L’OCSE lancia un nuovo allarme debito con i dati aggiornati al 2023 sul mercato obbligazionario: l’indebitamento societario e sovrano vale $100.000 mld. Perché è così pericoloso?
La fotografia OCSE sul debito globale, relativo all’emissione di obbligazioni sovrane e societarie, è allarmante per una serie di motivi.
Il documento OECD Global Debt Report 2024 pubblicato giovedì 7 marzo ha annunciato che, a fine 2023, il volume totale del debito obbligazionario sovrano e societario valeva la cifra di quasi 100mila miliardi di dollari, un ammontare simile al Pil globale.
Dinanzi a uno scenario economico e finanziario cambiato e di molto negli ultimi anni, con le banche centrali che hanno alzato i tassi di interesse a livelli record dopo che il costo del denaro era rimasto vicino allo zero o negativo, i rischi di una esplosione della situazione debitoria di Stati e società sono in preoccupante crescita.
L’OCSE ha individuato alcune economie avanzate con elevati rapporti debito/PIL, Paesi a basso reddito con rating più basso ed emittenti societari ad alta leva finanziaria in alcuni settori, in particolare immobiliare, come i soggetti che più possono cadere nella trappola dell’indebitamento.
Debito globale a $100.000 miliardi: così cambia il mercato obbligazionario
Da quando i tassi di interesse sono stati portati a livelli bassi dopo il 2008, il mercato obbligazionario si è adeguato a queste mutate e più favorevoli condizioni ampliando la platea di emittenti. Diversi Stati e società anche con rating basso hanno emesso debito creando così sacche di mercato più rischiose e contribuendo però anche alla rapida crescita del mercato obbligazionario sostenibile (bond legati a progetti verdi e sociali).
Con questa premessa, il rapporto 2024 dell’Ocse ha specificato che, dopo aver quasi raggiunto la cifra di 100mila miliardi di dollari, il mercato obbligazionario di bond statali e societari crescerà ancora. Nel dettaglio:
Si prevede che il debito totale dei titoli di Stato dell’OCSE aumenterà fino a raggiungere i 56.000 miliardi di dollari nel 2024, con un aumento di 30.000 miliardi di dollari rispetto al 2008. Alla fine del 2023, il debito obbligazionario societario globale ha raggiunto i 34.000 miliardi di dollari e oltre il 60% dell’aumento dal 2008 proveniva da società non finanziarie.
Tra i cambiamenti, l’OCSE ha anche sottolineato che l’importo totale delle obbligazioni sostenibili societarie e del settore ufficiale in circolazione ammontava a 4,3 trilioni di dollari a fine 2023, rispetto ai 641 miliardi di dollari di appena cinque anni prima.
Il rovescio della medaglia, però, è che oggi le condizioni di mercato sono drasticamente cambiate. In un contesto di molto debito emesso e di tassi di interesse in rialzo, “circa il 40% delle obbligazioni sovrane e il 37% delle obbligazioni societarie a livello globale scadranno entro il 2026, richiedendo ulteriori prestiti dai mercati a tassi di interesse più elevati”. L’allarme è quindi scattato.
Da evidenziare anche che il rapporto debito pubblico/PIL nei Paesi OCSE ha raggiunto l’83% alla fine del 2023, aggiungendo 30 punti percentuali rispetto al 2008.
Perché c’è allarme sull’indebitamento mondiale
Il segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann non ha usato mezzi termini per illustrare i gravi rischi che l’economia e la finanza globale corrono con livelli di debito così elevati:
Un nuovo panorama macroeconomico caratterizzato da un’inflazione più elevata e da politiche monetarie più restrittive sta trasformando i mercati obbligazionari a livello globale a un ritmo mai visto da decenni. Ciò ha profonde implicazioni per la spesa pubblica e la stabilità finanziaria in un momento di rinnovate esigenze di finanziamento La spesa pubblica deve essere più mirata, con una maggiore attenzione agli investimenti in aree che guidano l’aumento della produttività e la crescita sostenibile. Le autorità di vigilanza del mercato devono monitorare da vicino sia la sostenibilità del debito nel settore societario sia le esposizioni complessive nel settore finanziario.
La vulnerabilità dei soggetti emittenti debito è in aumento e questo suona come un avvertimento per la stabilità finanziaria. Basta pensare che, come sottolineato dall’OCSE, il 2023 si è concluso con il 53% di tutte le emissioni investment grade da parte di società non finanziarie appartententi al rating BBB (il più basso). La quota di obbligazioni con rating BBB e con un rapporto debito/EBITDA superiore a 4 – un indicatore di leva finanziaria elevata – era inoltre pari al 42%, rispetto all’11% nel 2008.
Il nodo debito rischia di non trovare soluzione e di intrappolare lo sviluppo economico ancora per molti anni.
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