Lasciare i soldi sul conto corrente, facendoli erodere dall’inflazione non è conveniente. Gli esperti consigliano di tenere solo questa cifra.
Gli italiani sono un popolo di risparmiatori. Si stima che a fine 2024 detenessero circa 1.100 miliardi di euro su 48 milioni di conti correnti. Si tratta di una cifra in crescita, tra le più alte in Europa. Il problema, però, è che molti di questi soldi restano fermi sul conto a causa della paura del futuro e della scarsa conoscenza degli investimenti, nonostante esistano strumenti finanziari molto remunerativi con una quota di rischio relativamente bassa. Tanti non sanno che mantenere i soldi fermi sul conto corrente equivale a farli perdere potere d’acquisto perché l’inflazione, anno dopo anno, erode il loro valore.
E soprattutto, chi tiene sul conto corrente somme ingenti di risparmi è più a rischio di perdita del potere d’acquisto. Gli esperti sconsigliano di conservare cifre elevate su un conto corrente perché questo denaro non produce interessi e, anzi, perde valore con l’aumento dell’inflazione. Un esperto afferma: «L’importo presente sul conto corrente si deprezza in termini di potere d’acquisto nel tempo. Di conseguenza, maggiori sono le somme detenute, maggiore è l’esposizione all’inflazione».
Un semplice calcolo aiuta a comprendere meglio. Immaginiamo di avere 10.000 € su un conto corrente di risparmio con un tasso di interesse dello 0,50%, che rappresenta la media sui depositi nel 2024 secondo l’ABI. Questo significa che a fine anno l’importo totale sarà di 10.050 €. Il tasso di inflazione in Italia nel 2025 dovrebbe attestarsi intorno all’1%. Mantenere 10.000 € con un interesse così basso equivale quindi a perdere potere d’acquisto poiché l’inflazione supera il rendimento del conto.
La cifra ideale da tenere sul conto corrente
Secondo gli esperti, un conto corrente dovrebbe essere considerato uno strumento per le spese quotidiane e non un luogo in cui depositare ingenti somme di denaro a lungo termine. Inoltre, non tutti sanno che, sebbene quel denaro non produca interessi per il proprietario, la banca potrebbe comunque utilizzarlo. Si rischia così di finanziare indirettamente, tramite i soldi fermi sul conto corrente, aziende che potrebbero non essere in linea con i propri principi morali.
Chiaramente non accantonare abbastanza denaro per le spese quotidiane significa anche vivere con il rischio costante di un saldo negativo, esponendosi al pagamento di commissioni di scoperto. Quindi, qual è la cifra corretta da mantenere sul conto corrente? Secondo gli esperti, l’importo ideale è compreso tra 500 e 1.200 €, fermo restando che la cifra è soggettiva e deve tenere conto dello stile di vita e del budget di ogni individuo. Gli esperti suggeriscono quindi di elencare le spese mensili abituali, come affitto, trasporti e spesa, accantonando oltre a tali importi un extra budget di circa il 10%. Nel caso si presentino spese elevate extra, sarà sufficiente trasferire parte del denaro sul conto corrente dalla sezione dedicata agli accantonamenti.
La maggior parte dei risparmi dovrebbe invece essere investita in strumenti finanziari capaci di offrire un rendimento più elevato rispetto ai semplici interessi dei conti correnti base. Strumenti che garantiscono anche la possibilità di svincolo semplice e senza costi in caso di esigenze impreviste, permettendo così di far fruttare il capitale alla massima resa ed evitare che venga eroso dall’inflazione tenendolo fermo sui conti correnti.
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