Covid, perché i contagi in Italia stanno aumentando?

Alessandro Nuzzo

25 Agosto 2023 - 19:40

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Casi raddoppiati nell’ultima settimana così come gli ingressi in terapia intensiva. La colpa potrebbe essere la nuova variante in arrivo dal Regno Unito.

Covid, perché i contagi in Italia stanno aumentando?

Siamo ancora lontani dal parlare di allarmismo o preoccupazione ma i numeri parlano chiaro: nell’ultima settimana, quella che va dal 17 al 23 agosto i nuovi positivi al covid sono quasi raddoppiati in Italia. Sono infatti 11.606 i nuovi casi con un aumento del 96,1% rispetto alla settimana precedente. Tasso di positività cresciuto del 40% che si attesta oggi al 9%. Ad incidere su questi dati è stato anche il calo di tamponi effettuati dovuta alla pausa di Ferragosto.

I decessi nella settimana 17-23 agosto sono stati 44, in caso del 21,4% rispetto alla settimana 10-16 agosto. Crescono i ricoveri in terapia intensiva: 44 persone, il doppio rispetto alla precedente settimana. Sono numeri molto bassi questo va detto che non preoccupano minimamente ma questo dato, certamente influenzato anche dalla pausa di Ferragosto dei tamponi, sancisce l’aumento più elevato da inizio anno. Come mai questo aumento dei casi?

Il motivo nella nuova variante Eris?

Come mai stiamo assistendo ad una nuova ondata di contagi nel nostro paese? Molto probabilmente l’aumento dei casi è dovuto all’arrivo in Italia della nuova sottovariante Omicron chiamata Eg5 o meglio Eris. Si tratta di una variante scoperta nel Regno Unito che ha fatto aumentare i casi. La nuova sottovariante è attenzionata dall’Oms che l’ha ritenuta mutazione di interesse ma con un livello di rischio globale simile a quello delle varianti esistenti. Infatti al momento la variante Eris non è diversa dalle altre, non è più contagiosa né più letale. Si manifesta con i soliti sintomi che hanno contraddistinto le altre varianti del covid ovvero febbre, tosse, mal di gola, affaticamento, naso che cola e alterazioni del gusto e dell’olfatto. I sintomi durano dai 3 ai 7 giorni.

Stop all’obbligo di isolamento

I nuovi contagiati, soprattutto quelli asintomatici, dal 7 agosto scorso non sono più obbligati all’isolamento. La decisione è stata presa dal ministro della Salute Schillaci e la misura inserita nel decreto Omnibus. È decaduta così una delle limitazioni più gravose per chi contraeva il virus del covid-19. Fino a qualche mese fa se si scopriva di essere positivi occorreva mettersi in isolamento. La misura riguardava sia i sintomatici che gli asintomatici risultati positivi a un tampone. Per gli asintomatici e per chi non aveva sintomi da almeno 2 giorni, l’isolamento poteva terminare anche dopo soli 5 giorni. Con il decreto del 7 agosto è venuta meno ogni limitazione e anche chi è positivo al virus, che sia sintomatico o meno, non ha più l’obbligo di isolarsi per evitare di contagiare altre persone e può condurre una vita normale fin da subito.

Un isolamento quindi non più obbligatorio ma volontario e comunque consigliato. In caso di positività al covid, soprattutto se con sintomi, sarebbe importante adottare ancora norme per evitare rischi per chi vi sta vicino. Quindi uso della mascherina, isolamento e distanziamento. Per i contatti stretti lavaggio frequente delle mani e corretta areazione delle stanze sarebbe necessario. Il covid non fa più paura ma soprattutto per i pazienti fragili la prudenza non è mai troppa.

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