Cos’è il Mandato Zero del Movimento 5 Stelle e per chi si applica

Alessandro Cipolla

23 Luglio 2019 - 10:01

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Luigi Di Maio ha lanciato il Mandato Zero per il Movimento 5 Stelle: di cosa si tratta nello specifico e per chi sarebbe valido nel caso gli attivisti dovessero esprimersi in maniera favorevole tramite il voto sulla piattaforma Rousseau.

Cos’è il Mandato Zero del Movimento 5 Stelle e per chi si applica

Lo aveva annunciato da tempo, ma adesso Luigi Di Maio ha ufficializzato una votazione tramite la piattaforma Rousseau, che si terrà giovedì e venerdì prossimo, per apportare una nuova serie di modifiche al regolamento del Movimento 5 Stelle.

Due sono le principali novità che saranno sottoposte al parere degli attivisti certificati: il via libera a livello locale ad apparentamenti con liste puramente civiche e l’introduzione di quello che è stato denominato il Mandato Zero.

In sostanza se dovesse arrivare il via libera da parte di Rousseau, i consiglieri comunali e municipali del Movimento 5 Stelle che non hanno svolto il ruolo di sindaco o presidente di Municipio, avranno a disposizione un terzo mandato che potrà essere speso anche per cercare di entrare in Regione, Parlamento e Parlamento Europeo.

Così come per le alleanze con le altre liste, lo scopo di queste novità è quello di permettere al Movimento di essere più forte a livello locale, pessimi sono stati i risultati alle ultime amministrative e regionali, oltre che non disperdere il bagaglio di esperienze accumulato dai consiglieri comunali e municipali.

Movimento 5 Stelle: ecco il Mandato Zero

Come da prassi l’ultima parola adesso spetterà agli attivisti certificati, che con il loro voto dovranno decretare l’approvazione o il respingimento del pacchetto di variazioni al regolamento presentato dal capo politico Luigi Di Maio.

Con un video tutorial il vicepremier ha snocciolato i dettagli delle misure che alla fine erano note da mesi, tanto che si pensava che la loro discussione fosse potuta avvenire prima delle amministrative di fine maggio.

In caso di voto favorevole da parte di Rousseau, verrebbero così meno altri due pilastri del regolamento iniziale del Movimento 5 Stelle. A livello locale infatti, sarebbe consentito fare alleanze prima del voto con liste puramente civiche, con l’ultima parola che però spetterà sempre a Di Maio che di volta in volta si dovrà esprimere sulla fattibilità del simposio.

Con il Mandato Zero invece ci sarà una prima deroga alla regola dei due mandati. Questa sorta di bonus però sarà valido soltanto per i consiglieri comunali e di municipio che, nell’arco della loro esperienza di portavoce, non abbiano ricoperto incarichi “di potere” come sindaco o presidente di Municipio.

In poche parole un consigliere comunale pentastellato giunto ora al suo secondo mandato, in caso di modifica del regolamento avrà la possibilità di candidarsi per una terza volta anche in Parlamento, in Regione o in Europa.

Se tu vieni eletto consigliere comunale o di municipio al primo mandato e lo porti avanti tutto e poi decidi di ricandidarti e non diventi né presidente di municipio né sindaco - si legge sul Blog delle Stelle - allora il tuo secondo mandato, quello precedente, cioè il mandato zero, non vale”.

Resta comunque da capire se questo Mandato Zero potrà valere anche per gli assessori che in teoria non sono stati menzionati, cosa però difficile visto che sarebbero escluse “le persone che gestiscono potere e prendono uno stipendio pieno”.

Anche se circoscritto all’ambito locale, i maligni con l’introduzione del Mandato Zero parlano di una prima picconata al regolamento gettando così le basi per l’estensione di questa sorta di bonus anche ai parlamentari.

Luigi Di Maio e i vertici dei 5 Stelle hanno sempre ribadito che la regola dei due mandati per parlamentari e europarlamentari non verrà cambiata, ma resta comunque il fatto che senza un Mandato Zero anche per loro alle prossime elezioni in pratica non sarà candidabile la quasi totalità dell’attuale classe dirigente del Movimento.

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