonomi e piccole imprese, infatti, si conta di raggiungere i 340 mila controlli fiscali in tre anni.

Da questi controlli, e da tutte le attività di contrasto all’evasione fiscale che ne seguiranno, l’Agenzia delle Entrate conta di recuperare 14,04 miliardi di euro nel 2021, 15,36 miliardi per il 2022, e 15,32 miliardi per il 2023. Un obiettivo molto ambizioso, specialmente se si tiene conto delle difficoltà legate allo scoppio della pandemia che ha messo in crisi molte delle piccole imprese, alcune delle quali non riusciranno purtroppo a sopravvivere.

Controlli e accertamenti fiscali: il piano dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate sembra comunque intenzionata ad andare avanti potenziando il sistema dei controlli nei confronti dei contribuenti. A tal proposito, si punterà molto sul progetto di adempimento collaborativo (istituito con il decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 128), il quale si pone come obiettivo quello di instaurare un rapporto di fiducia tra amministrazione e contribuente che miri ad un aumento del livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti. Un progetto che, come si legge nello stesso “Piano della performance”, sta già dando degli ottimi risultati.

E sempre nel documento di legge che le attività di controllo dell’Agenzia delle Entrate saranno “improntate alla progressiva riduzione del tax gap”, la quale verrà realizzata attraverso un’attività di controllo “più mirata ed efficiente”, in virtù di un ulteriore affinamento delle tecniche di analisi e valutazione del rischio di non compliance, e anche ad un più dettagliato monitoraggio dei comportamenti di quei soggetti “ad elevata pericolosità fiscale”.

Piccole imprese, liberi professionisti, Partite IVA: questi i soggetti che saranno a rischio verifica fiscale entro i prossimi tre anni. Ed è per questo che consigliamo - ma come adesso - di prestare molta attenzione all’affidabilità fiscale emersa dalle stime degli ISA; un punteggio basso, infatti, potrebbe attivare la lente del Fisco.

Iscriviti a Money.it