La guida alle elezioni regionali del Veneto 2025: le date delle votazioni, la legge elettorale in vigore, chi sono i candidati in campo e cosa dicono i sondaggi
Elezioni Veneto 2025: la macchina politica è ormai in piena corsa, con partiti e coalizioni già al lavoro da mesi in vista di un appuntamento che, per il Veneto, segnerà un vero cambio di stagione. Dopo quindici anni di guida firmata Luca Zaia, la Regione si prepara infatti a voltare pagina. L’uscita di scena dell’attuale governatore apre un nuovo scenario in cui i partiti si muovono tra conferme, alleanze e nuovi volti.
Se nel 2020 il voto era stato rimandato a causa della pandemia, questa volta si tornerà a un calendario più ordinato, ma non meno strategico. L’ipotesi di un election day autunnale, con più Regioni al voto contemporaneamente, si è concretizzata e il Veneto sarà ancora una volta laboratorio politico di equilibrio tra le anime del centrodestra e la ricerca di rilancio del centrosinistra.
Mentre la campagna elettorale è quasi terminata, tra slogan e programmi, è già chiaro che la sfida sarà segnata dall’eredità del lungo ciclo zainiano, con il successore che dovrà dimostrare di saper raccogliere e rinnovare un consenso che negli ultimi quindici anni è apparso granitico. Con i sondaggi che oramai delineano scenari precisi, ecco tutto quello che c’è da sapere: quando si vota, come si vota e chi sono i protagonisti di questa sfida.
Elezioni regionali Veneto 2025: quando si vota? Le date delle votazioni
La data delle elezioni regionali Veneto 2025 è ufficiale: si voterà domenica 23 e lunedì 24 novembre 2025, con i seggi aperti dalle ore 7 alle 23 nella prima giornata e dalle 7 alle 15 nella seconda. Lo ha stabilito il decreto regionale che ha fissato la tornata elettorale in contemporanea con altre Regioni come Campania e Puglia, con l’obiettivo di ottimizzare costi e partecipazione.
Dopo le ipotesi di un voto anticipato in primavera, la decisione definitiva è arrivata a fine estate, quando il governo ha optato per un election day autunnale. Una scelta che riunisce, in un’unica finestra, le elezioni regionali e le amministrative in alcuni Comuni capoluogo, puntando a una maggiore affluenza e a un coordinamento logistico più efficiente.
Nel 2020 il Veneto aveva votato a fine settembre, in piena emergenza sanitaria; cinque anni dopo, il clima è completamente diverso, ma la posta in gioco resta alta. Le informazioni ufficiali sulle modalità di voto e sugli orari dei seggi sono consultabili sul portale elezioni.regione.veneto.it, che aggiorna in tempo reale documenti e comunicazioni.
La legge elettorale in vigore
In Veneto si vota con una legge elettorale regionale approvata nel 2012 e modificata nel 2018. Un sistema che, per struttura e funzionamento, è spesso definito “Zaiatellum”, in omaggio al presidente che ne ispirò l’impianto. La legge si basa su un meccanismo proporzionale con premio di maggioranza, pensato per garantire governabilità e stabilità politica.
Non essendo previsto alcun ballottaggio, viene eletto presidente della Regione il candidato che ottiene anche un solo voto in più rispetto agli avversari. Se la coalizione vincente supera il 40% dei voti, ottiene il 60% dei 50 seggi complessivi del Consiglio regionale, assicurandosi così una solida maggioranza.
Per accedere alla ripartizione dei seggi, le coalizioni devono superare la soglia del 5% dei voti validi, mentre le liste singole devono raggiungere almeno il 3%. È previsto inoltre il voto disgiunto, che consente di esprimere una preferenza per un candidato presidente e, contemporaneamente, per una lista a lui non collegata. Gli elettori possono indicare una doppia preferenza di genere, purché si tratti di un uomo e una donna della stessa lista: in caso contrario, la seconda preferenza viene annullata.
Un’altra novità importante, introdotta nel 2018, riguarda la possibilità per i consiglieri regionali di ricandidarsi senza limiti di mandato, superando la precedente restrizione dei due mandati consecutivi. Tutte le disposizioni sono consultabili nel testo aggiornato sul sito del Consiglio Regionale del Veneto.
I candidati delle Elezioni regionali in Veneto 2025
Il nome di Luca Zaia resta centrale anche se, dopo tre mandati, non potrà ricandidarsi. L’attuale presidente, al vertice della Regione dal 2010, ha già chiarito di voler chiudere la propria esperienza istituzionale alla scadenza naturale, lasciando spazio a un nuovo candidato.
Per il centrodestra, che da oltre un decennio governa la Regione, la scelta è caduta su Alberto Stefani, deputato e vicesegretario federale della Lega. Stefani è sostenuto da un’ampia coalizione che comprende Fratelli d’Italia, Forza Italia e la stessa Lega, e rappresenta la continuità del modello amministrativo che ha caratterizzato gli anni di Zaia. Accanto a lui, come possibili figure di riferimento, si sono mossi anche Mario Conte, sindaco di Treviso, e Elisa De Berti, vicepresidente della Giunta, ma la candidatura di Stefani ha raccolto l’appoggio unitario della coalizione.
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Nel centrosinistra la situazione è più articolata. La coalizione – che riunisce Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, +Europa, Volt, Il Veneto che Vogliamo, PSI e Movimento Socialista Liberale – ha scelto come candidato presidente Giovanni Manildo, ex sindaco di Treviso. Un profilo amministrativo e pragmatico, che punta a ricompattare l’elettorato progressista e a recuperare consenso soprattutto nelle aree urbane e nelle province più dinamiche.
In corsa anche Marco Rizzo per Democrazia Sovrana e Popolare, Fabio Bui per i Popolari per il Veneto e Riccardo Szumski per la lista civica ReSistere Veneto, già protagonista nelle precedenti elezioni regionali.
Gli ultimi sondaggi e chi è favorito
I sondaggi elettorali più recenti, diffusi da istituti come SWG, Bidimedia e Quaeris, sembrano non lasciare dubbi sull’esito della corsa. Secondo le rilevazioni pubblicate a inizio novembre, Alberto Stefani è nettamente in testa con un consenso stimato intorno al 64,5%, sostenuto da una coalizione di centrodestra che si conferma solidissima in una regione storicamente leghista.
Il principale sfidante, Giovanni Manildo, si attesterebbe intorno al 32,6%, distaccato di oltre trenta punti, mentre le altre liste – Marco Rizzo, Fabio Bui e Riccardo Szumski – restano sotto la soglia del 2%.
Se le proiezioni venissero confermate, per il centrodestra si tratterebbe dell’ennesima conferma di un consenso ampio e radicato, in linea con le tendenze nazionali che vedono Fratelli d’Italia primo partito e la Lega stabile nelle sue roccaforti del Nord. I dati SWG diffusi il 10 novembre 2025 dal Tg La7 segnalano infatti che la coalizione di governo manterrebbe la maggioranza anche a livello parlamentare, con un quadro politico in cui le opposizioni – Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra – crescono leggermente, ma senza scalfire l’equilibrio generale.
In Veneto, dunque, il test elettorale sembra destinato più a sancire una continuità che a segnare una svolta. Come detto, il voto del 23 e 24 novembre coinciderà con le regionali in Campania e Puglia, chiudendo un autunno elettorale fitto e, in alcuni casi, decisivo per gli equilibri politici nazionali.
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