Trimestrale Eni: utile scende più del previsto nel Q2

Luca Fiore

26/07/2019

26/07/2019 - 12:43

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Nonostante risultati trimestrali sotto le stime, tra i numeri di Eni relativi il secondo trimestre non mancano indicazioni positive.

Trimestrale Eni: utile scende più del previsto nel Q2

Prima parte di seduta con il segno meno per le azioni Eni, in rosso dello 0,86% a 14,226 euro. Le azioni del colosso energetico rispetto a tre mesi fa valgono il 7,5% in meno mentre il confronto annuo segna un -11,6%.

«Risultati del secondo trimestre inferiori alle attese per componenti straordinarie”, ha commentato Equita Sim. “Cash flow migliore» delle stime.

Trimestrale Eni: risultati sotto le stime

Tra aprile e giugno il Cane a sei zampe ha messo a segno un utile operativo, in versione “adjusted” (calcolato cioè al netto delle componenti straordinarie), di 2.279 milioni di euro, -11% rispetto a 12 mesi prima e inferiore ai 2.360 milioni stimati dagli analisti.

A livello di singole divisioni, l’ “Exploration & Production” ha segnato un -22% a 2.140 milioni (stime a 2.390 milioni) mentre “Gas & Power” ha registrato un -57% a 46 milioni (60 milioni). Contrazione a due cifre, -28% a 48 milioni anche per la divisione “Refining & Marketing e Chimica” (quella che si occupa della raffinazione e della vendita di carburanti e altri prodotti petroliferi principalmente in Italia).

Sempre a livello “depurato”, l’utile netto, atteso a 950 milioni, ha messo a segno un rosso di 27 punti percentuali a 562 milioni di euro. Il risultato netto “classico”, è passato da 1.252 a 424 milioni di euro (-66%).

Trimestrale Eni: debito in contrazione, produzione sopra stime

La generazione di cassa “ante working capital a costi di rimpiazzo” ha fatto segnare un balzo a 3,39 miliardi nel trimestre (+43%), il dato a livello operativo è salito del 49% a 4,52 miliardi.

Escludendo l’applicazione dell’IFRS 16 (il principio che disciplina il trattamento contabile dei contratti di leasing), il debito netto ha messo a segno un calo del 5% rispetto a fine 2018 a 7,87 miliardi.

Includendo gli effetti dello IFRS 16 è pari a 13,59 miliardi, di cui circa 2 miliardi relativi alla “lease liability” di competenza dei joint operator upstream dell’Eni.

Al netto del portafoglio, la produzione di idrocarburi non ha fatto registrare variazioni di rilievo a 1,83 milioni di barili di olio equivalente al giorno nel trimestre e nel semestre (stime a 1,81 milioni).

In sintesi i dati della secondo trimestre 2019 sono i seguenti:

  • Utile operativo adjusted: 2.279 milioni
  • Utile netto adjusted : 562 milioni
  • Utile netto: 424 milioni

Trimestrale Eni: outlook 2019

Per quanto riguarda le spese in conto capitale, “rivista in leggera riduzione la guidance di €8 miliardi per il 2019 al cambio di budget di 1€= 1,15 USD”, la generazione di cassa prima della variazione del circolante a costi di rimpiazzo è attesa a circa 12,8 miliardi, allo scenario di budget, prima degli effetti dello IFRS 16.

Dal fronte “cash neutrality”, la società ha confermato per il 2019 la copertura degli investimenti organici e del dividendo allo scenario Brent di circa 55 $/barile ante effetti IFRS 16; 52 $/barile con gli effetti dello IFRS 16.

Trimestrale Eni: Descalzi, confermo proposta acconto dividendo 0,43 euro

“Intendo confermare al CDA del 19 settembre la proposta di un acconto dividendo di 0,43 euro per azione”. Questo il commento dell’Ad della società di San Donato, Claudio Descalzi.

«Nel primo semestre Eni ha conseguito eccellenti risultati finanziari, proseguendo nella realizzazione degli obiettivi del proprio piano industriale. La generazione di cassa dell’’esercizio, in incremento di oltre il 20% nonostante uno scenario meno favorevole rispetto al semestre precedente, ha coperto ampiamente tanto gli investimenti, a cui continuiamo ad applicare una rigorosa disciplina, quanto la remunerazione degli azionisti che oltre al saldo dividendo include ora anche il buy-back”.

Di conseguenza, “il debito è sceso rispetto a quello di bilancio di un ulteriore 5% a 7,87 miliardi prima della passività per leasing» e “un ulteriore surplus di cassa potrà derivare nel prossimo futuro dal fatto che il prezzo effettivo del Brent è atteso a un livello superiore rispetto a quello di cash neutrality per Eni, pari a circa 55 $/barile”.

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