John Elkann ha deciso di vendere il gruppo editoriale GEDI, che controlla Repubblica, La Stampa, Radio Deejay, Capital e m2o ad Antenna, conglomerato internazionale della famiglia greca Kyriakou.
Dopo mesi di ipotesi e speculazioni, ora è ufficiale: John Elkann vuole vendere GEDI, il gruppo editoriale che controlla la Repubblica, La Stampa - rispettivamente il secondo e il terzo quotidiano più diffusi in Italia - oltre a Radio Deejay, Radio Capital e l’edizione italiana dell’HuffPost.
Il gruppo è (ancora per poco) di proprietà di Exor, holding finanziaria olandese della famiglia Agnelli che controlla società del calibro di Stellantis, Juventus Football Club e Ferrari. Tra le motivazioni principali che hanno spinto Elkann, attuale CEO di Exor, a mettere in vendita GEDI figurano la scarsa redditività del business editoriale e la complessa gestione di Repubblica.
Nei mesi scorsi diverse testate hanno avanzato ipotesi sui possibili acquirenti di GEDI. Tra i candidati più accreditati c’era Leonardo Maria Del Vecchio, erede di Luxottica, che avrebbe presentato un’offerta formale di 140 milioni di euro ai consigli di amministrazione di GEDI e della controllante Exor per acquistare il gruppo editoriale.
Poi, domenica scorsa, è arrivato il colpo di scena. In una nota diffusa da un portavoce di Exor, è stato annunciato che GEDI è attualmente in trattativa per una cessione ad Antenna, conglomerato internazionale di proprietà della famiglia Kyriakou, imprenditori greci attivi nei media, nella finanza e nel settore navale e immobiliare: “Le trattative con il gruppo Antenna proseguono positivamente; le ipotesi di discussioni alternative con altre controparti non hanno alcun fondamento”.
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I dettagli della trattativa tra Exor e Antenna
Al momento l’unica certezza è che una trattativa tra Exor e Antenna è effettivamente in corso. Su oggetto e valore dell’accordo, però, non si sa molto.
La tesi più accreditata è che Exor voglia cedere GEDI a pezzi, vendendo diverse attività a più acquirenti. Il gruppo greco sarebbe quindi interessato solo ai prodotti più redditizi di GEDI, ovvero le radio Capital, Deejay ed m2o, la media factory One Podcast e il quotidiano Repubblica. Grande esclusa è La Stampa, a cui il gruppo greco non sarebbe interessato e che quindi è rimane “vittima” di un destino incerto.
Secondo il quotidiano Domani, tuttavia, non è escluso che Antenna decida di acquistare l’intero gruppo, anche perché Exor starebbe incontrando difficoltà con altri potenziali compratori. Sempre Domani sostiene che la trattativa con i Kyriakou sarebbe ormai nelle fasi finali e potrebbe chiudersi entro la fine del 2025.
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I giornalisti di Repubblica e La Stampa in rivolta
In segno di protesta contro la decisione di Elkann, che ha più volte negato un confronto con i giornalisti, il quotidiano La Stampa oggi non uscirà in edicola e non aggiornerà il suo sito web. In una nota pubblicata sul sito ufficiale della testata, il comitato di redazione - attualmente in assemblea permanente - ha spiegato le ragioni dietro questo gesto:
“Rispetto alle nostre richieste non è stata data alcuna garanzia sul futuro della testata, sui livelli occupazionali, sulla solidità del potenziale compratore, sui destini delle attività messe in comune a livello di gruppo, dalle infrastrutture digitali alla produzione dei video, e quindi senza nessuna garanzia di poter continuare a svolgere il nostro lavoro così come abbiamo fatto fino a oggi. In gioco c’è una testata che ha scritto la storia del giornalismo con un forte radicamento territoriale e una proiezione internazionale che non può essere né svenduta né scaricata a un qualsiasi compratore. La redazione metterà in campo tutte le sue forze per difendersi con ogni mezzo da quello che considera un attacco senza precedenti alla sua dignità e a 150 anni di storia”.
Anche la Repubblica si è opposta con forza alla volontà di Elkann. In un comunicato i giornalisti della storica testata romana hanno definito l’operazione come “una ennesima umiliazione” e la “scientifica distruzione di un gruppo editoriale”. La redazione ha poi concluso il comunicato manifestando la sua chiara opposizione alla volontà di Exor: “Non resteremo in silenzio a guardare l’orribile spettacolo che ci viene propinato”.
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