Il Ddl concorrenza penalizza gli avvocati: rischio chiusura per i piccoli studi legali

Simone Micocci

29 Agosto 2017 - 13:48

Il Ddl concorrenza dovrebbe agevolare la professione forense, ma il rischio di provocare l’effetto contrario è concreto. Ecco le criticità della nuova legge in vigore da oggi.

Il Ddl concorrenza penalizza gli avvocati: rischio chiusura per i piccoli studi legali

Il Ddl concorrenza ha introdotto diverse novità per gli avvocati: dall’obbligo del preventivo in forma scritta fino alla possibilità di costituire società di capitale aperte a finanziatori esterni.

L’obiettivo della legge non è solo di rendere il più trasparente possibile il rapporto con i clienti, ma anche quello di dare una nuova linfa vitale ad una professione sempre più in crisi.

I numeri degli ultimi anni, infatti, ci mostrano una perdita di appeal per la professione forense; d’altronde, i costi per esercitare sono diventati proibitivi, senza dimenticare le difficoltà dei giovani laureati in Giurisprudenza ad ottenere l’abilitazione viste le difficoltà nel superare l’esame avvocato.

Tuttavia c’è il rischio concreto che il Ddl concorrenza anziché agevolare la professione forense procederà con il penalizzarla: le novità che secondo il legislatore dovrebbero rilanciare la competitività degli avvocati italiani, infatti, in realtà potrebbero danneggiarla ancora di più.

Ddl concorrenza: così cambiano gli studi professionali

Il Ddl concorrenza modifica le norme sulla composizione degli studi degli avvocati.

In particolare, la nuova legge in vigore da oggi - martedì 29 agosto - stabilisce che gli avvocati possono:

  • costituire una società aperta ai soci di capitale;
  • partecipare a più di un’associazione;
  • realizzare reti e consorzi.

La presenza di investitori esterni - seppure nel limite del 30% dei soci di capitale - permetterà quindi allo studio legale di avere una maggiore liquidità da investire.

Il problema è che allo stesso tempo il finanziatore dell’attività vorrà recuperare l’investimento al più presto, massimizzando i guadagni; quella che fino ad oggi è stata un’attività professionale rischia di diventare un’attività imprenditoriale, con tutti i rischi che ne derivano.

Per saperne di più leggi anche-Ddl concorrenza: le novità per avvocati e notai.

Il Ddl concorrenza penalizza i “piccoli” studi legali

A pagarne le conseguenze saranno i piccoli studi di avvocati che non possono vantare di grandi liquidità; attività che già oggi hanno difficoltà ad andare avanti - a causa dei costi elevati per esercitare - per le quali l’avvento delle società di capitale rischia di essere un vero e proprio “colpo di grazia”.

Le piccole realtà, gli studi professionali che ruotano intorno alla figura dell’unico dominus rischiano di sparire dal panorama forense italiano: d’altronde è proprio la logica imprenditoriale a prevedere che il “pesce piccolo” venga mangiato da quello “più grande”.

È come se il Ddl concorrenza volesse incentivare l’aumento delle dimensioni degli studi legali, aprendo alla possibilità di franchising e di alleanze di mercato con investitori esteri.

Solo chi si adatterà alle nuove regole piegandosi alle logiche imprenditoriali fissate dal Ddl concorrenza avrà una possibilità di sopravvivere al cospetto dei grandi colossi che presto cominceranno ad investire nel settore legale; per gli altri continuare a svolgere la professione forense mantenendo un bilancio positivo sarà quasi impossibile.

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