Elezioni europee, cambia la legge elettorale? Ecco chi ci guadagna

Alessandro Cipolla

05/09/2023

06/09/2023 - 08:01

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Novità per la legge elettorale delle elezioni europee 2024: la soglia di sbarramento dovrebbe passare dal 4 al 3%, una mossa che sembrerebbe convenire soprattutto a Meloni e Renzi.

Elezioni europee, cambia la legge elettorale? Ecco chi ci guadagna

Alle elezioni europee 2024, che si terranno il prossimo giugno, gli italiani potrebbero votare con una legge elettorale leggermente diversa rispetto al passato. Un cambiamento minimo, quasi impercettibile, che però potrebbe diventare fondamentale - e vitale - per diversi partiti e leader politici.

In Italia la legge elettorale per le elezioni europee è un proporzionale puro, con il Paese diviso in quattro circoscrizioni e l’impossibilità per le varie forze politiche di unirsi in coalizioni: ognuno deve correre con la propria lista o “listone”, nel caso di accorda tra due o più partiti per correre tutti uniti sotto lo stesso simbolo.

Questa impostazione non dovrebbe mutare ma, come riferito da più organi di stampa, a breve potrebbe cambiare la soglia di sbarramento che, dall’attuale 4%, verrebbe abbassata a un più agevole 3%.

In Parlamento infatti sarebbe stato trovato un accordo per modificare la legge elettorale prima delle elezioni europee 2024: la proposta è stata fatta dai Verdi e avrebbe trovato una serie di sponde sia nella maggioranza sia tra alcune forze di opposizione.

Del resto l’Italia è uno dei Paesi comunitari con la più alta soglia di sbarramento - alle europee ogni Stato ha una propria legge elettorale - e, se entro la fine dell’anno dovesse arrivare la fumata bianca, si andrebbe a uniformare la soglia di sbarramento a quella delle elezioni politiche che è del 3%.

Ma a chi conviene questa modifica del sistema di voto a meno di un anno dalle europee? Guardando gli ultimi sondaggi politici, potrebbero guadagnarci di più Giorgia Meloni e Matteo Renzi, anche se per motivi diametralmente opposti.

Europee: chi ci guadagna cambiando la legge elettorale

Se il diavolo è nei dettagli, per quanto riguarda le elezioni europee 2024 si potrebbe dire invece che si annidi nella legge elettorale e, più in particolare, nella soglia di sbarramento da dovere superare per poter portare propri rappresentanti a Bruxelles e Strasburgo.

Abbassare l’asticella dal 4 al 3% significherebbe infatti avvicinare notevolmente diversi partiti alla fatidica soglia, con un bello sconto di circa 300.000 voti. Stando ai sondaggi, in Italia al momento sarebbero sotto il 4% un bel gruppetto di forze politiche: Azione, Alleanza Verdi-Sinistra, Italia Viva, +Europa, Italexit con Paragone, Unione Popolare e Democrazia Sovrana Popolare.

In campo alle prossime elezioni europee ci potrebbe essere poi anche una lista di destra guidata da Gianni Alemanno, mentre resta da capire quali alleanze verranno strette tra i vari partiti minori.

Tra questi partiti in bilico sulla soglia di sbarramento l’unico che potrebbe avere la forza di andare oltre il 4% sembrerebbe essere Azione; per tutti gli altri, a meno di listoni, appare essere proibitivo il superamento dell’attuale asticella.

Oltre al tandem Sinistra Italiana-Europa Verde, il primo a guadagnarci da un cambio della legge elettorale sarebbe Matteo Renzi che, forse non a caso, proprio nelle scorse ore ha annunciato la sua candidatura alle elezioni europee sotto le insegne de Il Centro.

Anche Forza Italia - in costante calo nei sondaggi - potrebbe dormire sonni più tranquilli con una soglia di sbarramento al 3%, ma anche le forze “anti-sistema” potrebbero ambire a un posto nell’odiata Europa.

Agevolare il superamento della soglia di sbarramento a delle liste centriste, vedi Azione e Italia Viva, potrebbe giovare anche a Giorgia Meloni visto che con ogni probabilità sarebbero Pd e Movimento 5 Stelle a dover cedere propri posti.

Non è un mistero che Meloni alle elezioni europee 2024 punti a spostare l’asse di Bruxelles verso destra, sostituendo l’attuale “maggioranza Ursula” (Popolari-Socialisti-Riformatori) con una di centrodestra.

Per portare a termine questo piano però avrà bisogno di diverse sponde all’interno dei Popolari e dei Riformatori, ma anche dei numeri necessari - che al momento non ci sarebbero - per permettere numericamente questa svolta a destra.

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