La proposta è partita dal parlamento iraniano, che sembra vedere con sempre maggiore convinzione le criptovalute, possibile soluzione alla crisi socio-economica attraversata dal Paese
L’Iran sta pensando di adottare criptovalute per combattere le imminenti sanzioni in arrivo dagli USA.
Questo nuovo sviluppo arriva pochi mesi dopo il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo nucleare. Secondo i report locali, le autorità stanno lavorando per trovare una via d’uscita prima che le sanzioni entrino in vigore.
Le indicazioni maggiori al riguardo sono arrivate dal presidente della Commissione Economica Parlamentare, Mohammad Reza, che ha notato come la criptovaluta potrebbe rivelarsi la giusta soluzione alla crisi imminente.
Iran: una criptovaluta contro la crisi socio-economica
Dopo il ritiro dall’accordo nucleare a maggio, il governo USA ha anche deciso di adottare misure severe contro Theran, sotto forma di sanzioni economiche che saranno effettive da novembre.
La crescente tensione ha fatto sì che il riyal, la valuta del Paese, perdesse la metà del suo valore negli ultimi mesi: al momento 60.000 riyal acquistano un dollaro, mentre 5 anni fa occorrevano solo 36.000 riyal per acquistare un biglietto verde.
Il rapporto tra Theran e le criptovalute non è sempre stato roseo. Dall’introduzione del Bitcoin nel 2009 il Paese ha mostrato atteggiamenti contrastanti nei confronti delle valute virtuali. All’inizio di quest’anno lungo il territorio si sono tenute diverse proteste per via delle pessime condizioni socio-economiche, e l’alta inflazione ha costretto molti iraniani a passare alle criptovalute per affrontare l’elevato costo della vita; tanto che molto presto si è diffuso un vero e proprio incoraggiamento generale ad adottarle.
Il governo iraniano, scettico sulle crypto, ne ha imposto il divieto ad aprile. Banche locali e altre istituzioni finanziarie non possono effettuare transazioni di valute virtuali. Di conseguenza, molti cittadini hanno fatto ricorso ad altri metodi per ottenerle. I report rivelano che gli iraniani hanno speso più di 2,5 milioni di dollari in acquisti di criptovalute oltreoceano a distanza di solo un mese dal blocco ufficiale di Theran.
Malgrado il divieto, le autorità non hanno completamente chiuso le porte alle valute virtuali; il governo iraniano ha attivamente adottato misure per creare un quadro legale del mercato delle criptovalute domestiche e l’Iran è attualmente al lavoro per sviluppare la propria.
Il piano dell’Iran per le criptovalute: eliminare egemonia USA
Le intenzioni del Paese ricordano molto quelle rese note pochi mesi fa dal Venezuela, anch’esso alle prese con una crisi economica e sociale senza precedenti e intenzionato, su iniziativa dello stesso Presidente Nicolas Maduro, ad adottare il Petro, la sua versione del Bitcoin.
Mohammad Reza, presidente della Commissione Economica del Parlamento Iraniano, ha annunciato di aver già ordinato alla Banca centrale dell’Iran di avviare lo sviluppo di proposte per l’uso delle criptovalute:
“Negli ultimi anni l’uso delle valute virtuali è diventato un problema importante. Ma si tratta di uno dei modi migliori per evitare l’utilizzo del dollaro e per sostituire il sistema SWIFT. Se riusciamo a rendere effettivo il provvedimento, saremo il primo Paese ad utilizzare le criptovalute per lo scambio di merci”.
Reza ha anche aggiunto che le valute virtuali sono indispensabili per combattere “l’egemonia degli Stati Uniti”, mentre un’agenzia locale ha diffuso le parole pro-crypto del Ministro iraniano dell’Informatica e delle Telecomunicazioni, Mohammad Javad Azari-Jahromi, che avrebbe suggerito di non intendere il divieto in maniera totale, spiegando che non è proibito lo sviluppo di una valuta digitale in ambito locale:
“La settimana scorsa, durante una riunione dedicata al progetto, è stato annunciato che il modello sperimentale era già pronto”.
Resta da vedere se la mossa messa in cantiere dal governo iraniano riuscirà ad attecchire, ridisegnando di conseguenza lo scenario economico del Paese. Quel che è certo è che si tratterebbe di un’inversione di tendenza per l’Iran e un altro segnale di riconoscimento importante per le valute virtuali.
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