Cosa fare se il datore di lavoro non paga la malattia: gli strumenti a tutela del lavoratore

Claudio Garau

11 Maggio 2022 - 13:17

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Nella prassi dei rapporti di lavoro non è infrequente la situazione in cui il datore di lavoro, pur tenuto ai sensi del CCNL di riferimento, non paga la malattia. I rimedi a favore del dipendente

Cosa fare se il datore di lavoro non paga la malattia: gli strumenti a tutela del lavoratore

La malattia Inps consiste in un’indennità prevista dalla legge nei confronti dei lavoratori subordinati, tramite cui l’istituto di previdenza riconosce un contributo economico in caso di problemi di salute. Essa di fatto è un servizio essenziale di welfare sociale, per garantire un sostegno in denaro ai lavoratori colti da un evento morboso.

Di fatto con il termine indennità di malattia le norme vigenti indicano la retribuzione che il lavoratore ottiene in busta paga in ipotesi di assenza giustificata sul lavoro, qualora sia colto da problemi di salute. Finalità evidente della misura è permettere ai lavoratori di non dover vivere un disagio economico insieme a quello medico.

Qui di seguito vogliamo in particolare soffermarci sul seguente caso pratico: come comportarsi se il datore di lavoro non paga la malattia? Quali contromisure adottare al fine di tutelarsi e veder rispettate le norme di legge in materia? Scopriamolo in questa sintetica guida pratica.

Cosa fare se il datore di lavoro non paga la malattia: il contesto di riferimento

Come opportunamente indicato nel sito web dell’Inps, l’indennità di malattia è assegnata ai lavoratori laddove si verifichi un evento morboso, che determina l’incapacità temporanea al lavoro - inteso come mansione specifica. Tra i percettori di questa misura di sostegno economico ricordiamo - a titolo puramente esemplificativo - figure quali gli operai del settore industria, i lavoratori marittimi e i lavoratori dell’agricoltura.

In buona sostanza, in caso di malattia che non consenta di compiere l’attività lavorativa, è obbligatorio assentarsi dal proprio impiego, nel rispetto di una condizione tutelata dalle nostre leggi. In queste circostanze si applica appunto l’indennità di malattia, vale a dire un istituto che garantisce ai lavoratori subordinati l’ottenimento di un trattamento economico, come se avessero lavorato.

In rapporto alla questione specifica che qui interessa - ossia cosa fare se il datore di lavoro non paga la malattia - ricordiamo altresì che il pagamento dell’indennità al lavoratore è anzitutto a carico del datore di lavoro, e in seguito è coperto dalle prestazioni dell’Inps.

Chiaro che l’iter di assegnazione del contributo economico da parte dei citati soggetti è comunque fondato sulla opportuna documentazione del proprio stato di salute, per tramite dell’invio di un certificato di malattia all’Inps. Non solo. Il beneficiario deve restare disponibile ad eventuali controlli dell’istituto di previdenza, per quanto attiene allo stato di malattia documentato.

Cosa fare se il datore di lavoro non paga la malattia: la rilevanza della valutazione del medico

Abbiamo appena detto che i lavoratori dipendenti che hanno diritto al pagamento dell’assenza giustificata a causa dell’evento morboso, nell’ipotesi di incapacità momentanea all’attività lavorativa, possono ottenere l’indennità Inps per malattia. Ciò a patto che la sospensione della prestazione lavorativa da parte del dipendente avvenga su conferma medica dello stato di salute.

Non bisogna infatti dimenticare che la risposta relativa a cosa fare se il datore di lavoro non paga la malattia, presuppone che vi sia stata una valutazione da parte del medico. In particolare, la durata dell’assenza dal posto di lavoro a causa della malattia è legata ai giorni riconosciuti da parte del medico curante. Egli a seguito di una visita al paziente lavoratore, è tenuto ad emettere un certificato di malattia ad hoc - indicando per quanti giorni il dipendente può interrompere l’attività lavorativa.

