Eredità Agnelli, nuovi guai per John Elkann. Il giudice ordina l’imputazione coatta per frode fiscale

P. F.

15 Dicembre 2025 - 17:04

Brutte notizie per John Elkann. Il presidente di Stellantis rischia il processo per i reati di frode fiscale e dichiarazione infedele legati alla villa della nonna Marella, vedova di Gianni Agnelli.

Eredità Agnelli, nuovi guai per John Elkann. Il giudice ordina l’imputazione coatta per frode fiscale

Nuovo colpo di scena nel processo sull’eredità Agnelli. Il gip del Tribunale di Torino ha disposto l’imputazione coatta per John Elkann, attuale presidente di Stellantis e CEO di Exor, la holding della famiglia torinese che controlla, tra gli altri, Juventus Football Club, il gruppo editoriale GEDI e Ferrari. Stessa decisione anche per il commercialista Gianluca Ferrero, oggi presidente della Juventus. Archiviate invece in via definitiva le posizioni dei fratelli Lapo e Ginevra Elkann, così come quella del notaio svizzero Urs Robert von Gruenigen.

Si apre così l’ennesimo capitolo di una vicenda giudiziaria che si trascina da quasi vent’anni. Al centro della controversia c’è l’eredità di Gianni Agnelli, l’“Avvocato”, storico leader della Fiat e figura simbolo dell’imprenditoria italiana nel mondo.

Tutto ha origine nel 2004, un anno dopo la sua morte, quando la figlia Margherita Agnelli, madre di John, Ginevra e Lapo Elkann (tutti nati dal primo matrimonio con Alain Elkann), ha firmato un accordo con la madre Marella Caracciolo in cui rinunciava a future pretese sull’eredità paterna in cambio di una liquidazione complessiva di circa 1,3 miliardi di euro tra contanti, immobili e opere d’arte.

L’intesa stabiliva inoltre che le quote dell’impero imprenditoriale degli Agnelli fossero distribuite per il 60% a John Elkann, erede designato dal nonno Gianni, e per il restante 40% in parti uguali ai fratelli Lapo e Ginevra. In seguito, però, Margherita Agnelli ha ritenuto l’accordo non più adeguato e nel 2007 ha avviato un contenzioso tutt’ora in corso contro i propri figli, subentrati nella disputa giudiziaria come eredi dopo la morte della nonna Marella.

Imputazione coatta per John Elkann e Gianluca Ferrero

Al centro dell’inchiesta, che ipotizza i reati di truffa ai danni dello Stato e dichiarazione infedele, c’è la residenza fiscale di Marella Caracciolo, indicata come svizzera tra il 2010 e il 2019. Secondo la procura di Torino, però, la vedova Agnelli avrebbe in realtà risieduto nel capoluogo piemontese, come sostenuto anche dalla figlia Margherita. Da questa presunta residenza fittizia sarebbero derivate irregolarità fiscali legate alla successione di beni per circa un miliardo di euro, oltre a redditi non dichiarati ai fini Irpef per 248,5 milioni.

Su queste basi, per John Elkann e Gianluca Ferrero si profila ora la possibilità di un processo penale, nonostante i pm avessero chiesto l’archiviazione. Parallelamente, per l’ipotesi di truffa ai danni dello Stato, un altro giudice sta ancora valutando la richiesta di “messa alla prova” avanzata da Elkann. Tuttavia, la misura non può essere concessa se l’indagato è coinvolto in un altro procedimento penale.

La decisione è stata comunicata a sorpresa il 15 dicembre, nel corso dell’udienza in cui erano in discussione proprio la messa alla prova per Elkann e il patteggiamento di Ferrero. A questo punto, entrambe le ipotesi potrebbero saltare, nonostante il versamento all’erario da parte dei fratelli Elkann per estinguere il debito tributario.

Le dichiarazioni dei legali di Elkann

Al termine dell’udienza, i legali di John Elkann hanno espresso sorpresa e amarezza per la decisione del gip, definita difficile da comprendere perché in contrasto con le richieste avanzate dalla stessa procura. Secondo la difesa, si tratta di aspetti procedurali che non incidono nel merito della vicenda, ribadendo la totale infondatezza delle accuse contestate a Elkann e la convinzione che il presidente di Stellantis abbia sempre agito correttamente e nel pieno rispetto della legge:

“La decisione di imporre di formulare l’imputazione per Elkann e Ferrero è difficile da comprendere, perché in contrasto con le richieste della procura. Per noi questi tecnicismi processuali non cambiano nulla: ribadiamo la nostra ferma convinzione che le accuse mosse a John Elkann siano prive di qualsiasi fondamento e riaffermiamo la forte convinzione che egli abbia sempre agito correttamente e nel pieno rispetto della legge. La scelta di John Elkann di aderire a un accordo non implica alcuna ammissione di responsabilità ed è stata infatti ispirata solo dalla volontà di chiudere rapidamente una vicenda personale molto dolorosa, tanto più dopo aver definito con l’agenzia delle entrate ogni possibile controversia attinente i tributi potenzialmente gravanti sui fratelli Elkann”.

Per ulteriori sviluppi bisognerà aspettare gli i primi mesi del 2026, quando il dossier tornerà all’esame dei giudici di Torino.

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