Cosa è successo nel mondo? L’economia globale in 4 punti

Violetta Silvestri

21/10/2023

In 4 punti, il riepilogo di cosa è successo di importante nell’economia globale in una settimana. Dove va il mondo, pressato da crisi, incertezze e pochi spiragli di ripresa?

Cosa è successo nel mondo? L’economia globale in 4 punti

Sono settimane intense per l’economia e la politica mondiali. Cosa è successo negli ultimi 7 giorni e perché è importante fare il punto della situazione?

Soffermandoci su 4 avvenimenti di rilevanza economica, ricapitoliamo alcuni temi chiave per capire dove si stanno dirigendo le grandi potenze mondiali, se verso la recessione e il declino o nella direzione di una attesa ripresa.

Dalla Cina agli Usa, passando per l’Europa fino ai Paesi emergenti, di seguito le novità per comprendere lo stato di salute dell’economia globale.

1. I segnali dalla Cina

L’economia cinese ha guadagnato slancio nell’ultimo trimestre, mostrando che le persone hanno aumentato la spesa per tutto, dai ristoranti, agli alcolici, alle automobili e compensando l’effetto frenante della crisi immobiliare. L’obiettivo di crescita annuale di Pechino sembra quindi più a portata di mano.

La banca centrale cinese, intanto, ha intensificato gli sforzi per sostenere la ripresa economica della nazione e la vendita del debito, erogando la più grande iniezione di liquidità dal 2020 con prestiti politici a un anno. L’iniezione di liquidità extra nell’economia offrirà la spinta tanto necessaria alla crescita della Cina, che quest’anno è stata messa a dura prova dalla mancanza di domanda e dalla flessione del mercato immobiliare.

2. L’Europa è fragile

L’inflazione nel Regno Unito non è riuscita a rallentare come previsto a settembre, poiché l’aumento dei prezzi del petrolio ha compensato le pressioni al ribasso derivanti dai costi alimentari. Ciò rafforza la tesi che la Banca d’Inghilterra lasci i tassi di interesse al livello più alto degli ultimi 15 anni per il prossimo futuro.

Secondo le previsioni, la Germania non sfuggirà a una seconda recessione quest’anno. L’economia tedesca è stata a lungo vista come il motore dell’Europa, ma ora zoppica a causa della persistente debolezza industriale. Le prospettive collettive suggeriscono che la Germania registrerà cinque trimestri consecutivi senza alcuna espansione.

Secondo uno studio di Scope Ratings, la spesa extra per pensioni e assistenza sanitaria, unita all’aumento dei costi di finanziamento, ostacolerà la capacità dell’Unione europea di raggiungere i suoi obiettivi climatici e rafforzare le sue forze armate.

Si prevede che l’aumento della spesa sociale, verde e militare e l’aumento dei tassi di interesse peggioreranno i deficit degli Stati membri dell’Ue, a circa il 4,5% della produzione economica in media entro il 2030.

3. Resilienza Usa

Le vendite al dettaglio statunitensi hanno superato tutte le previsioni e la produzione industriale si è rafforzata lo scorso mese, nuova prova della resilienza dei consumatori americani.

I rapporti hanno spinto un gran numero di economisti a migliorare le loro previsioni sul Pil del terzo trimestre. Giovedì prossimo il governo pubblicherà la prima stima del prodotto interno lordo del terzo trimestre.

Il presidente Joe Biden, intanto, ha presentato una richiesta di quasi 106 miliardi di dollari per fondi di emergenza con lo scopo di armare Israele e Ucraina e rafforzare il confine tra Stati Uniti e Messico.

La maggior parte della richiesta supplementare – e forse l’ostacolo più grande – è di 61,4 miliardi di dollari per un anno di assistenza per l’Ucraina nel suo sforzo di respingere l’invasione russa. La Casa Bianca chiede anche 14,3 miliardi di dollari per rafforzare le difese di Israele dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre.

Gli americani hanno registrato un’impennata record del patrimonio netto durante la pandemia, ponendo le basi per la resilienza economica nel 2023. Il patrimonio netto medio corretto per l’inflazione è aumentato del 37% dal 2019 al 2022, il più grande incremento triennale nei dati della Federal Reserve a partire dal 1989.

4. America Latina in bilico

Il prossimo presidente dell’Argentina subentrerà nel pieno di un’emergenza finanziaria, come ormai è diventato normale in una delle economie più disfunzionali del mondo. Se l’economia si contrarrà quest’anno come previsto, significherà che si è ridotta in quasi la metà degli anni a partire dal 1980.

In tutte le Americhe, i governi hanno dispiegato truppe ed eretto barriere per cercare di arginare quello che è diventato un esodo di 7,7 milioni di venezuelani dallo stato petrolifero, un tempo ricco. In Brasile accolgono i nuovi arrivati ​​a braccia aperte.

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