Cos’è l’Articolo 13 della Direttiva sul diritto d’autore che mette in pericolo Youtube

Isabella Policarpio

23/11/2018

07/01/2019 - 17:38

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Youtube ha avviato una protesta in merito all’articolo 13 della riforma europea del copyright a causa del quale potrebbe limitare i video caricati sulla piattaforma. Ecco cosa prevede la riforma europea sul diritto d’autore.

Cos’è l’Articolo 13 della Direttiva sul diritto d’autore che mette in pericolo Youtube

Negli ultimi giorni Youtube, colosso mondiale della condivisione e visualizzazione in rete di video, sta intensificando l’offensiva contro l’articolo 13 della normativa sul copyright voluta dal Parlamento europeo, alla quale l’Italia si è adattata con il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 4 settembre.

Secondo questo articolo le piattaforme online devono controllare il contenuto di quello che viene caricato dagli utenti per escludere la pubblicazione di materiale protetto da copyright. Ne consegue che per rispettare la nuova legge sul copyright si dovranno applicare dei filtri in fase di upload per escludere la violazione del diritto d’autore.

Fino ad ora questo controllo spettava agli stessi titolari del diritto d’autore mentre con la nuova normativa spetta alla piattaforma di streaming. Per questa ragione Susan Wojcicki, amministratrice delegata di Youtube, ha dichiarato:

Di questo passo Youtube sarà costretto a bloccare milioni di video sulla piattaforma europea.

Cerchiamo di fare chiarezza sull’argomento spiegando le nuove regole del diritto d’autore fissate dalla riforma europea del copyright.

Il caso di Youtube

In questi giorni Youtube ha messo in atto una campagna pubblicitaria contro l’articolo 13 della riforma europea del copyright nella speranza di convincere l’Europa a modificare la legge.

Questo articolo prevede che tutte le piattaforme basate su contenuti creati dagli utenti (chiamate piattaforme UGC, acronimo di User Generated Content) sono direttamente responsabili dei contenuti caricati dai loro iscritti. Significa che se qualche utente carica un video coperto da copyright, YouTube ne risponde direttamente perché ha la responsabilità di controllare il contenuto di tutto il materiale caricato.

Prima della riforma, Youtube analizzava il contenuto multimediale sia nella fase di caricamento del video che in quella successiva. Se gli algoritmi individuavano dei contenuti coperti dal diritto d’autore - spesso su segnalazione dei diretti interessati - il video veniva rimosso.

Ora, con la nuova normativa in materia di copyright, Youtube diventa direttamente responsabile della violazione del diritto d’autore e pertanto sarà costretto a rimuovere milioni di video già presenti sulla piattaforma e ad applicare regole più rigide per il caricamento di nuovi contenuti.

Ovviamente la piattaforma streaming ne risulterà impoverita, con un pesante impatto economico soprattutto per gli youtuber che guadagnano dalla pubblicazione dei video.

La direttiva sul copyright e l’articolo 13

La riforma del copyright, approvata lo scorso settembre, si propone l’obiettivo di aggiornare le regole del diritto d’autore nell’Unione europea. Questa riforma ha avuto il merito di armonizzare le leggi sul copyright dei singoli Stati membri dando delle linee direttive per l’elaborazione dei regolamenti interni.

Tuttavia la nuova normativa è stata contestata fin da subito, soprattutto a causa dell’articolo 11 e dell’articolo 13 che, secondo molti, causerà conseguenze pericolose per la libera diffusione di informazioni e video sul web.

In questo articolo si prevede che le piattaforme online devono controllare tutto ciò che viene caricato dagli utenti per escludere la pubblicazione di contenuti soggetti a diritto d’autore. Infatti, secondo l’orientamento dell’Unione europea, ogni fornitore di servizi online deve stipulare un accordo con le case editrici, cinematografiche e discografiche e ottenere una licenza che gli permetta di ospitare i contenuti coperti da copyright.

I contrari alla riforma ritengono che questa soluzione abbia dei costi e delle difficoltà tecniche eccessivi e in più contestano il fatto che la piattaforma streaming sia direttamente responsabile della pubblicazione di materiale protetto da copyright.

Dall’altra parte però vi sono i favorevoli: la riforma, ed in particolare l’articolo 13, ha ottenuto il sostegno delle maggiori etichette discografiche, delle associazioni degli autori e delle major del cinema che ne guadagnano una tutela maggiore del diritto d’autore.

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