Criptovalute, rischio crisi come con subprime nel 2008. L’allarme Consob

Laura Naka Antonelli

20 Giugno 2025 - 14:57

L’alert lanciato da Paolo Savona, presidente della Consob, con il suo Discorso al mercato. Criptovalute getteranno i semi della prossima crisi finanziaria globale?

Criptovalute, rischio crisi come con subprime nel 2008. L’allarme Consob

Attenzione alle criptovalute, si rischia una crisi simile a quella subprime esplosa nel 2008: quella che ha scatenato la crisi finanziaria globale che ha scritto la parola punto alla finanza così come la si era intesa fino a quel momento, facendo saltare in aria diverse banche e aprendo l’era dei bailout e dei salvataggi lanciati in extremis da diversi governi di tutto il mondo per impedire il crollo di un intero sistema mondiale.

A lanciare l’allarme è stato oggi, venerdì 20 giugno, il presidente della Consob Paolo Savona, nel corso del suo Discorso al mercato.

Così il numero uno della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, nell’’Incontro annuale con il mercato finanziario che si è svolto a Piazza Affari nella sede di Borsa Italiana, a Palazzo Mezzanotte, un incontro che ha concluso le celebrazioni per i 50 anni dell’Autorità:

“Non può sfuggire l’analogia che si va determinando con le radici della crisi finanziaria del 2008 dovuta alla diffusione dei derivati complessi che contenevano crediti difficilmente rimborsabili (subprime) e causarono gravi conseguenze economiche, mettendo a rischio anche la sicurezza dello Stato”.

Consob, Savona lancia alert sul “movimento della faglia tellurica delle cryptocurrency”

Savona ha affrontato il contesto attuale intriso di una mole di incognite a livelli record, che hanno fatto la loro comparsa in una fase storica in cui l’economia e i mercati si stavano ancora leccando le ferite inflitte dal trauma della crisi finanziaria mondiale esplosa nel 2008, che ha scardinato ogni certezza che, fino ad allora, aveva albergato nel mondo della finanza.

Nel caso specifico dell’Italia, ha ricordato il numero uno della Consob, “in quest’ultimo lustro l’economia italiana è stata caratterizzata dai postumi della grave crisi finanziaria globale del 2008, dall’esplosione della pandemia da Covid nel 2019, dalla ripresa dell’inflazione nel 2021, dalla crescita dell’incertezza dovuta all’affermarsi di un clima bellico colmo di rischi a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, della guerra nella Striscia di Gaza causata dall’attacco terroristico di Hamas a Israele nel 2023 e, più di recente, dello scoppio del conflitto tra Israele e Iran dagli effetti imprevedibili ”.

Una carrellata di cigni neri, la si potrebbe chiamare, a cui ora si stanno affiancando “ politiche protezionistiche che hanno storicamente afflitto gli scambi mondiali”, ovvero la carica di dazi reciproci decisi e annunciati dal Presidente americano Donald Trump, che sta mandando in tilt tutti gli attori della finanza e dell’economia mondiale.

A esacerbare questa situazione sono tra l’altro le grandi colpevoli su cui Savona ha ripuntato oggi il dito, ovvero le criptovalute, alias le “cryptocurrency”:

“Alle turbolenze più recenti ha concorso il movimento della faglia tellurica delle cryptocurrency sottostante al territorio monetario e finanziario tradizionale, con possibili sbocchi dalle proporzioni imperscrutabili; il rischio è riemerso sotto la spinta dell’illusione di facili guadagni così ben descritta da Carlo Collodi nel “Campo dei miracoli” di Pinocchio e ha trovato alimento nel successo conseguito da quelli che hanno sfruttato l’occasione offerta dallo sviluppo delle tecnologie informatiche. Il governo della vicenda non può essere affidato alla cura degli interessi privati organizzati o regolandone i relativi servizi con decisioni insufficienti, ma necessita di una cosciente cooperazione tra Stati”.

Quegli ordini esecutivi che proibiscono il dollaro digitale firmati da Trump

Una cooperazione internazionale volta a regolamentare le criptovalute si è fatta più dubbia, ha ricordato Paolo Savona, a causa degli ordini esecutivi che gli scorsi 23 gennaio e 6 marzo sono stati firmati negli Stati Uniti dal Presidente Trump, che proibiscono in sostanza la “nascita del dollaro digitale ”, candidando il “ Bitcoin e altre quattro monete ’virtuali’ a svolgere un ruolo di riserva internazionale della moneta statunitense, ponendo gli Stati Uniti al centro operativo mondiale degli strumenti virtuali”.

