Data elezioni sempre più incerta con il voto a giugno che al momento sembrerebbe essere soltanto una chimera. Una vittoria quindi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella?
Data elezioni: il voto a giugno sembra essere sempre più lontano.
Tutti le vogliono ma le elezioni politiche sembrano essere sempre più lontane. La politica italiana è da sempre contraddistinta da fiumi di parole e di intenzioni, ma alla fine in questa partita sulla data delle prossime elezioni il vincitore potrebbe essere il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Nella gran gazzarra della discussione riguardo la legge elettorale con cui andare al voto, chi ha parlato poco a riguardo come Mattarella oppure per niente come Gentiloni, alla fine potrebbero spuntarla.
Febbraio sarà un mese decisivo a riguardo, tra le motivazioni della sentenza della Consulta che devono essere pubblicate e la proposta della nuova legge elettorale che deve approdare nelle Aule.
La sensazione è che in questo grande marasma, alla fine a spuntarla siano proprio quelli che sembrano siano soltanto spettatori interessati alla partita della prossima data delle elezioni.
Nuova legge elettorale: il gran caos delle proposte
Prima di parlare su quale legge elettorale possa essere la più probabile ad essere scelta, bisogna fissare delle date nel calendario. Il 24 febbraio è il giorno massimo entro cui la Consulta deve pubblicare le motivazioni della sua sentenza sull’Italicum, visto che ha 30 giorni di tempo per farlo.
Il 27 febbraio è il giorno invece in cui il testo della nuova legge elettorale dovrebbe approdare in Parlamento. Prima però questa deve uscire dalla Commissione affari costituzionali dove i vari partiti si devono mettere d’accordo: al momento ci sono 16 proposte depositate.
Ipotizzando che la Consulta decidesse di pubblicare le sue motivazioni l’ultimo giorno disponibile, questo sarebbe un venerdì. Difficile quindi pensare che la Commissione riesca a presentare il testo per il lunedì seguente. Senza le linee guida fornite dalla Corte Costituzionale è inutile discutere di nuova legge elettorale.
Quindi la speranza è che la Consulta pubblichi prima le motivazioni, altrimenti addio data del 27 febbraio e nuova calendarizzazione necessaria. Se il patto tra Renzi, Salvini e Grillo per andare al voto a giugno dovesse reggere, allora i tempi potrebbero essere abbastanza brevi.
I problemi comunque sono due e non di poco conto: bisogna trovare un accordo tra le forze politiche che spingono verso il voto e bisogna tenere buoni chi invece è contrario alle urne a giugno.
Una partita quindi dove sono tanti gli attori in campo e il tempo a disposizione poco. Alla fine il sentore è che questo sostanziale immobilismo possa prolungarsi, con il risultato che l’attuale Governo alla fine arrivi alla sua naturale scadenza del 2018.
Data elezioni: alla fine vince Mattarella?
Il quadro della situazione al momento è questo: Renzi è il più grande sponsor del voto a giugno così come Lega e Movimento 5 Stelle, mentre Forza Italia e minoranza dem assieme a tutta la galassia dei partitini sono contrari.
Quello che alla fine dei conti tiene in mano le redini della partita è Matteo Renzi, visto che è il segretario del maggior partito in Parlamento. Il problema è che però il PD al momento è anche al Governo, dettaglio da non trascurare.
In quanti quindi all’interno del Partito Democratico vorrebbero staccare la spina ad un esecutivo per andare a delle elezioni che sembrano essere un salto nel buio? Non molti. In silenzio sono tanti quelli che lavorano per arrivare fino al 2018.
Anche un fedelissimo di Renzi come Luca Lotti, attuale ministro dello Sport, sembrerebbe aver confidato ad alcuni suoi collaboratori che le possibilità che si voti a giugno siano veramente poche.
La sensazione quindi è che alla fine ad avere la meglio sia chi ha imparato ad agire in politica con il metodo democristiano. Mattarella nel suo discorso di fine anno ha detto che si deve votare con una legge elettorale certa e condivisa. Gentiloni invece non è proprio mai entrato nell’argomento.
Poche parole e tanto lavoro lontano dai riflettori e dai social, come la vecchia scuola politica insegna.
Così mentre tutti dicono la loro, le due più importanti figure politiche del nostro paese vanno avanti in silenzio da due mesi. Alla fine quindi visto i tanti nemici interni ed esterni del voto a giugno, a spuntarla potrebbero essere proprio Mattarella e Gentiloni, con buona pace di chi vorrebbe nuove elezioni a tutti i costi.
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