Covid, il vaccino diventa personalizzato: “Non sarà più uguale per tutti”

Stefano Rizzuti

18 Febbraio 2022 - 11:39

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L’immunologo Mauro Minelli propone di rendere il vaccino anti-Covid personalizzato, ovvero adattarlo alle esigenze sanitarie delle singole persone o di alcune specifiche categorie.

Covid, il vaccino diventa personalizzato: “Non sarà più uguale per tutti”

Un vaccino personalizzato, disegnato sulle esigenze di ogni individuo. È questa l’ipotesi paventata da Mauro Minelli, immunologo e responsabile per il Sud Italia della Fondazione per la medicina personalizzata. A suo giudizio il miglior modo per continuare a fronteggiare il Covid è quello di proseguire con le vaccinazioni personalizzandole in base alle esigenze, le caratteristiche e la risposta anticorpale dei pazienti.

Al momento sembra allontanarsi l’ipotesi di una quarta dose del vaccino anti-Covid, almeno per la popolazione generale (diverso il discorso per gli immunocompressi). Al contrario si parla con sempre più insistenza di un richiamo annuale, come quello per l’anti-influenzale, che potrebbe essere effettuato con un nuovo vaccino tarato sulla variante Omicron o, addirittura, personalizzato.

Ma quanto è realizzabile la proposta di Minelli? E a che punto sono gli studi sull’ipotesi di un vaccino che sia differenziato per ogni paziente o, comunque, per ogni categoria specifica? Proviamo a capirlo.

La proposta di Minelli: vaccino anti-Covid personalizzato

L’idea di Minelli, illustrata all’Adnkronos, è quella di adeguare il vaccino alle caratteristiche e alle problematiche di ciascun paziente. Partendo dal presupposto che elementi come il sesso, l’etnia, l’età, il peso ma anche le diverse patologie “possono variamente influenzare la risposta ai vaccini”.

Sulla base di questo concetto si può pensare allora di allargare la discussione sul tema per supportare gli studi sulla protezione vaccinale e, soprattutto, per avviare percorsi personalizzati che riguardino anche la prevenzione delle malattie infettive.

Ciò che servirebbe, a suo giudizio, sono protocolli e strumenti nuovi, cuciti direttamente sulle esigenze dei singoli individui. Questo, prosegue Minelli, comporterebbe “indubbi vantaggi in termini di farmacoeconomia, risultante da risparmi significativi sulle risorse economiche investite nelle politiche vaccinali, ma anche e soprattutto in termini di efficacia e sicurezza”.

Vaccino personalizzato, si può?

Sicuramente portare avanti un’operazione del genere non sembra facile. Secondo l’immunologo, però, non è neanche così complicato come può apparire: a suo parere esistono già delle metodiche che consentirebbero “a ciascuno di noi di capire se ciascuno di noi è tagliato per quel vaccino”.

Gli studi sul vaccino personalizzato

Uno studio dell’Università del Piemonte orientale sul vaccino personalizzato ha già mostrato la possibilità di approfondire il tema. La ricerca si basa sul numero di anticorpi neutralizzanti prodotti da circa 180 pazienti contagiati da Sars-CoV-2.

Ciò che viene evidenziato è che la risposta immunitaria è diversa e varia da persona a persona. Capendo, quindi, come reagiscono per esempio i pazienti immunodepressi (in cui la risposta anticorpale è meno forte) si può valutare una strategia vaccinale differenziata per ogni categoria.

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