Cosa fa il Compliance Manager e perché è indispensabile per gestire l’intelligenza artificiale in azienda

P. F.

16 Novembre 2025 - 10:12

Chi è e cosa fa il Compliance Manager: le nuove responsabilità legate all’intelligenza artificiale, il percorso di studi consigliato, quali aziende ricercano il ruolo e lo stipendio medio in Europa.

Cosa fa il Compliance Manager e perché è indispensabile per gestire l’intelligenza artificiale in azienda

In un contesto in cui l’intelligenza artificiale è ormai integrata in ogni settore imprenditoriale, la figura del Compliance Manager riveste un ruolo sempre più centrale. Il suo compito è garantire che l’azienda e i suoi dipendenti rispettino leggi, regolamenti e policy interne, prevenendo comportamenti scorretti che potrebbero tradursi in sanzioni o conseguenze gravi per l’organizzazione.

L’approvazione del DDL AI, prima legge italiana sull’intelligenza artificiale che si affianca all’AI Act europeo, introduce per le aziende nuove regole e responsabilità. Grazie alla supervisione e alle competenze del Compliance Manager, queste possono essere gestite in modo efficace e sicuro.

Di seguito, una guida completa sul Compliance Manager: cosa fa, quali sono le sue responsabilità dopo l’introduzione dell’AI Act, il percorso di studi da seguire per intraprendere questa professione, quali aziende ricercano il suo ruolo e una stima dei guadagni di questa professione.

Cosa fa un Compliance Manager

Il Compliance Manager è un professionista che si occupa di monitorare che l’azienda e i suoi dipendenti rispettino leggi, regolamenti e politiche di privacy aziendali. Il compito principale di questa professione riguarda la prevenzione, l’individuazione e la gestione di situazioni non conformi che potrebbero danneggiare la reputazione aziendale e causare potenziali rischi legali e finanziari.

Nel corso del tempo, la figura del Compliance Manager ha assunto sempre più potere strategico e oggi collabora a stretto giro con la direzione aziendale nel perseguimento di un modello di impresa che sia conforme alle normative vigenti.

Questa figura lavora insieme al Compliance Officer, il suo braccio operativo. La differenza tra i due ruoli va individuata principalmente nei carichi di responsabilità: Il Compliance Manager elabora la strategia, supervisiona le attività, diffonde la cultura della compliance e rappresenta il principale punto di riferimento sia per il team che per l’intera organizzazione; il Compliance Officer, invece, si occupa di mettere in pratica le policy operative sul campo.

Ecco quali sono le mansioni principali di un Compliance Manager:

  • definizione e implementazione di strategie: il compliance manager sviluppa e coordina il sistema di gestione della conformità (compliance management system), definendo politiche aziendali, procedure operative e protocolli interni per assicurare che ogni attività rispetti leggi, regolamenti e codici etici. Supervisiona la loro applicazione e verifica che i diversi reparti aziendali comprendano e adottino correttamente le direttive stabilite;
  • valutazione dei rischi: identifica e analizza i rischi di non conformità, valutandone la probabilità e l’impatto sull’organizzazione. Questa attività consente di stabilire priorità d’intervento e predisporre piani d’azione mirati a prevenire violazioni normative o comportamentali;
  • monitoraggio e audit: effettua controlli interni e audit periodici per verificare che processi e procedure siano correttamente seguiti. Si occupa anche di preparare e gestire eventuali ispezioni esterne da parte delle autorità di vigilanza, assicurando trasparenza e tracciabilità in ogni fase del controllo;
  • formazione e supporto: promuove la cultura della conformità all’interno dell’azienda attraverso programmi di formazione, corsi e aggiornamenti periodici. Fornisce supporto continuo ai dipendenti, aiutandoli a comprendere e applicare le normative di riferimento nelle proprie attività quotidiane;
  • gestione delle problematiche: in caso di violazioni o situazioni di non conformità, conduce indagini interne per identificarne le cause, collabora con i reparti coinvolti per risolvere le criticità e implementa misure correttive atte a prevenire il ripetersi degli errori;
  • reportistica: redige la documentazione di conformità necessaria a dimostrare la regolarità delle attività aziendali, predisponendo report e relazioni periodiche destinati al management, agli organi di controllo e agli stakeholder. Tali report evidenziano lo stato di conformità e l’efficacia delle strategie adottate.

Il ruolo dell’AI Compliance Manager

Il Compliance Manager si trova oggi ad affrontare nuovi compiti legati alla governance dell’intelligenza artificiale. Con l’entrata in vigore dell’AI Act (Regolamento UE 2024/1689) e del DDL AI italiano, nasce infatti l’AI Compliance Manager, o Responsabile della conformità dei sistemi di IA, una figura incaricata di assicurare che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale all’interno delle imprese rispetti pienamente le norme europee e nazionali.

