Elezioni politiche: visto il probabile pareggio elettorale, ecco la lista dei papabili premier che Mattarella potrebbe scegliere per un governo dalle larghe intese.
Chi sarà il prossimo premier al termine delle elezioni politiche? Al momento questa sembrerebbe essere la classica domanda da un milione di dollari, vista la grande incertezza che incombe sullo scenario italiano.
A circa otto mesi dalle elezioni politiche, si dovrebbe votare ad aprile 2018 visto che l’attuale legislatura terminerà il prossimo 15 marzo, non è chiaro neanche quale sarà il sistema elettorale con il quale gli italiani saranno chiamati a esercitare il proprio diritto di voto.
Se la legge elettorale non dovesse mutare in maniera sostanziale, ma nessuna avvisaglia fa propendere per l’ipotesi di un cambiamento, allora l’unica certezza sarebbe quella del nessun vincitore una volta che si andranno a chiudere i seggi.
Un’eventualità questa che andrebbe a spianare la strada a un governo tecnico o meglio dalle larghe intese, con una vasta margherita di aspiranti premier che da tempo cercano di accreditarsi nei confronti del Presidente Sergio Mattarella, al quale spetterà nel caso l’ultima parola nell’affidare l’incarico di formare un governo.
Elezioni politiche verso il pareggio?
Le elezioni politiche del 2018 al momento sembrerebbero essere un’autentica sciarada. Oltre alla grande incertezza che incombe sui principali partiti, c’è il grande rebus della legge elettorale che rende impossibile fare qualsiasi pronostico.
Affossato appena iniziato il suo iter parlamentare il modello tedesco, all’Italia rimangono due distinti sistemi di voto in vigore uno alla Camera e uno al Senato, rispettivamente il Legalicum e il Consultellum.
Obiettivo minimo quindi è almeno il rendere omogenee queste due leggi elettorali, fattore più volte ribadito anche dal Presidente Mattarella. Essendo due sistemi di voto non molto differenti, l’operazione non dovrebbe essere difficile.
Complicato però sarà anche in questo caso trovare un accordo, con tutti i vari partiti che saranno impegnati a strappare quella modifica alla legge elettorale che potrebbe garantire più voti oppure la sopravvivenza politica, come nel caso di Alternativa Popolare che balla pericolosamente sul filo della soglia di sbarramento.
Quello che pare più probabile è che alle prossime elezioni politiche si voterà con un sistema proporzionale, con premio di maggioranza alla lista capace di raggiungere il 40% e una soglia di sbarramento al 3%.
Stando agli ultimi sondaggi politici, con un sistema di voto del genere nessuna lista riuscirebbe ad ottenere la maggioranza assoluta nei due rami del Parlamento. Anche una coalizione monstre del centrodestra sarebbe comunque sotto il 40%.
Il pareggio elettorale quindi con questa legge sembrerebbe essere la soluzione più scontata. Un’eventualità questa che costringerebbe il Colle a dare mandato per la formazione di un governo dalle grandi intese.
In quest’ottica, sono molti i “galli nel pollaio” che ambiscono a diventare il prossimo premier. Soprattutto tra i ministri dell’attuale governo da tempo sembrerebbero essere iniziate le manovre per trasferirsi a Palazzo Chigi.
Gli aspiranti premier
Come scrive Marco Damilano sulle colonne de L’Espresso, le prossime elezioni politiche potrebbero rappresentare una delusione per gli attuali leader politici dei maggiori partiti italiani.
Con un pareggio elettorale i vari Matteo Renzi, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, vedrebbero quasi azzerate le loro possibilità di diventare premier. Solo un accordo tra Movimento 5 Stelle e Lega Nord, nel caso ci fossero i numeri, potrebbe portare uno dei candidati premier a diventare il prossimo Presidente del Consiglio.
In teoria la lista che dovesse risultare la più votata alle prossime elezioni, anche senza aver raggiunto il 40%, dovrebbe ottenere per prima l’incarico dal Presidente Mattarella per formare un nuovo governo.
Se però non uscisse fuori nessuna ipotesi di maggioranza chiara e stabile, il Colle si guarderebbe intorno per vedere se ci sono i presupposti per formare un governo trasversale che però possa garantire stabilità politica.
Ecco quindi che in questo caso sono tanti i nomi che girano negli ultimi tempi. Il più gettonato è quello dell’attuale Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che ha un feeling naturale con Mattarella e potrebbe mettere d’accordo anche il mondo centrista e moderato.
Chi spera comunque di rimanere in gioco è Matteo Renzi, ma se il segretario del Partito Democratico non riuscisse a convincere gli altri partiti allora ecco che potrebbe fare un passo indietro in favore della fida Maria Elena Boschi, che diventerebbe così la prima premier donna.
Silvio Berlusconi invece sarebbe molto più propenso a figure come Giuliano Amato oppure Carlo Calenda, con l’attuale ministro dello Sviluppo Economico che gode dell’appoggio di Confindustria ma anche della stima di buona parte del PD.
Roberto Maroni potrebbe essere il nome giusto per mettere d’accordo tutto il centrodestra così come Graziano Del Rio unirebbe il centrosinistra, ma entrambe queste ipotesi difficilmente poi troverebbero i numeri per formare una maggioranza.
Allora ecco che nelle ultime settimane un nome si sta facendo sempre più largo, ovvero quello di Marco Minniti. La sua opera nella vicenda dei migranti sta riscuotendo molti consensi, con l’attuale ministro dell’Interno che gode della fiducia non solo degli apparati della difesa, ma anche da parte di Mattarella e del Vaticano.
Vedremo quindi alla fine chi riuscirà ad accreditarsi al meglio all’interno delle istituzioni, anche se questi mesi che ci separano dal voto potrebbero riservare sorprese che andrebbero a evitare il ricorso a un governo dalle larghe intese.
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