Ecco perché in queste circostanze il lavoratore farà bene a comunicare quanto prima il problema di salute all’azienda, e poi contattare il proprio medico per conseguire il certificato che comprova la condizione di malattia. Il documento in oggetto andrà poi inviato telematicamente all’Inps e al datore di lavoro. Ovviamente durante il periodo della malattia, il lavoratore dovrà rispettare gli orari dei controlli, restando nella propria abitazione.

Cosa fare se il datore di lavoro non paga la malattia: il meccanismo del pagamento dell’indennità

La domanda in apertura ha ragion d’essere giacché in rapporto al versamento dell’indennità di malattia:

  • nei primi 3 giorni è il datore di lavoro stesso a pagare il dipendente malato, se previsto dal CCNL di riferimento (periodo di carenza);
  • mentre a cominciare dal quarto giorno la prestazione è a carico dell’Istituto di previdenza.

Gli importi della misura di sostegno economico sono comunque ’’anticipati’ al dipendente dal datore, che li recupererà poi dall’Inps con la compensazione con i contributi previdenziali.

Da notare altresì che la durata della malattia Inps è pari a 180 giorni per ciascun anno solare. Perciò superato detto lasso di tempo non è versato più alcun pagamento a favore del lavoratore - anche se ancora in stato di malattia.

In linea generale, l’indennità a carico dell’istituto è versata ai lavoratori subordinati al fine di compensare una parte della retribuzione, che sarebbe altrimenti spettata in caso di normale svolgimento della prestazione lavorativa. Vero è che nella prassi la maggior parte dei contratti collettivi indica che il datore di lavoro debba integrare l’indennità versata dall’Inps - nell’ambito del periodo di conservazione del posto - e fino a un certo ammontare che può anche arrivare al 100% della retribuzione.

Rimarchiamo che nell’ambito del periodo di malattia il lavoratore è tutelato dal citato diritto alla conservazione del posto di lavoro. Egli infatti può essere licenziato esclusivamente per motivi comprovati di giusta causa. Al termine dell’assenza per malattia il lavoratore è di fatto reintegrato all’interno dell’azienda, mantenendo le condizioni presenti anteriormente all’inizio dell’assenza. Il diritto all’indennità di malattia viene meno con la scadenza della prognosi.

Cosa fare se il datore di lavoro non paga la malattia: i mezzi a favore del dipendente

Il caso concreto è certamente non così infrequente: il lavoratore in precedenza ammalato trova in busta busta paga soltanto l’importo della retribuzione, mentre niente è indicato alla voce indennità di malattia.

Ebbene, abbiamo ricordato che la malattia è versata per i primi tre giorni di assenza dall’azienda e dopo il terzo giorno di assenza dall’Inps, dunque occorre fare attenzione: il datore deve anticipare al lavoratore l’indennità di malattia e, se non lo fa, non soltanto viola i propri doveri nei confronti del dipendente, ma compie anche un illecito penale nei confronti dell’istituto di previdenza.

In queste spiacevoli circostanze il lavoratore dipendente può comunque tutelarsi, grazie agli strumenti previsti dalle norme di legge in suo favore. Eccoli in sintesi:

  • invio di una segnalazione ad hoc all’Ispettorato del lavoro, che conseguentemente manderà i suoi ispettori presso il luogo di lavoro per la contestazione e l’apertura del procedimento penale;
  • invio di una segnalazione ad hoc all’Inps, la quale potrà di seguito segnalare il comportamento del datore alla Procura della Repubblica al fine di procedere a livello penale;
  • effettuazione di una denuncia alle forze dell’ordine o presso gli uffici della Procura della Repubblica.
  • azione legale di tipo civile contro il datore, mirata al recupero delle differenze retributive non ancora versate.

Pertanto nel caso in cui il datore non paghi la malattia al lavoratore, il quadro delle tutele è piuttosto chiaro. Siamo innanzi ad una duplice violazione da parte dell’azienda: da un lato l’illecito nei confronti del dipendente, e dall’altro il reato ai danni dell’Inps. In circostanze come queste ben si comprende dunque che il lavoratore possa fare causa civile per il recupero di quanto gli spetta e altresì segnalare i fatti contestati agli enti competenti, al fine di avviare un procedimento penale contro l’azienda.

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