Questo professionista supervisiona l’intero ciclo di vita dei sistemi di AI - dalla progettazione alla messa in servizio - verificando il rispetto degli standard di qualità dei dati, tracciabilità, equità, affidabilità e supervisione umana.

Uno degli aspetti centrali del suo ruolo riguarda la classificazione dei sistemi di intelligenza artificiale in base al rischio, secondo il modello “risk-based” introdotto dall’AI Act.

I sistemi vengono suddivisi in quattro categorie: rischio inaccettabile, alto, limitato e minimo. A ciascun livello corrispondono obblighi di controllo diversi, proporzionati al potenziale impatto sui diritti e sulla sicurezza delle persone.

Spetta dunque all’AI Compliance Manager individuare la corretta categoria di rischio per ogni sistema utilizzato o sviluppato e applicare le misure di conformità previste. In particolare, per i sistemi ad alto rischio sono richieste procedure di valutazione rigorose, audit di terze parti, sistemi di gestione del rischio dedicati e documentazione tecnica completa.

Dal punto di vista della governance aziendale, l’AI Compliance Manager svolge un ruolo strategico: integra i rischi legati all’intelligenza artificiale nei modelli di gestione del rischio d’impresa, supervisiona i processi di acquisto e i contratti con fornitori esterni e garantisce che i principi di trasparenza, sicurezza e responsabilità siano rispettati in ogni fase operativa.

In caso di ispezioni o controversie, rappresenta il referente tecnico e legale incaricato di dimostrare la conformità dei processi aziendali alle normative vigenti.

Qual è il percorso di studi di un Compliance Manager?

Il percorso di studi per diventare Compliance Manager richiede una formazione multidisciplinare che unisca competenze giuridiche, economiche e organizzative. La base accademica più comune è una laurea in Giurisprudenza, Economia o Scienze Politiche, a cui può essere eventualmente integrato un master o corso di specializzazione in compliance, diritto d’impresa, gestione del rischio o corporate governance.

Per chi si occupa più nello specifico di intelligenza artificiale, sono sempre più richieste anche conoscenze di data governance, cybersecurity, privacy (GDPR) e normative tecnologiche europee, oltre alle competenze tecniche di base su come funzionano gli algoritmi e i sistemi automatizzati.

Accanto alla formazione universitaria, sono inoltre molto apprezzate certificazioni professionali riconosciute a livello internazionale - come quelle in risk management, data protection o audit interno - che attestano la capacità di gestire processi di conformità complessi. La carriera di un AI Compliance Manager, in particolare, si costruisce spesso a partire da ruoli nel campo della consulenza legale, della sicurezza informatica o della governance aziendale.

Per quali aziende lavora un Compliance Manager

Il Compliance Manager può trovare impiego nella maggior parte dei settori lavorativi - sia in ambito pubblico che privato - dove la conformità normativa rappresenta un aspetto strategico per l’azienda. Di norma, è una figura centrale nelle banche, assicurazioni, società finanziarie e multinazionali, dove vigila sul rispetto delle normative in materia di antiriciclaggio, trasparenza, privacy e governance aziendale.

Negli ultimi anni, il suo ruolo si è esteso anche a aziende tecnologiche, pubbliche amministrazioni, studi professionali, enti sanitari e società energetiche, che devono garantire il corretto utilizzo dei dati e l’aderenza alle regole europee sull’intelligenza artificiale e sulla protezione dei dati.

Con l’entrata in vigore dell’AI Act, è cresciuta significativamente la domanda di AI Compliance Manager anche nelle startup innovative, nelle PMI e nei centri di ricerca che sviluppano o utilizzano sistemi di intelligenza artificiale ad alto rischio. In questi contesti, il professionista collabora con i reparti legali, IT e di governance per assicurare che i modelli di AI rispettino gli standard di sicurezza, trasparenza e responsabilità richiesti dalla normativa europea.

Quanto guadagna un Compliance Manager

Il livello retributivo di un Compliance Manager varia sensibilmente in base al settore, all’esperienza e alla dimensione dell’azienda ma, generalmente, si colloca su fasce medio-alte del mercato europeo.

Nelle grandi aziende e istituzioni finanziarie, si stima che un professionista con alcuni anni di esperienza può percepire uno stipendio annuo compreso tra 60.000 e 100.000 euro, mentre nelle multinazionali o nei ruoli dirigenziali legati alla gestione del rischio e alla compliance internazionale le retribuzioni possono superare i 120.000 euro l’anno.

Per quanto riguarda i profili più innovativi, come l’AI Compliance Manager, il mercato è ancora in fase di definizione. Tuttavia, l’attuale carenza di specialisti e la complessità delle normative europee sull’intelligenza artificiale portano le aziende a offrire compensi più elevati e benefit aggiuntivi, soprattutto nei settori tecnologico, finanziario e legale.

Nei contesti più piccoli, come PMI o startup, le retribuzioni possono oscillare tra 40.000 e 60.000 euro annui, con ampie possibilità di crescita man mano che la figura si consolida nel mercato del lavoro.

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