Il direttore dell’Agenzia delle Entrate nella sua prima intervista fa il punto sul contrasto all’evasione fiscale: potenziati i controlli sprint e gli accessi brevi.
Controlli fiscali sprint quadruplicati, il piano di Carbone, Direttore dell’Agenzia delle Entrate, per il contrasto all’evasione fiscale si delinea in modo netto.
Vincenzo Carbone, Direttore dell’Agenzia delle Entrate, in un’intervista al Sole 24 Ore ha delineato le strategie per il contrasto all’evasione fiscale e tra le nuove direttive ci sono controlli sprint per evidenziare le anomalie.
Nei primi 6 mesi del 2025 sono quadruplicati i controlli fiscali, gli accessi brevi e controlli sprint sono stati oltre 22.000, in confronto a 5.500 nel 2024, gli stessi sono effettuati attraverso comparazioni dei dati disponibili nelle varie banche dati.
Ecco il programma dei controlli antievasione del Direttore dell’Agenzia delle Entrate Vincenzo Carbone.
Collaborazione con il contribuente per recupero veloce delle imposte
Mentre è in corso il Concorso Agenzia delle Entrate 2025, procedura per l’assunzione di ulteriori 2.700 funzionari tributari, ed è appena terminata la procedura per l’assunzione di 470 funzionari presso Agenzia Entrate-Riscossione, sembra essersi amplificata anche l’attività di controllo.
Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate ha delineato il piano dei controlli e sottolineato che l’obiettivo è contrastare sul nascere l’evasione con controlli sprint mirati a una collaborazione con i contribuenti. Ha sottolineato che non saranno prese di mira le piccole e medie imprese.
Nel piano dei controlli fiscali si punta sempre più agli accessi brevi volti a identificare in breve tempo le anomalie e segnalarle al contribuente prima che si arrivi a una fase di accertamento.
In questo contesto è importante ricordare che l’amministrazione finanziaria prima di inviare l’atto di accertamento vero e proprio, deve inviare uno schema di atto e attraverso questo si instaura un dialogo con il contribuente che mira a eliminare le anomalie ed eventualmente riscuotere le maggiori imposte senza addivenire all’accertamento vero e proprio e quindi andando anche a limitare il ricorso alle procedure giudiziarie. Lo schema di atto in un certo senso crea un rapporto alla pari e il contribuente può motivare il suo comportamento e dimostrare in questa fase di dialogo che, ad esempio, i maggiori importi che l’Agenzia richiede non sono dovuti.
Cooperative compliance, uno strumento da sponsorizzare
Non solo controlli sprint e collaborazione con i contribuenti, Carbone punta sulla Cooperative Compliance, adempimento collaborativo, istituto non molto apprezzato dalle aziende, infatti, fino a ora hanno aderito solo 143, questo strumento permette un rapporto trasparente tra aziende e Fisco.
La Cooperative Compliance è stata istituita con il decreto legislativo 128 del 2015, possono aderirvi i contribuenti dotati di un efficace sistema integrato di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, inteso quale rischio di operare in violazione di norme di natura fiscale o in contrasto con i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario (“Tax Control Framework” o “TCF”). L’istituto è basato su un costante dialogo con il Fisco volto a ridurre il rischio di “errori”.
L’obiettivo è fare in modo che aderisca il maggior numero possibile di aziende.
Concordato preventivo biennale e PMI
Carbone nell’intervista sottolinea che le Piccole e Medie Imprese non sono il bersaglio principale dei controlli dell’Agenzia, si tratta di una percezione sbagliata, ha ribadito che “Il numero degli accertamenti va rapportato alla categoria di riferimento, altrimenti si restituisce un’immagine fuorviante. Lo scorso anno, ad esempio, gli accertamenti nei confronti dei soggetti con un volume d’affari superiore a 100 milioni sono stati 1.700. In termini assoluti possono apparire pochissimi, ma se si considera che questi contribuenti sono meno di 5mila, parliamo di un’incidenza del 35 per cento”.
Confida ancora nel successo del concordato preventivo biennale che può aiutare a far emergere ulteriori redditi sia con la determinazione della base imponibile attraverso gli ISA, sia attraverso il ravvedimento speciale.
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