Psa rifiutato da Fca: addio a 9 milioni di auto l’anno

Ludovica Ranaldi

23/03/2019

25/03/2019 - 08:56

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Sembra che sia sventato il matrimonio tra Psa e Fca, la famiglia Agnelli non gradisce l’alleanza. Nel frattempo la francese ancora metabolizza l’acquisizione di General Motors.

Psa rifiutato da Fca: addio a 9 milioni di auto l’anno

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal non c’è nulla da fare per l’alleanza Psa-Fca, la quale avrebbe condotto alla nascita di un vero e proprio colosso.

Infatti se si fosse verificato il matrimonio tra i due gruppi, allora questi avrebbero cavalcato la quarta posizione a livello globale soppiantando General Motors.

Su quest’ultima la francese sta metabolizzando la sua acquisizione e si dichiara aperta a qualsiasi operazione straordinaria anche se dovesse costare molto.

Fca-Psa: nessuna alleanza

È durata quasi un mese la corte da parte del gruppo francese Psa (Peugeot, Citroen e Opel) verso la Fca per un possibile matrimonio tra i due. Tuttavia un’indiscrezione del Wall Street Journal rivela che il gruppo italo-statunitense non si è detto d’accordo.

In particolare sembra che sia stata la famiglia Agnelli a troncare l’alleanza, la quale attualmente detiene il controllo di Fca e di Exor.

L’unione faceva presagire la nascita di un grande colosso, il quale si sarebbe posizionato al quarto posto sullo scenario internazionale superando General Motors ma dietro Volkswagen, Toyota e Renault Nissan Alliance.

Infatti l’alleanza tra Fca e Psa avrebbe condotto alla stima di circa 9 milioni di auto all’anno. Nel 2018 il gruppo italo-americano aveva raggiunto la cifra di ben 4.840.664 e la francese aveva chiuso con 4.125.683 veicoli.

I piani si sarebbero allineati. Nel lontano 2012 Sergio Marchionne aveva posto come obiettivo il raggiungimento tra 8 e 10 milioni di veicoli all’anno, la stima necessaria per la sopravvivenza dei grandi gruppi.

Psa non si lascia scoraggiare e sta ancora metabolizzando l’acquisizione degli asset europei di General Motors. Infatti Robert Peugeot ha dichiarato, in un’intervista a Les Echos, che si è aperti a nuove operazioni straordinarie. Tuttavia qualsiasi essa sia il gruppo francese dovrebbe usare in gran parte una contropartita in azioni.

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