Altro che innovazione. Ecco come le big dell’AI usano i soldi dei loro investitori

P. F.

9 Ottobre 2025 - 10:54

OpenAI e Anthropic stanno valutando l’utilizzo di fondi dei loro investitori per risolvere potenziali cause multimiliardarie per violazione di copyright e altri rischi dell’intelligenza artificiale.

Altro che innovazione. Ecco come le big dell’AI usano i soldi dei loro investitori

OpenAI e Anthropic corrono ai ripari. Secondo il Financial Times, i due colossi dell’intelligenza artificiale starebbero valutando l’utilizzo di fondi dei loro investitori per risolvere potenziali cause multimiliardarie.

Una scelta che risulta comprensibile, considerando le recenti cause per violazione di copyright intentate a rinomate aziende nel settore tech come Meta, Microsoft oltre alle stesse OpenAI e Anthropic. A settembre, quest’ultima ha dovuto pagare il risarcimento più grande della storia: 1,5 miliardi di dollari. Per evitare di incappare - di nuovo - in una situazione del genere, ora le società cercano di proteggersi. Ecco come.

OpenAI stipula un’assicurazione fino a 300 milioni di dollari

L’accusa più frequente alle “big” dell’AI riguarda l’utilizzo non autorizzato di materiale protetto da copyright per l’addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale. Il FT ha riportato che OpenAI si sarebbe rivolta ad Aon, multinazionale britannica che offre servizi di consulenza e intermediazione assicurativa, per stipulare una copertura fino a 300 milioni di dollari per i rischi emergenti legati all’AI. Tuttavia, l’importo stabilito potrebbe risultare ben al di sotto di quanto necessario a coprire le potenziali perdite derivanti da una causa multimiliardaria.

Attualmente, OpenAI sta affrontando cause legali intentate dal New York Times e l’Authors Guild, la più antica organizzazione statunitense per scrittori, impegnata nella libertà di espressione e nella tutela del copyright, con il sostegno di 17 autori celebri tra cui Jonathan Franzen, John Grisham, Jodi Picoult e George R.R. Martin. Inoltre, la startup fondata da Sam Altman è stata citata in giudizio per morte ingiusta dai genitori di Adam Raine, un sedicenne che si è suicidato dopo aver discusso con ChatGPT di possibili metodi per togliersi la vita.

Sempre secondo il FT, OpenAI ha deciso di non ricorrere all’autoassicurazione, lasciando da parte i fondi degli investitori, puntando invece sulla creazione di una “captive”, un veicolo assicurativo separato che le grandi aziende utilizzano per gestire rischi emergenti.

Il caso Anthropic

Come sopracitato, lo scorso mese un giudice federale della California ha approvato in via preliminare un accordo storico da 1,5 miliardi di dollari in una class action per violazione del copyright intentata da un gruppo di autori contro Anthropic. I promotori hanno accusato l’azienda di aver utilizzato i loro libri per addestrare il chatbot Claude senza autorizzazione.

Nonostante Anthropic abbia dichiarato di aver fatto un uso equo delle opere, è emerso che oltre 7 milioni di libri piratati erano stati salvati in una “biblioteca centrale” del sistema. Il fondo di risarcimento corrisponderebbe a circa 3.000 dollari per ognuno dei 500.000 libri scaricati, una cifra che potrebbe aumentare se venissero identificati ulteriori titoli. Per evitare brutte sorprese, Anthropic starebbe destinando parte dei propri fondi a coprire eventuali accordi transattivi.

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