In Italia ed Europa, “essere ricchi” non significa solo avere un reddito alto, ma possedere un patrimonio solido, diversificato e decisamente superiore al reddito medio annuale.
Per indagare sul significato dell’essere ricchi non basta più parlare di reddito alto. Oggi in Europa e in Italia “essere ricchi” implica una combinazione armonica tra patrimonio, reddito, tipologia degli asset e posizione nella distribuzione della ricchezza.
Ma allora cosa significa realmente essere ricchi?
I dati da conoscere
In Europa, la distribuzione della ricchezza - il modo in cui la ricchezza totale di un Paese è ripartita tra la popolazione - mostra che la quota della ricchezza netta detenuta dal 10% più ricco delle famiglie nell’area euro è pari a circa il 57,3% (dati aggiornati al 2024). In parole più semplici, il 10% delle famiglie più ricche possiede da solo più della metà di tutta la ricchezza europea. In Italia, invece, il 5% delle famiglie più ricche detiene circa il 46% del totale del patrimonio netto familiare italiano.
Negli ultimi 5 anni l’incremento del patrimonio netto delle famiglie dell’area euro è stato circa +29% nel complesso, mentre in Italia i dati mostrano che nel 2022 il patrimonio netto delle famiglie era pari a circa 10.421 miliardi di euro (fonte: Istat), in calo dell’1,7% in termini nominali rispetto al 2021, dopo tre anni di crescita.
Nel rapporto tra patrimonio netto e reddito disponibile, in Italia si registra un rapporto di circa 8,1 volte (2022, Istat). In altre parole, il patrimonio delle famiglie è circa 8,1 volte il reddito disponibile annuo, ovvero le famiglie italiane possiedono beni (case, risparmi, investimenti) che valgono circa otto volte quello che guadagnano in un anno. In confronto, la media dell’area euro è circa 7,5 volte.
Questi numeri ci aiutano a definire una soglia “di ricchezza” in termini relativi. Ad esempio, possedere un patrimonio che supera molte volte il reddito medio è un indicatore forte di posizione elevata nella distribuzione della ricchezza.
Le caratteristiche della ricchezza degli italiani
Il patrimonio familiare italiano è composto in larga parte da beni immobili e depositi, ma rispetto ad altri Paesi il peso degli immobili è relativamente più moderato. Infatti, per le famiglie italiane il peso degli immobili da abitazione sul totale del patrimonio è circa 46,3% nel 2022, inferiore alla media dell’area euro (51,6%).
Inoltre, le famiglie italiane sono tra le meno indebitate nell’area euro. Una recente stima riferisce che le passività finanziarie rappresentano l’8,4% del totale nei patrimoni familiari italiane, rispetto all’11,3% dell’area euro. Questo rende la posizione patrimoniale degli italiani relativamente solida.
Cosa significa, allora, essere ricchi in Italia?
Un reddito elevato non basta per definirsi “ricchi”. Occorre che il patrimonio netto (beni reali + finanziari − debiti) sia consistente perché la dimensione patrimoniale è l’indicatore più significativo della “ricchezza”. Inoltre, essere “ricchi” implica spesso un orizzonte di lungo termine, godendo quindi di beni immobili, partecipazioni aziendali e portafogli finanziari diversificati. La diversificazione riduce la dipendenza da una singola classe di investimento e in Italia, per le famiglie top, la quota “attività da impresa e partecipazioni non finanziarie” è più elevata rispetto alla media europea.
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Ma è pur vero che essere “ricchi” è anche una condizione relativa. Trovarsi nei primi decili della distribuzione della ricchezza significa avere accesso a opportunità diverse (educazione, network, investimenti) e in Italia, per entrare tra le famiglie più ricche, occorre accumulare un patrimonio che sia ben al di sopra della media.In Europa, la soglia varia fortemente da Paese a Paese: nell’Est Europa può bastare un patrimonio modesto per entrare nella top 10%, mentre nei Paesi occidentali la soglia è molto più elevata.
Alla luce dell’analisi di tutti questi dati, in Italia “essere ricchi” significa tipicamente avere un patrimonio netto che rappresenti molte volte il reddito medio (8× o più), avere un portafoglio diversificato, non solo immobili o depositi, trovarsi in una fascia distributiva elevata (nella top 5% o top 1%) della ricchezza e beneficiare di minore indebitamento e maggiore stabilità patrimoniale.
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