In questa situazione, “il chiarimento è particolarmente urgente per le cryptocurrency che vengono usate come moneta rispetto alle attività tradizionali tokenizzate (DeFin), perché le prime vengono minate liberamente da privati che si impossessano del signoraggio, mentre le seconde passano attraverso un’autorizzazione pubblica dei relativi documenti informativi”.

Fatta questa distinzione, “ se però le due forme si intrecciano i problemi da risolvere si moltiplicano e complicano le valutazioni di mercato ”, ha avvertito il numero uno della Consob.

Minaccia criptovalute, Savona: “Non sfugge analogia radici crisi finanziaria”

Ed è proprio in riferimento a questa grande preoccupazione che Paolo Savona ha fatto il parallelismo, per l’appunto, con la genesi della crisi finanziaria del 2008:

“Non può sfuggire l’analogia che si va determinando con le radici della crisi finanziaria del 2008 dovuta alla diffusione dei derivati complessi che contenevano crediti difficilmente rimborsabili (subprime) e causarono gravi conseguenze economiche, mettendo a rischio anche la sicurezza dello Stato. Una società della Silicon Valley fondata nel 1989, dopo una vita incolore, nel 2020, a seguito della nascita dei Bitcoin, si è specializzata negli intrecci tra strumenti tradizionali e virtuali, balzando al vertice della ricchezza mondiale, superando la Apple di Steve Jobs fondata nel 1976, le cui radici reali sono ben più profonde e risultato di vicende imprenditoriali passate alla storia”.

Non è certo la prima volta che la Consob di Paolo Savona lancia un allarme sui cosiddetti crypto asset. Un altro attenti risale a poche settimane fa appena.

La serie di appelli di Paolo Savona continua a essere accorata, a fronte della necessità che “si ristabilisca una catena pro-attiva per la crescita reale ”.

Come fare? La risposta è la seguente: “ Occorre evitare che le monete private interferiscano nel processo, confermando senza esitazioni o equivoci che esiste una sola moneta dotata di potere liberatorio (legal tender) e strumento di protezione dei valori nel tempo, anche se assume la forma contabile digitale decentrata sotto controllo delle autorità per impedire eccessi e abusi”.

Savona auspica riforma pro-stabilità monetaria e stabilità finanziaria. Utopia? Lo fu anche l’euro

E questa necessità, ha spiegato il numero uno della Consob, “non riguarda solo l’esigenza di mantenere sotto un unico controllo la stabilità monetaria, ma anche la parimenti importante stabilità finanziaria. Una siffatta scelta riporta i depositi bancari nell’alveo finanziario di appartenenza, imponendo una riorganizzazione dei compiti tra istituzioni di vigilanza per rafforzare la protezione del risparmio e la funzionalità del mercato”, ha continuato Savona, segnalando il senso di scetticismo che continua a permeare il mondo delle autorità finanziarie, ogni volta che è necessario invece far sentire la loro voce.

Una riforma che alla fine è solo l’ennesima utopia? Sarà.

Ma la storia insegna altro e la stessa nascita dell’euro inizialmente venne considerata, ha rammentato il numero uno della Consob, una utopia:

“Si afferma che questa riforma non sia possibile, tanto da essere considerata un’utopia. Come la storia insegna, il progresso civile è stato realizzato sulla base di utopie “necessarie”, come il filosofo spagnolo Antoni Mellà i Ortis ha proposto di chiamarle e la storia dell’umanità insegna siano il principale nutrimento del progresso civile. Anche la nascita dell’euro era un’utopia necessaria per realizzare un mercato unico dei beni che presuppone una sola moneta, e divenne realtà al momento opportuno (tra il 1998 e il 2002), beneficiando dei lavori preparatori svolti nei decenni precedenti. Se gli Stati Uniti e la Cina non aderissero a un generale disegno di riforma monetaria internazionale, l’eurosistema potrebbe e dovrebbe fungere da naturale laboratorio sperimentale, chiamando a collaborare alla realizzazione tutte le forze disponibili”.

Iscriviti a Money.it

Trading online
in
Demo

Fai Trading Online senza rischi con un conto demo gratuito: puoi operare su Forex, Borsa, Indici, Materie prime e Criptovalute.