Cosa non bisogna fare con i propri soldi per evitare che il Fisco presuma che si stanno evadendo le tasse? Vediamo gli errori da non commettere assolutamente.
Quando si maneggiano soldi ci sono degli errori che è meglio evitare se non si vuole incorrere in controlli fiscali. Non sempre è facile tirare una linea che separa quello che per il Fisco è lecito e quello che non lo è, e visto che basta un sospetto per far presumere che si stia commettendo evasione fiscale, anche comportamenti leciti possono esporre al rischio di controlli fiscali.
Cosa si deve fare, quindi, per non finire sotto l’occhio attento dell’Agenzia delle Entrate? Ci sono precisi comportamenti che vanno evitati per non cadere vittima di un accertamento fiscale. Anche se per chi è avanti con gli anni è difficile da comprendere, oggi i rapporti bancari sono quotidianamente controllati ed esposti come fossero in una vetrina. Un tempo vigeva il segreto bancario con il banchiere che custodiva gelosamente gli affari de propri clienti. All’inizio degli anni ’90, però, è venuto meno e qualsiasi movimento si effettui sul conto corrente non può rimanere segreto all’amministrazione finanziaria. Il conto corrente, quindi, non è solo affare dell’intestatario, ma è condiviso con l’Agenzia delle Entrate.
Il Fisco, infatti, se vanta dei crediti può prelevarli dal conto corrente del contribuente ed inoltre è a conoscenza di quanti soldi ha e come li sta utilizzando senza nessuna autorizzazione e grazie all’Anagrafe Tributaria.
Gli errori di evitare per non avere guai con il Fisco
Il primo errore da non commettere mai quando si tratta di soldi è pensare che il conto corrente sia soltanto un proprio affare. L’Agenzia delle Entrate lo conosce forse meglio dell’intestatario stesse e, anche se non può chiedere conto dei prelievi effettuati e di come è utilizzato il contante, può presumere che qualsiasi versamento (in contanti o tramite bonifico) sia del reddito non dichiarato. Per evitare la presunzione bisogna sempre avere la prova documentale (con data certa) di ogni versamento.
Pensando al conto corrente come a una cosa che non è solo propria (pensiamolo come a un conto condiviso per il quale dover giustificare ogni movimento con un cointestatario diffidente) mantenendo prova documentale di ogni somma che si riceve, sarà semplicissimo superare la presunzione dell’Agenzia delle Entrate. Le uniche entrate per le quali non serve una prova documentale sono quelle derivanti da bonifici da parte di familiari.
Un altro errore da evitare è quello di versare denaro sul conto corrente importi di cui non si ha la prova per dimostrare la provenienza (un prestito, ad esempio, senza un apposito contratto o una donazione da un fidanzato o un amico). In questo caso le somme non sono giustificabili tramite prova documentale.
Un altro errore da non commettere mai e di tenere i soldi sul conto corrente senza mai prelevare. L’Agenzia delle Entrate, infatti, sa quale reddito percepisce qualsiasi contribuente e se i risparmi che si accumulano alla fine dell’anno non sono compatibili con quel reddito e con le spese che si devono effettuare per vivere, presume che ci siano altre entrate di dubbia provenienza. Effettuando di tanto in tanto dei prelievi, invece, il saldo del conto corrente si movimenta e si dimostra al Fisco di dover attingere dai propri soldi per le spese quotidiane.
Troppe spese insospettiscono il Fisco
Chiedere la fattura per ogni spesa che si effettua potrebbe portare ad avere controlli Fiscali. Ci sono molti autonomi e professionisti che pur di portare in detrazione le spese sostenute (anche al di fuori dell’attività autonoma) si fanno fatturare qualsiasi cosa e così il mazzo di fiori per la moglie diventa una spesa di rappresentanza, la cena fuori con gli amici si fa passare per public relations e la vacanza estiva è mascherata da trasferta lavorativa. Ma va ricordato che troppe spese insospettiscono il Fisco, non tanto per l’inerenza della spesa con l’attività commerciale (come ad esempio il falegname che porta in detrazione l’impianto stereo appena comprato), ma quanto del fatto che così facendo si rischia di avere spese che superano le entrate (soprattutto se si tende a fatturare anche, ad esempio, spese pagate dal coniuge).
Un altro errore da evitare è comprare un bene di lusso con soldi regalati, senza l’atto di donazione o una prova documentale, da un genitore. Nell’atto di acquisto è sempre meglio specificare che il denaro (o parte di esso) utilizzato per il pagamento di un’auto, di una casa o un altro bene dal grosso costo, sono frutto di una donazione. In questo modo se un domani il Fisco verrà a contestare che il reddito prodotto dal contribuente è incoerente rispetto all’acquisto si può sempre dimostrare di aver fatte sempre le cose in regola e che i soldi sono stati frutto di un regalo.
I social possono essere la rovina
Postare sui social network la foto di tutto quello che si fa per fare invidia ad amici e conoscenti potrebbe non essere una mossa intelligente. Postare foto di una cena in un ristorante stellato, di un giro con una macchina di lusso che non ci si può permettere, di ripetute vacanze e crociere costose potrebbe costare molto cara perché un accertamento fiscale potrebbe nascere anche dalle immagini condivise se mostrano uno stile di vita che non è coerente con le entrate dichiarate.
Per non rischiare un accertamento fiscale la buona norma è di fare sempre tutto in proporzione ai redditi dichiarati, perché anche eventualmente la rata del mutuo troppo alta pagata mensilmente potrebbe essere considerata un elemento di incoerenza.
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