Esplosione sul ponte tra Russia e Crimea: cosa significa per lo scenario di guerra

Violetta Silvestri

08/10/2022

08/10/2022 - 11:32

condividi

C’è stata una violenta esplosione su un ponte strategico tra Russia e Crimea: nessuna rivendicazione al momento, ma Putin già ipotizza un attacco. Cosa succede e quali rischi per la guerra in corso?

Esplosione sul ponte tra Russia e Crimea: cosa significa per lo scenario di guerra

Esplosione e crollo di un ponte in Crimea: questa l’ultima notizia giunta stamane. Potrebbe quindi complicarsi la guerra tra Russia e Ucraina dopo quanto accaduto poche ore fa di sabato 9 ottobre, esacerbando le posizioni delle due parti in conflitto ancora di più.

La cronaca racconta che ponte sullo stretto di Kerch, lungo 19 chilometri, un collegamento chiave tra la Crimea annessa e la terraferma russa, è stato danneggiato da un’esplosione e da un incendio che hanno causato il parziale crollo della strada che conduce alla penisola. Il presidente Vladimir Putin ha ordinato un’indagine sull’incidente, che è stato definito un “atto terroristico” da un funzionario. L’Ucraina non ha rivendicato la responsabilità.

Come riferito da Reuters, il Comitato nazionale antiterrorismo russo ha dichiarato sui social media che l’esplosione è avvenuta alle 6:07 ora locale in un camion merci e ha causato l’incendio di sette vagoni cisterna di carburante su un treno diretto alla penisola.

Sergei Aksyonov, il governatore russo della Crimea, ha affermato sui canali social che il ponte stradale era ancora intatto in una direzione, anche se il traffico è stato sospeso durante la valutazione dei danni.

Non sono ancora del tutto chiare le dinamiche esatte dell’accaduto, ma l’esplosione del ponte, simbolo della conquista di Putin dei territori di Crimea, sta già esacerbando gli animi già tesissimi di Russia e Ucraina. La guerra è davvero in un punto cruciale?

Esplosione ponte Russia-Crimea: situazione e rischi per la guerra

Un’esplosione sul ponte strategico stradale e ferroviario che collega la Russia e la penisola di Crimea ha fatto crollare tratti di strada in una direzione. Oltre al danno materiale, l’accaduta si sta già caricando di significati simbolici per la guerra in corso.

Il ponte di Kerch, infatti, è uno dei progetti di prestigio di Putin. È stato costruito su suo ordine poco dopo l’annessione della Crimea da parte del Cremlino nel 2014 per sostenere le rivendicazioni di Mosca sul territorio.

Disprezzato dagli ucraini, l’attraversamento di 19 chilometri (12 miglia) è costituito da un paio di ponti stradali e ferroviari che attraversano lo stretto di Kerch, che la Russia usa anche per spostare l’equipaggiamento militare in Ucraina. L’episodio si inserisce in un momento assai delicato e complesso del conflitto: l’invasione dell’Ucraina da parte del Cremlino, durata mesi, ha subito una serie di umilianti battute d’arresto nelle ultime settimane e l’incendio sul ponte di Kerch arriva un giorno dopo il 70° compleanno di Putin.

Da evidenziare che Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, ha dichiarato dopo l’accaduto che il danno è stato solo “l’inizio”, anche se si è fermato prima di rivendicare la responsabilità di Kiev.

“La Crimea, il ponte, l’inizio. Tutto ciò che è illegale deve essere distrutto, tutto ciò che è rubato deve essere restituito all’Ucraina, tutto ciò che è occupato dalla Russia deve essere eliminato”, ha detto Podolyak tramite Twitter.

Putin, intanto, ha incaricato il Governo di creare una commissione statale per indagare sull’incidente, ha riferito l’agenzia di stampa TASS, riportando quanto affermato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Interfax ha citato il presidente del Consiglio di Stato della Repubblica di Crimea, Vladimir Konstantinov, dicendo che “i vandali ucraini sono riusciti a raggiungere il ponte di Crimea con le loro mani insanguinate.”

I toni si fanno sempre più aspri. L’incidente, tra l’altro, arriva poche ore dopo che la Russia ha concentrato la sua ultima raffica di attacchi sulle aree dell’Ucraina che ha annesso con i referendum illegali per il diritto internazionale.

Kiev ha risposto che non smetterà di combattere fino a quando non avrà reclamato fino all’ultimo centimetro di terra perso in Russia. Nel frattempo, Mosca ha affermato di avere il diritto di utilizzare armi nucleari per difendere il proprio territorio e i cittadini se sente che c’è una minaccia esistenziale, o anche se viene attaccata da armi convenzionali.

Argomenti

# Russia
# Crimea
# Guerra

Iscriviti a Money.it