Crescita occupazionale debole, consumi in calo, mercato immobiliare sotto pressione e incertezze politiche: perché l’apparente forza dell’economia USA rischia di essere solo un’illusione.
La crescita economica degli Stati Uniti sembra solida a prima vista. A giugno, il mercato del lavoro ha battuto le attese, l’inflazione è apparsa sotto controllo e l’indice S&P 500 ha chiuso ai massimi storici. Tuttavia, un’analisi più attenta rivela segnali preoccupanti di fragilità strutturale, oscurati dai buoni risultati aziendali e dall’ottimismo dei mercati finanziari.
Dal febbraio scorso, l’economia americana ha creato 671.000 nuovi posti di lavoro. Ma circa due terzi provengono da settori meno dinamici come sanità, pubblica amministrazione e istruzione. La diffusione occupazionale nel settore privato è in calo: l’indice del Bureau of Labor Statistics è sceso sotto quota 50, un’anomalia storicamente associata alle recessioni.
Secondo Peter Berezin, stratega di BCA Research, il mercato del lavoro è vicino a un punto di rottura: se la domanda calasse ulteriormente, il tasso di disoccupazione potrebbe salire rapidamente. I lavoratori licenziati oggi faticano di più a trovare nuove opportunità, mentre i dati ufficiali sull’occupazione rischiano di essere sovrastimati, con revisioni al ribasso che passano quasi inosservate. [...]
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